È stato il quinto inverno più caldo mai registrato
I dati sono relativi alle temperature rilevate dal 1800 a oggi. Rispetto al trentennio 1991-2020 c'è stato uno scarto di 1.21°C. Le anomalie maggiori sono state registrate al Nord, specie per quanto riguarda le precipitazioni
Quello che sta per terminare è stato il quinto inverno più caldo dal 1800 a oggi con una temperatura complessiva di 1.21°C sopra la media trentennale registrata tra il 1991 e il 2020. Lo dicono i dati ISAC-CNR relativi al trimestre compreso tra dicembre e febbraio. Entrando più nel dettaglio a macroarea, l'anomalia maggiore riguarda il Nord con uno scarto rispetto alla media che sale a 1.38°C (piazzandosi così al quarto posto tra i più caldi per quanto riguarda le regioni settentrionali); al Centro e al Sud l'anomalia risulta rispettivamente di 1.09°C e 1.10°C. L’inverno più caldo finora registrato resta comunque quello del 2006-2007 con uno scarto di 1.76° C.
Le anomalie maggiori al Nord
"In generale in un segnale di fondo comunque più caldo per tutti, spicca ancora una volta il Nord anche in virtù di una circolazione atmosferica spesso bloccata con l'anticiclone a ovest del Continente che ha pilotato masse d'aria ulteriormente calda verso le regioni settentrionali" spiega il meteorologo di 3bmeteo.com Edoardo Ferrara. Che prosegue: "Non sono mancate occasionali irruzioni fredde dal Nordest Europa che hanno interessato soprattutto il Centrosud, ma si è trattato di episodi minoritari fine a sé stessi, con la prevalenza di temperature comunque sopra la media".
"Da notare - osserva ancora Ferrara - come questo 'muro anticiclonico' sull'Atlantico sia stato responsabile di un ulteriore aggravio delle condizioni siccitose non solo sul Nord Italia, ma anche su gran parte degli Stati centro-occidentali europei, primo su tutti la Francia (dove non ha piovuto per 32 giorni consecutivi a livello nazionale). Va inoltre ricordato che situazioni anticicloniche di blocco di questo tipo si sono già verificate in passato, ma nell'attuale contesto di cambiamento climatico gli effetti dell'alta pressione risultano ulteriormente esacerbati e potenziati".
"Per quanto riguarda le precipitazioni, se al Nord sono state ancora una volta purtroppo assai risicate, la stessa cosa non si può dire per diverse aree del Centrosud dove a tratti è piovuto anche in modo significativo" prosegue l'esperto. "Questo fatto, per quanto possa sembrare apparentemente paradossale, in realtà è consistente con il posizionamento anomalo e perseverante dell'alta pressione sul centro-ovest Europa, che ha favorito così la reiterata formazione di depressioni tra Nord Africa e basso Mediterraneo. Un ulteriore caso che ci mostra che non vale necessariamente l'equazione global warming=siccità: mentre per le temperature è appurato un generale inesorabile rialzo, la situazione si complica quando si entra nel campo delle precipitazioni, strettamente correlate a dove colpiscono le perturbazione".
Tornano le piogge, ma soprattutto al Centro-sud
"Nei prossimi giorni - precisa il meteorologo - le correnti atlantiche porteranno qualche pioggia, in particolare venerdì quando sono previsti anche rovesci e temporali sparsi ma ancora una volta soprattutto al Centrosud; idem nel weekend. Il Nord ancora una volta risulterà ai margini con precipitazioni più occasionali e ulteriore aggravio delle condizioni siccitose. Qualche pioggia più importante potrebbe arrivare la prossima settimana, ma rimane una ipotesi tutt’altro che definitiva".