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Martedì, 16 Aprile 2024
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Valentina Nappi non ha dubbi: "Girare porno in Italia si può"

Tempo fa su Today.it ci eravamo occupati della controversa legislazione italiana in fatto di "produzione di materiale pornografico". Secondo l'interpretazione di alcuni in Italia sarebbe illegale girare materiale a luci rosse. Di diversa idea la pornostar Valentina Nappi, che si è informata andando a leggere gli atti e ci ha inviato le sue conclusioni.
 

Questa mattina ho ritirato una consulenza scritta – del prof. Vincenzo Maiello, ordinario presso l’Università Federico II di Napoli – sulla liceità della produzione di film porno in Italia. La consulenza è molto esaustiva e dettagliata ed occupa diverse pagine: ne riporto qui alcune conclusioni salienti. Poiché il fatto che non sussistono problemi di “pubblicazione oscena” è generalmente noto all’opinione pubblica e ai media, voglio riportare alcuni passaggi relativi alla legge Merlin, su cui invece spesso l’opinione pubblica e i media non hanno le idee chiare. I grassetti non sono miei, ma sono quelli originali del documento.

“III. LA NON SUSSUMIBILITA` DEL RAPPORTO PRODUTTORE-ATTORE NEI FILM HARD NEL DELITTO DI FAVOREGGIAMENTO E SFRUTTAMENTO DELLA PROSTITUZIONE
Orbene, proprio il fatto che [...] è determinante nel far escludere che siano riconducibili in questo concetto anche altri comportamenti similari, ma sostanzialmente differenti, come il rapporto tra fruitore e attori di un film hard, ovvero di riviste a contenuto pornografico e, ciò che in questa sede maggiormente interessa, tra produttore e attori di simili pellicole. Nelle attività di produzione di film hard il rapporto che si instaura tra produttore, regista, organizzatori e attori non solo non integra il delitto di cui all’art. 3 l. 75/1958, ma non configura neanche un fatto sussumibile nella nozione di prostituzione“.

“Il tipo di rapporto che si instaura non è, quindi, proprio riconducibile al genus della prostituzione, mancando sul terreno oggettivo il contenuto sinallagmatico delle reciproche prestazioni del cliente e della prostituta”.

C’è poi un passaggio divertente, che mostra come anche Sandro Bondi abbia dato il suo contributo alla causa della corroborazione della liceità del produrre porno in Italia…

“IV. L’IMPLICITO RICONOSCIMENTO DELLA LICEITÀ DELLA PRODUZIONE DI FILM HARD ALLA LUCE DELLA LEGISLAZIONE IN MATERIA DI TRASMISSIONI TELEVISIVE, EDITORIA E TRIBUTI
[...]
Ed ancora, a definitiva conferma di quanto detto sovviene anche l’art. 1, comma 466 della legge finanziaria 2006 introduttiva della c.d. porno tax e l’art. 31 del successivo decreto legge n. 185/2008, convertito in legge n. 2/2009 ai sensi del quale: “È istituita una addizionale [...] L’addizionale [...] si applica alla quota del reddito complessivo netto proporzionalmente corrispondente all’ammontare dei ricavi o dei compensi derivanti dalla produzione, distribuzione, vendita e rappresentazione di materiale pornografico [...]“. Questa norma – divenuta effettivamente operativa  dopo l’emanazione [...] – prevedendo un aumento dell’imposizione fiscale sui compensi derivanti dalla produzione, distribuzione, vendita e rappresentazione di materiale pornografico, presuppone che tali attività siano considerate lecite, anche quella di produzione e distribuzione di materiale pornografico. Sulla scorta di questa sintetica ricognizione della legislazione di settore [...] si può desumere in maniera implicita, ma inequivocabile, il carattere intrinsecamente lecito della produzione di film hard. Nel momento in cui il legislatore disciplina [...] e ne definisce, addirittura, il peculiare regime fiscale [...] indirettamente ribadisce, presupponendola, la liceità della loro produzione, in ragione del principio di non contraddizione dell’ordinamento giuridico che impone di non incriminare ciò che è autorizzato, facoltizzato o tollerato dall’ordinamento giuridico”.

Insomma: girare porno in Italia è assolutamente legale!
Non esiste quindi alcun motivo legislativo per cui in Italia non si producono regolarmente film porno come a Los Angeles (o in altri paesi europei). Il vero motivo è in parte il pregiudizio e in parte il non voler pagare le tasse.
Ma io, al contrario, resterò qui, pagherò le tasse e proverò a dare inizio a un nuovo movimento per una pornografia italiana di livello internazionale.

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