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Sabato, 20 Aprile 2024
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Il maltempo inaugura l'autunno dopo l'anomalia dell'estate 2019

Con l'equinozio d'autunno l'estate 2019 va in archivio con ben 841 eventi estremi e si pone come la terza più calda dopo quelle del 2003 e del 2017

Il maltempo arriva con l'equinozio d'autunno: colpa di un vortice temporalesco che, dopo aver condizionato parte del weekend, insisterà ancora sull'Italia. Piogge e temporali seguiteranno a colpire soprattutto il Nord Est e le aree centrali tirreniche, con fenomeni localmente intensi.

Precipitazioni, seppur meno importanti, bagneranno comunque il resto delle zone centrali e, verso sera, anche le coste tirreniche meridionali. Attenzione inoltre ai forti venti che insisteranno soprattutto sulle aree centro meridionali, con raffiche fino a quasi 100 km/h.

Maltempo, fino a quando piove

A partire dalla serata di oggi lunedì 23 settembre è atteso però un generale miglioramento, che si concretizzerà domani martedì 24 settembre quando le regioni italiane vedranno un netto aumento della pressione e un miglioramento delle condizioni meteo che - tuttavia - sarà solo temporaneo.

Come spieagno da ilmeteo.it già mercoledì 25 settembre una nuova perturbazione raggiungerà molto rapidamente le regioni settentrionali, dove si verificherà un rinnovato seppur moderato peggioramento, in veloce movimento verso le regioni del Centro; tempo maggiormente stabile e soleggiato invece al Sud. Giovedì 26 settembre infine la veloce perturbazione scivolerà verso le regioni meridionali, portando una moderata instabilità lungo le coste tra il sud della Campania e la Calabria. Tornerà il bel tempo invece sul resto dell'Italia.

Meteo, le previsioni per le prossime ore

Il maltempo arriva con l'autunno dopo una estate in cui dal punto di vista climatologico è caduta in Italia quasi un quarto della pioggia in meno rispetto alle medie stagionali. Tuttavia l'estate va in archivio con ben 841 eventi estremi tra trombe d'aria, bombe d'acqua, grandinate e venti forte, quasi il doppio dello stesso periodo dell'anno precedente (+84%) come denuncia Coldiretti.

L'estate 2019 si è classificata in Italia come la terza più calda da almeno sessanta anni con una temperatura che è stata superiore di 1,7 gradi la media di riferimento, più bassa solo di quella delle estati bollenti del 2003 e del 2017.

L'anomalia dell'estate 2019

L'anomalia è evidente anche in Europa dove l'estate si classifica al quarto posto tra le più calde mai registrate con una anomalia di +1,78 gradi rispetto alla media di riferimento. Una tendenza confermata a livello planetario dove l'estate si classifica al secondo posto delle più bollenti dal 1880 con una temperatura estiva sulla superficie della terra e degli oceani, addirittura superiore di 0,93 gradi rispetto alla media del ventesimo secolo, sulla base della banca dati del National Climatic Data Centre (NOAA).

Si tratta - continua la Coldiretti - di una conferma delle preoccupazione sulla tendenza al surriscaldamento climatico sostenute dall'attivista Greta Thunberg e da milioni di giovani in occasione dell'appuntamento sul clima dell'ONU.

In Italia l'eccezionalità degli eventi atmosferici - ricorda la Coldiretti - è ormai la norma, tanto da aver condizionato nell'ultimo decennio la redditività del settore agricolo, con le perdite di raccolti dovute a calamità naturali che hanno assunto un carattere ricorrente. Il risultato - conclude la Coldiretti - è una perdita da 14 miliardi di euro in un decennio per l'agricoltura italiana, tra danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne e perdite della produzione agricola nazionale.

"Scienziati autorevoli ci dicono che il divario tra ciò che dovremmo fare per far fronte alla crisi climatica e ciò che effettivamente facciamo continua ad ampliarsi". Lo spiega il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres che oggi aprirà oggi la 74esima Assemblea generale delle Nazioni Unite chiedendo interventi efficaci per contrastare i mutamenti climatici.

Secondo uno studio del World Meteorological Organization il quinquennio tra il 2015 e il 2019 sarà quello con le temperature medie più alte mai registrate. I dati supererebbero di 1,1 gradi quelli del periodo preindustriale, compreso tra il 1850 e il 1900, e di 0,2 gradi quelli del quinquiennio 2011-2015.

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