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Giovedì, 25 Aprile 2024
"il caso tortora"

Silvia Tortora e la lotta per la verità accanto a papà Enzo

La giornalista aveva 21 anni quando il padre venne accusato di associazione camorristica e traffico di droga, reati ai quali, dopo un lungo e devastante iter giudiziario, risultò totalmente estraneo

A pochi minuti dalla notizia della scomparsa di Silvia Tortora, i social raccolgono i pensieri rivolti alla donna che durante i suoi 59 anni ha saputo lasciare traccia di una grande  professionalità e di una forte personalità. "Grande Donna. Riposa cara con il tuo amato padre" è uno dei tanti tweet rivolti alla giornalista scomparsa questa notte in una clinica romana. Nulla di ufficiale, al momento, si dice sulle cause del ricovero. Molto, tanto, sulla vita della giornalista segnata profondamente dalla vicenda giudiziaria del padre Enzo per il quale è sempre stata in prima linea, per difenderlo negli anni di un processo che lo vide prima condannato per associazione camorristica e poi assolto.

"Il caso Tortora"

I messaggi di cordoglio per la scomparsa di Silvia Tortora sono tutti associati alla drammatica vicenda vissuta dalla sua famiglia dal 1983 al 1987. La giornalista, figlia di Enzo Tortora e della sua seconda moglie Miranda Fantacci, aveva 21 anni quando il padre venne accusato da soggetti provenienti da contesti criminali di associazione camorristica e traffico di droga, reati ai quali, dopo un lungo e devastante iter giudiziario, risultò totalmente estraneo. Dopo sette mesi di reclusione, il conduttore del programma Portobello fu liberato, ma il 17 settembre 1985 venne condannato a dieci anni di carcere. La sua innocenza fu dimostrata e riconosciuta il 15 settembre 1986, quando venne assolto dalla Corte d'appello di Napoli con sentenza confermata dalla Corte di Cassazione nel 1987. A un anno dalla sua definitiva assoluzione, Enzo Tortora, che intanto venne eletto europarlamentare per il Partito Radicale, di cui divenne anche presidente, morì a causa di un tumore: aveva 59 anni, la stessa età della figlia Silvia che ha sempre combattuto per la verità accanto a lui insieme alla sorella Gaia, attuale vicedirettrice del tg di La7.

Fu proprio Silvia Tortora, infatti, a scrivere il soggetto cinematografico del film Un uomo perbene, di Maurizio Zaccaro, dedicato alla figura del giornalista e conduttore che nel 1999 le valse il Nastro d'argento al Festival di Taormina. "Dal mio punto non è cambiato nulla: sono 30 anni di amarezza e di disgusto. Mi aspettavo una riforma del sistema giudiziario, invece non è accaduto. I processi continuano all'infinito. Anzi in 30 anni c'è stata una esplosione numerica" disse la giornalista in occasione del trentesimo anniversario della morte del padre ricordando il doloroso caso affrontato con indimenticabile amarezza. Tra le sue pubblicazioni, anche Cara Silvia (Marsilio 2002), testo che ha raccolto le lettere inviatele dal carcere dal padre Enzo.

La vita privata di Silvia Tortora

Nel 1988, poco dopo la morte del padre, Silvia Tortora sposò l'attore francese Philippe Leroy, con cui ebbe due figli, Philippe e Michelle. La vita privata della coppia è sempre stata tenuta al riparo da qualsiasi ingerenza mediatica così come quella dei loro figli. Uno stile "delicato e discreto" quello di Silvia Tortora, oggi definito così dall’amico Gianluigi Nuzzi che si è unito al coro di ricordi con una foto iconica dove è raffigurata accanto al padre.

"Sei stata come sempre elegante per farmi apprezzare cosa vuol dire costruirsi un'identità dopo la tormenta con il cuore a lutto e un orizzonte nero", scrive il giornalista: "Ricordo i nostri incontri romani, ricordo te soprattutto che ti eri messa a difesa proprio dell'identità di un padre ucciso dalla malagiustizia, giustamente intollerante sulle misere speculazioni di chi spendeva male il vostro cognome per professarsi innocente. Tortora".

Su di lei con cui ha collaborato per diverso tempo con MixerLa Storia siamo noi e Big - La via del cuore, la via della ragione, Gianni Minoli è pronto a un ricordo speciale: "Stiamo preparando un ricordo di lei riproponendo la sua testimonianza sul caso Tortora" ha affermato Minoli parlando della puntata dal nome C'era una volta Portobello in cui raccontava la storia del celebre programma e del suo altrettanto indimenticabile conduttore, il padre Enzo Tortora: "Una gran bella persona, solare e disponibile oltre che un'ottima professionista".

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