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Giovedì, 18 Aprile 2024

Donatella Polito

Giornalista

Ieri i Telegatti, oggi la tv si premia da sola (e campa di rendita)

È bastata l'ipotesi che la cerimonia dei Telegatti potesse tornare in tv dopo 14 anni per evocare ricordi, antichi come la carezza di una nonna. "Sorrisi superstar, you're the best in the world" è riecheggiato per qualche giorno nella memoria del popolo cresciuto a Bim Bum Bam e tazze di latte con polvere di cacao bevuto durante i cartoni, braccato nel vortice di un reperto emotivo destinato, però, a rimanere tale. Non ci sarà nessun evento televisivo per omaggiare persone che allora erano "solo" famose e concedevano autografi, mica selfie; nessuno riceverà davanti a milioni di spettatori la statuetta del simpatico felino, "domestico" al pari della televisione che veniva gratificata; il pubblico, un tempo individuato nei lettori del settimanale Tv Sorrisi e Canzoni che votavano i programmi e i personaggi migliori della stagione trascorsa, adesso è diverso, è altro, mero fruitore di un servizio definito da un comparto che ultimamente sembra tendere più all'autoincensamento che a lasciarsi celebrare. Bene ha spiegato Aldo Vitali, il direttore del magazine che ha rilanciato lo storico premio sotto tutt'altra veste: "Il mondo è mutato, così come il modo di fare intrattenimento che si è arricchito con i social, il digitale, lo streaming. Allo stesso modo cambiano anche i tempi e le modalità delle premiazioni: il nostro nuovo Telegatto sarà consegnato in diversi momenti nel corso dell'anno, diventando un riconoscimento al merito di chi lo riceverà".

Ecco, appunto, il merito. Qualcosa sembra essere cambiato anche qui, anche nel modo di intendere le qualità e le virtù di chi oggi sta davanti a una telecamera della tv generalista e, per ciò solo, pare essere degno automaticamente di un elogio. Non lo fa lo spettatore? Magari perché distratto dallo streaming, oberato di offerte che superano le domande, soddisfatto da ciò che vuole e quando vuole grazie all'on demand? Nessun problema: ci pensano gli stessi protagonisti della tv poco considerata a indirizzare verso se stessi le luci della ribalta, amplificate dalla potenza dei social network e dei milioni di follower sbandierati a mo' di certificato attestante la popolarità. 

Il confine tra tv e social, talento e merito

In generale, la sensazione è che si sia perso di vista il confine tra il talento, quello autentico che dopo mesi e anni di lavori e lavoretti si mostra evidentemente forgiato dalla cara vecchia gavetta, e la popolarità ottenuta a colpi di belle foto e storie divertenti raccontate sui vari Instagram, TikTok, Facebook. L'equazione "se hai tanti follower, allora funzioni" sembra permeare la vita virtuale come quella vera, con effetti potenziali tutt'altro che gratificanti per chi crede (e spera, e investe pure tanto denaro) che di certo è nel mondo immenso della Rete che si pescheranno i prossimi Corrado, Raffaella Carrà, Sandra Mondaini, Raimondo Vianello e così via...  

Bando alle perplessità: magari sarà così. Mai dire mai e guai a perdere la fiducia. Nuovi comici, conduttori, ballerini e cantanti torneranno a brillare come astri luminosi nel cielo dello star system nostrano e saranno bravissimi a intrattenere il pubblico sempre più esigente, puntiglioso, certe volte così criticone con quei commenti scritti contemporaneamente alla messa in onda di un programma che nel bene e nel male diventa trend topic. Nel frattempo però, mentre si attendono guizzi creativi per nuovi format e magari anche l'avvento di eclettici personaggi degni di essere considerati davvero "rivelazioni", la consuetudine di dedicare intere serate-evento ai protagonisti di decenni di televisione e musica prende sempre più piede nel palinsesto claudicante degli ultimi tempi.

Al Bano e Romina, per esempio, e i loro 55 Passi nel Sole celebrati per due serate nel 2019; Claudio Baglioni che per tre sabati ha intrattenuto la platea con il suo Uà - Uomo di varie età; Iva Zanicchi omaggiata nel one woman show in due appuntamenti ricchi di ospiti chiamati per applaudirla; Michelle Hunziker sponsor della sua stessa carriera con il recente Michelle Impossible; Maurizio Costanzo, giustamente onorato per i 40 anni del talk più importante e conosciuto della tv: sono questi i casi che lasciano pensare a come oggi la televisione, e Canale 5 in particolare, vagando nel vuoto disorientante di idee e contenuti, intanto si assicura una rendita grazie ai protagonisti di una generazione che la gloria ha saputo e imparato a meritarla. Gli applausi e la stima del pubblico e pure il grazie di Piersilvio Berlusconi, autore di lettere pubbliche destinate a chi è stato determinante per la crescita di un'azienda di cui però, ricordando gli antichi successi, esalta pure la vacuità del suo presente. 

La trasmissione dell'anno, il personaggio rivelazione (maschile e femminile), il miglior quiz, varietà, programma di musica, sport, scienza, informazione e cultura: erano queste le categorie premiate con i Telegatti negli anni assegnati a professionisti del calibro di Raffella Carrà, Loretta Goggi, Alberto Castagna, Fiorello, Mike Bongiorno. Oggi niente più, via libera all'immaginazione. E per ora va bene così. 

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