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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cinema

Venezia 2013, tocca a "L'intrepido" di Gianni Amelio

Presentato il secondo film italiano in competizione. Protagonista Antonio Albanese nei panni di un disoccupato che ogni giorno si ricicla come "rimpiazzo". Al cinema dal 5 settembre

"L'intrepido" di Gianni Amelio è il secondo dei tre film italiani in concorso alla 70esima Mostra del Cinema a Venezia, che debutterà oggi al Lido e uscirà poi al cinema giovedì 5 settembre.

Amelio, già vincitore del Leone d'Oro nel 1998 con "Così ridevano", racconta una storia di disoccupazione in forma di commedia amara.

Protagonista è Antonio Albanese. Il suo lavoro è fare il rimpiazzo: ogni mattina si inventa un mestiere, sostituendosi a qualcuno che per qualche motivo deve assentarsi brevemente dal posto di lavoro e vivendo una vita diversa che però lo rende felice.

Ecco la sinossi del film:

Immaginiamo che esista un nuovo mestiere e che si chiami “rimpiazzo”. Immaginiamo che un uomo senza lavoro lo pratichi ogni giorno, questo mestiere. E dunque che lavori davvero oltre misura e che sia un uomo a suo modo felice. Lui non fa altro che prendere, anche solo per qualche ora, il posto di chi si assenta, per ragioni più o meno serie, dalla propria occupazione ufficiale. Si accontenta di poco, il nostro eroe, ma i soldi non sono tutto nella vita: c’è il bisogno di tenersi in forma, di non lasciarsi andare in un momento, come si dice, di crisi buia. Immaginiamo poi che esista un ragazzo di vent’anni, suo figlio, che suona il sax come un dio e dunque è fortunato perché fa l’artista. E immaginiamo Lucia, inquieta e guardinga, che nasconde un segreto dietro la sua voglia di farsi avanti nella vita. Ce la faranno ad arrivare sani e salvi alla prossima puntata?

Gianni Amelio, ultimo regista italiano ad aver conquistato il Leone d'Oro a Venezia seguendo la tradizione di Ermanno Olmi, Gillo Pontecorvo, Luchino Visconti, Michelangelo Antonioni, Francesco Rosi, Valerio Zurlini, Roberto Rossellini, Mario Monicelli e Renato Castellani, ha commentato così il suo film:

"Il produttore dice che questo film è come una nuvola: mentre lo guardi cambia forma. Forse ha ragione. All’inizio delle riprese l’ho definito una commedia, ma in tanti saranno pronti a smentirmi, anche se si ride parecchio. Perché c’è pure chi si commuove e versa qualche lacrima. L’ho scritto di getto, sul corpo e l’anima di un attore che amo molto e con il quale da tempo avevo voglia di lavorare: un soggetto “su misura” ma non troppo, che mi facesse competere con il suo talento scoprendone qualche lato nuovo, scommettendo su delle sorprese. E accanto a lui ho voluto due giovani ancora sconosciuti, un ragazzo e una ragazza di vent’anni, che regalassero un po’ della loro innocenza agli altri protagonisti. L’intrepido è ambientato oggi, in Italia. Ma non per respirare “l’aria del tempo”, piuttosto per trattenere il fiato. Da qui la sua anomalia rispetto ai film che ho fatto finora e la sua fedeltà a certe cose che mi stanno a cuore da sempre. In questo senso si può leggere il titolo, che riporta ai fumetti che divoravo da ragazzino. In quel giornaletto c’erano figure illustrate ma io le credevo reali; si narravano storie fantasiose ma io pensavo che la vita fosse quella. E soprattutto aspettavo di settimana in settimana il seguito dell’avventura, per la necessità di un lieto fine. Proprio come adesso".

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