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Martedì, 23 Aprile 2024
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"Rai fluida e gay friendly", attaccato il direttore Coletta. Imma Battaglia: "Non torneremo nel ghetto"

Il direttore del Prime Time accusato di aver trasformato la tv pubblica in una vetrina per contenuti e personaggi cari alla comunità Lgbt

Stefano Coletta accusato di trasformare "tutto ciò che tocca in un'industria dello spettacolo gay friendly" e di sdoganare sulla tv pubblica "la fluidità di genere come normalità di rete". A scriverlo è stato ieri Luigi Mascheroni su Il Giornale, sferrando un colpo durissimo contro il direttore del prime time, ovvero colui che si occupa della prima serata di tutte e tre le reti di viale Mazzini. Coletta - secondo Mascheroni (che a onor del vero non è l'unico a sostenere questa tesi) - avrebbe colorato i palinsesti a tinte arcobaleno, strizzando molto più di un occhio a contenuti e personaggi cari alla comunità Lgbtq.

Nessun commento da parte di Stefano Coletta, che però sta ricevendo una bella ondata di solidarietà da parte di molti colleghi e addetti ai lavori. A scrivere in queste ore al direttore dell'Intrattenimento Prime Time Imma Battaglia, che chiama subito il problema per nome: "Imbarazzo e offese, condite da una buona dose di omotransfobia neanche troppo nascosta, dietro la penna di Luigi Mascheroni che ha attaccato Stefano Coletta e le sue scelte. Un articolo che punta il dito contro un singolo, per attaccare la dignità di tutta la comunità Lgbtqia+".

L'attivista - unita civilmente con Eva Grimaldi - continua: "Una cosa è mettere in discussione il lavoro del direttore Rai, altro è offendere parafrasando, deridendo le scelte artistiche e ancor più la vita personale di un uomo. Le parole utilizzate da Luigi Mascheroni non tradiscono e indicano, senza alcun dubbio, quale sia la parte politica verso cui il giornalista sia votato. Il Dottor Mascheroni infatti, rappresenta con fierezza di parola la sua cultura conservatrice e oltranzista, con il suo 'Zeitgeist arcobaleno' e il suo palinsesto greco 'palin psaomai', che però appaiono come una chiara intenzione a misurarsi in una vuota gara sulla preparazione culturale dello stesso Coletta, a cui va tutta la mia solidarietà dopo aver letto un articolo che, in realtà, non dice la cosa più importante. La Rai - si legge ancora nel post su Instagram - affronta il tempo che passa cercando di tenere la stessa velocità con cui cambia la società. E Sanremo, il più grande successo di share fatto da Stefano Coletta, altro non è se non lo specchio più grande del tempo, delle persone e della società e dei suoi mutamenti. E di questo, l'acculturato Mascheroni dovrà farsene una ragione".

Sanremo, infatti, è uno dei nodi cruciali dell'articolo. Secondo il giornalista, Coletta lo avrebbe farcito di "liquidità sessuale" e il trionfo della coppia Blanco-Mahmood o ancora prima il successo di Achille Lauro - che hanno fatto della fluidità quasi un cavallo di battaglia - lo dimostrerebbero. Imma Battaglia fa poi un ragionamento preciso: "Sfugge al giornalista il ruolo della tv pubblica, che ha il dovere di rappresentare la società e non la becera politica, ormai completamente distante anni luce dalla vita delle persone e dei loro problemi quotidiani. Sfugge al giornalista che, perfino Papa Francesco ha chiesto l'accoglienza e il rispetto delle diversità. E forse ancora, sfugge al giornalista, che i risultati ottenuti dal direttore Coletta mostrano il riconoscimento del pubblico, sovrano, rispetto alle sue critiche". 

La conclusione è un contrattacco a nome di tutta la comuntà Lgbt: "Noi nel ghetto non ci torneremo mai più. Quel mondo in bianco e nero non ci appartiene più, non è di questo tempo. Grazie a uomini che hanno il coraggio di guardare un nuovo mondo dai colori. Grazie a Stefano Coletta".

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