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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Sgarbi-d'Urso, pace di comodo: lui non chiede scusa e le rose non sembrano una sua idea

I due si incontrano di nuovo in studio dopo l'accesa lite avvenuta a Live, ma il confronto sembra più d'obbligo che voluto

(Nel video il chiarimento tra Vittorio Sgarbi e Barbara d'Urso)

Quanto ci sia di Vittorio Sgarbi dietro al confronto di domenica sera a 'Live - Non è la d'Urso' è difficile da valutare, molto più semplice è invece capire che l'incontro fra Barbara d'Urso e l'irriverente critico d'arte, che la scorsa settimana le ha dato della raccomandata in diretta tv, è stato un armistizio che fa comodo a entrambi. A lui per non perdere il salotto televisivo che più di tutti gli altri gli permette i grandi exploit di cui sembra non riuscire proprio a fare a meno, a lei per tenersi stretto uno dei pochi ospiti con cui potersi ancora permettere un appello alla cultura.

Insomma, i cocci erano da rimettere insieme, qualcuno però è caduto ancor prima di iniziare. L'ingresso in studio di Vittorio Sgarbi con un mazzo di rose rosse, portato non da lui ma da un assistente di studio, è stato il primo goffo tentativo di far arrancare scuse di fatto mai arrivate. La padrona di casa, senza muoversi dal suo sgabello, ringrazia, ma lui frena subito: "Sono rosse, non vanno bene. Rosse sono legate ai rapporti amorosi, poi potrebbero creare un equivoco. Io forse potevo portarle bianche". Come a dire "almeno il colore delle rose potevate azzeccarlo"... Ma torniamo alla parola "equivoco", utilizzata da Sgarbi ben cinque volte durante il suo monologo. Sì, perché ha parlato da solo per 6 lunghi minuti, mentre l'altra telecamera era fissa sulle famose faccine della conduttrice.

Vittorio Sgarbi e l'elogio della raccomandazione

"Avevo pensato di fare una discussione tra me e te sul concetto di raccomandazione, sui cui è nato l'equivoco (e due) - esordisce Sgarbi - Di fatto la raccomandazione è nobile e giusta. Io, per esempio, andando in tv ho raccomandato Elenoire (Casalegno, ndr), ma non ho fatto altro che farla vedere. Se qualcuno mi porta il manoscritto del Gattopardo e io lo porto a pubblicare è la cosa più giusta del mondo. La raccomandazione non è legata per forza a un concetto negativo. C'è stato un equivoco (e tre)".

Tornando alla bagarre con la conduttrice: "Se io dico che Berlusconi mi ha raccomandato te è perché sei brava. Nel raccomandare qualcosa a me, non c'è altro che una lode. Non possiamo far nascere uno scontro perché io, ospite, vengo cacciato da te per una parola che hai equivocato (tre). Non c'era polemica. Tu probabilmente in quel momento, vedendo che non c'era il pubblico, vedendo una situazione di malinconia, hai interpretato la mia posizione come polemica ma non c'era nessuna polemica. Abbiamo fatto una cosa violenta sul niente, ma anche tu l'hai fatto. Tu hai dato a me del cafone, mi hai detto vai via ed ero un tuo ospite, ma un ospite non si può cacciare, quindi forse io aspetto delle rose, che però non potrei prendere perché io non mi lamento di nulla".

Sgarbi continua a parlare da solo e le scuse continuano a non arrivare, forse proprio perché non ha mai avuto intenzione di scusarsi, come invece si vorrebbe far credere con questo siparietto: "E' stato un grande equivoco (quattro) e mi dispiace per la tua amarezza. Mi dispiace di aver turbato la tua anima. Quando mi hai chiesto se eri raccomandata anche tu, ti ho detto sì ma perché Berlusconi mi ha detto mille volte che sei bravissima, la più brava, e quindi cosa posso fare per te? Non ti posso dare un altro programma. Raccomandare una persona a me è inutile. Se tu mi dai un libro posso raccomandare un tuo libro, ma anche lì farei un favore all'editore perché ha il vantaggio di pubblicare un autore di successo. Niente di male, il merito è tuo. Raccomandare una cosa buona non è giusto, è doveroso. Bisogna farlo, altrimenti le persone, prese da mille problemi, si sentono disperate e non riescono a trovare una strada. Secondo me è stato un enorme equivoco (e cinque)".

Barbara d'Urso rompe il silenzio dopo 6 minuti

"Accetto le rose" dice con tono pacato Barbara d'Urso (di chi? Aggiungeremmo noi). "Comprendo la tua interessante descrizione della parola raccomandata - continua - Per quanto riguarda me, la parola raccomandata ha un significato ben preciso. Raccomandare una persona a qualcuno significa 'fai in modo che'. Io ho vissuto una vita, da quando ho 18 anni e sono andata via di casa, combattendo questa parola e lottando per la meritocrazia. L'ho insegnata ai miei figli, che hanno un loro lavoro, un loro cognome, che si distacca totalmente dal mio. Quando si parla di me mi ferisce la parola raccomandazione, ecco perché ho reagito. Tu hai reagito in maniera molto violenta verbalmente e questo l'ho trovato antipatico. Sei andato avanti in maniera molto forte e violenta nei confronti di una donna. Un uomo intelligente e colto come te non dovrebbe mai essere così violento verso una donna. Sono rimasta male e anche molte donne d'Italia".

"Accetto le rose" ripete (vedi sopra), poi capisce che le tanto agognate scuse non arriveranno mai: "Non ho le tue scuse ma va bene così". Sipario e ognuno al suo posto. 

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