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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Com'è "Solo per passione", il il film tv su Letizia Battaglia: la recensione in anteprima

Su Rai Uno il 22 e il 23 maggio il film tv di Roberto Andò che racconta la vita e le lotte della fotografa

“Fotografare è stato il mio modo di combattere”, sono queste le parole di Letizia Battaglia che riecheggiano di più nel film di Roberto Andò che ne racconta la vita. “Solo per passione - Letizia Battaglia fotografa” andrà in onda in due serate su Rai Uno il 22 e il 23 maggio, in occasione della Giornata della legalità e del trentesimo anniversario della Strage di Capaci. A incarnare la fotoreporter che con i suoi scatti raccontò la ferocia della mafia e la dannazione di sangue in cui fu intrappolata Palermo tra gli anni ’70 e ’90, è l’attrice palermitana Isabella Ragonese. Nel cast anche Paolo Briguglia, Anna Bonaiuto, Roberta Caronia.

Solo per passione, la trama

Il film tv che racconta la straordinaria e movimentata vita della grande fotoreporter Letizia Battaglia, ci fa seguire questa donna lungo un arco temporale lunghissimo, che va dagli anni ’50 ai giorni nostri. La vita della protagonista, interpretata da Isabella Ragonese, inizia come un vita qualunque di una donna qualunque della sua generazione: con un matrimonio da giovanissima, una casa, un marito e tre figlie.

Una realtà che vediamo andare subito stretta a Letizia Battaglia che riconosciamo subito come una ragazza irrequieta e anticonformista, che soffre le restrizioni della società dell’epoca e cerca in qualche modo di svincolarsene, ingaggiando una dolorosa battaglia con un mondo che non concede alle donne quasi nessuna libertà di scelta. 

Quando Letizia Battaglia decide di andare fino in fondo e di lasciare il marito per iniziare a cercare la sua strada, diventa una madre single di tre figlie ,senza lavoro e senza titolo di studio nella Palermo degli anni ’60. Eppure, il destino ha per lei in serbo la sorpresa più grande, ovvero la scoperta di un talento che la renderà uno dei nomi più importanti della fotografia italiana.

Letizia Battaglia ha quasi quarant’anni quando bussa alla porta del quotidiano L’Ora. Qui trova qualcuno che le dà una possibilità e la mette a scrivere, ma dopo poco tempo scopre la sua vera vocazione prendendo in mano una macchina fotografica. Da allora con i suoi scatti racconterà gli anni più feroci della sua città, fotografando persone comuni, mafiosi, politici, intellettuali e soprattutto cadaveri, quelli dei cattivi e anche quelli di magistrati, poliziotti, uomini dello stato, nello sforzo di fare aprire gli occhi dell’opinione pubblica su quella lunga mattanza che insanguinò Palermo tra gli anni ’70 e i ’90.

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Passione sì, ma anche impegno e audacia nel racconto della vita di Letizia Battaglia

“Mi ha salvato la fotografia”, ha detto Letizia Battaglia in un’intervista, e il film tv che ne racconta la travagliata vita non fa che confermare questa dichiarazione. D’altronde, la fotografa ha lavorato insieme al regista Roberto Andò per tre anni su questo progetto, andando anche di persona sul set durante le riprese.  Quello che vediamo sullo schermo è dunque un racconto biografico portato avanti con meticolosità e con la consulenza della protagonista, venuta a mancare all’improvviso pochi mesi fa.
“Solo per passione” racconta due tipi di lotta ingaggiati dalla fotografa nel corso della sua vita inquieta e movimentata. 
La prima, che precede tutto il resto, è la lotta di una donna per la propria libertà e la propria emancipazione nell’Italia degli anni ’50. Una battaglia dolorosa e difficile, più di quanto oggi ci si possa immaginare.

 E’ la battaglia che inizia da affrontare quando è da sola, nell’anonimato, prima di diventare fotoreporter conosciuta in tutto il mondo, negli anni in cui è una moglie infelice e una giovane madre di tre figlie. Una battaglia che ritornerà, in altre forme, anche quando si troverà a lavorare in un ambiente quasi esclusivamente maschile. La seconda battaglia che vediamo è quella dell’impegno civile, della lotta alla mafia. 

La scoperta della fotografia, per questa donna ormai quarantenne, è un’importante ancora di salvezza, ma anche uno strumento che nelle sue mani diventa un’arma per denunciare e quindi provocare una reazione e cambiare le cose. C’è tutta questa doppia tensione che percorre il film di Andò, due grandi temi che attraversano in modo, anche molto doloroso, la vita di una donna audace e in anticipo sui tempi, spesso delusa ma mai rassegnata.

“Solo per passione” è anche un racconto storico, che ci porta nella Palermo della guerra di mafia, che risveglia ricordi dolorosi e giusta indignazione. Davanti all’obiettivo di Letizia Battaglia vediamo sfilare la storia più tragica degli ultimi anni, e tanti uomini che si erano schierati contro la barbarie, la maggior parte dei quali fatti tacere con la morte: da Leonardo Sciascia a Pierpaolo Pasolini, da Boris Giuliano a Piersanti Mattarella, fino al giudice Giovanni Falcone e a tanti altri. Palermo è coprotagonista delle vicende della fotoreporter, che si immerge nei luoghi e nei tempi più bui della città, nella speranza di fare qualcosa di utile per contribuire a salvarla, scatto dopo scatto.

La mano del regista, e la scelta degli attori, quasi tutti siciliani, rimanda allo spettatore l’autentica partecipazione al racconto di quegli anni feroci. E’ un film che racconta la vita e il lavoro di una donna di coraggio e talento, ma soprattutto uno spaccato della nostra storia civile.

Voto: 7

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