Vauro attacca Formigli: "Se la vedrà con la sua etica professionale"
Il commento del vignettista dopo la puntata di Piazza Pulita in cui il conduttore ha fatto riferimento a un intervento dell'amico Giulietto Chiesa, scomparso due anni fa
Vauro Senesi attacca Piazza Pulita e il suo conduttore Corrado Formigli - di cui è spesso ospite - dopo la puntata andata in onda ieri giovedì 3 marzo. “Mi hanno fatto arrabbiare molto” dice il vignettista riferendosi ad un intervento di Giulietto Chiesa, scomparso due anni, ripreso dal giornalista nel corso della diretta di La7.
“Corrado Formigli ha preso un intervento risalente mi pare a 7 anni fa di Giulietto Chiesa, che fra l'altro era mio intimo amico, ma questo non conta, dove peraltro Giulietto, deceduto due anni fa, dice cose sensatissime perché parla di quelle che erano le condizioni che sono poi quelle che hanno portato a questo macello, a questa guerra. Insomma, prende questo intervento e lo presenta con queste parole: 'il ventriloquo di Putin'. Ecco, se arriviamo addirittura a criminalizzare i morti, cosa ci manca ancora? Fra l'altro, ovviamente, essendo io stato suo grande amico, sono in contatto quasi quotidiano con sua moglie, e lei era allibita, ed è dire poco”.
Vauro aggiunge di aver tentato invano di intervenire in trasmissione: “Mi è stato risposto che c'era un problema tecnico, di tempi, naturalmente. Ho annunciato che non parteciperò più come ospite a 'Piazza Pulita'. Formigli mi ha scritto dicendomi che si è scusato in diretta per il termine inappropriato, ma tanto il problema di non andare o meno in trasmissione sarà risolto automaticamente, perché mi sembra che ormai tutte le voci che non parlano attraverso l'elmetto non sono molto gradite”.
Formigli ha rivolto le sue scuse a Vauro con un messaggio, ma il vignettista è fermo sulle sue posizioni: “La mia riposta è 'ok', ma se la deve vedere lui con la sua etica professionale e morale. Io non sono nessuno per dare giudizi, non è neanche nel mio stile. Credo che ci sarebbe molto bisogno che i professionisti dell'informazione facessero un mimino, un minimo, di attenzione e che forse essere tutti arruolati e pronti a partire, non si sa per dove né per chi, non fa bene alla democrazia”.