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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Il riepilogo

10 notizie dal mondo che non sono finite in prima pagina

Dal ciclone in Madagascar al nuovo piano missilistico dell'Iran, i principali fatti della settimana che hanno avuto meno rilevanza sulla stampa

Attacco suicida in Somalia contro i delegati per le elezioni presidenziali

Un attentatore suicida ha preso di mira giovedì un minibus pieno di delegati coinvolti nelle elezioni parlamentari in Somalia, uccidendo almeno sei persone e ferendone 12 nella capitale Mogadiscio. Il gruppo radicale Al-Shabab, che mira a rovesciare il governo centrale e imporre la propria severa interpretazione della legge islamica, ha rivendicato la responsabilità per l'attacco. Le elezioni in Somalia sono iniziate il primo novembre e inizialmente avrebbero dovuto concludersi il 24 dicembre, ma termineranno il 25 febbraio. Secondo il processo elettorale indiretto della Somalia, i consigli regionali dovrebbero scegliere i componenti del Senato. Dei delegati, tra cui gli anziani dei clan, scelgono i membri della camera bassa, che poi sceglieranno un nuovo presidente in una data ancora da definire. Una disputa lunga mesi tra il primo ministro somalo Mohammed Hussein Roble e il suo rivale politico, il presidente Mohamed Abdullahi Mohamed, è stata accusata di essere alla base del ritardo delle elezioni parlamentari.

Ciclone in Madagascar, morte 111 persone. In migliaia restano senza casa

Lo scorso sabato sera il ciclone Batsirai ha colpito il Madagascar abbattendo case e linee elettriche e colpendo la costa sud-orientale dell'isola per tutta la giornata di domenica. Almeno 111 hanno perso la vita e 91mila abitanti hanno avuto le proprie case case distrutte o danneggiate. Batsirai è stata la seconda tempesta nel Paese in due settimane, dopo che il ciclone Ana ha ucciso 55 persone e ha causato lo sfollamento di altre 130mila in un'altra area più a nord. La nazione, che ha una popolazione di quasi 30 milioni di abitanti, era già alle prese con carenza di cibo nel sud, conseguenza di una grave e prolungata siccità.

Uccisi da soldati israeliani tre militanti palestinesi in Cisgiordania

Le forze israeliane hanno ucciso martedì tre uomini armati palestinesi che viaggiavano in un'auto nella Cisgiordania occupata. Il ministero degli Esteri palestinese ha descritto l'incidente come "una brutta esecuzione sul campo", mentre il primo ministro di Tel Aviv, Naftali Bennett, ha affermato che le forze israeliane hanno dimostrato che "i terroristi non hanno immunità". Il servizio di sicurezza israeliano Shin Bet ha affermato che gli uomini avrebbero fatto parte di una squadra responsabile di aver sparato contro soldati e civili israeliani nell'area nelle ultime settimane. Non sono state segnalate vittime in quegli attacchi, che hanno alimentato le tensioni in Cisgiordania e sollevato preoccupazioni per la sicurezza israeliana. Le Brigate dei Martiri di Al Aqsa hanno detto che i tre uomini erano membri del loro gruppo, che è legato al partito Fatah del presidente palestinese Mahmoud Abbas. "Israele è responsabile di questo assassinio criminale. Fa parte dei loro crimini in corso", ha affermato Monir Al-Jaghoub, portavoce di Fatah in Cisgiordania.

Inizia la campagna elettorale nelle Filippine, in campo anche il figlio dell’ex dittatore Marcos

Martedì ha avuto ufficialmente inizio la campagna elettorale nelle Filippine, in vista delle elezioni del nove maggio. Il favorito al momento è il 64enne Ferdinand Marcos Jr., il figlio del defunto dittatore Ferdinand Marcos che sembra pronto a ridare nuovo lustro al nome della famiglia 36 anni dopo che una rivolta del "potere popolare" pose fine al governo autocratico di suo padre. Dal ritorno della famiglia dall'esilio negli anni '90, Marcos è stato governatore e membro del Congresso della provincia settentrionale di Ilocos Norte, prima essere eletto al Senato nel 2010.

L'Iran svela di avere un nuovo missile a lungo raggio, mentre ripartono le trattative sul nucleare

L'Iran ha presentato mercoledì un nuovo missile di fabbricazione nazionale con una portata di 1.450 chilometri. La notizia è stata data dalla tv di Stato il giorno dopo che Teheran e Washington avevano ripreso i colloqui indiretti per salvare l'accordo nucleare del 2015, sospeso da Donald Trump. L'Iran, che ha uno dei più grandi programmi missilistici del Medio Oriente, afferma che i suoi missili balistici hanno una portata fino a 2.000 chilometri e sono in grado di raggiungere Israele e le basi statunitensi nella regione.

In Nicaragua condannato a 13 anni giornalista e avversario politico del presidente Ortega

Un giudice in Nicaragua ha condannato l'ex candidato alla presidenza e giornalista Miguel Mora a 13 anni di carcere per "cospirazione per minare l'integrità nazionale". Mora è stato l'ultimo di una serie di esponenti politici dell'opposizione ad essere condannato dopo processi durati alcune ore. I procedimenti giudiziari contro i 46 di loro, tra cui sette aspiranti presidenziali come Mora, sono iniziati il 1 febbraio. Le speranze di Mora di candidarsi alle elezioni dello scorso sette novembre sono state troncate è stato ordinato l'arresto suo e di altri sei contendenti a maggio e giugno, consentendo a Ortega, che ha guidato il Paese dal 1979 al 1990 e dal 2007 a oggi, di correre quasi incontrastato.

Ucciso un altro giornalista in Messico, è già il quinto quest'anno

Un giornalista è stato ucciso a colpi di arma da fuoco nello stato meridionale messicano di Oaxaca, il quinto nel Paese quest'anno. Heber López, direttore del sito di notizie online Noticias Web, è stato ucciso mentre lasciava uno studio di registrazione nella città portuale di Salina Cruz, due sospettati sono stati fermati. L'omicidio di López segue quello di quattro altri reporter nel primo mese dell'anno. Il 31 gennaio, Roberto Toledo, operatore di ripresa e montatore video per il sito online Monitor Michoacan, è stato ucciso a colpi di pistola mentre si preparava per un'intervista a Zitacuaro, Michoacan. Nella città di confine di Tijuana, la giornalista Lourdes Maldonado López è stata trovata a morta all'interno della sua auto il 23 gennaio, e sei giorni prima il fotografo Margarito Martínez è stato ucciso a colpi di arma da fuoco fuori dalla sua casa nella stessa città. Il giornalista José Luis Gamboa è stato ucciso nello stato di Veracruz, sulla costa del Golfo, in un attacco il 10 gennaio.

Proteste popolari in Argentina contro gli accordi col Fondo monetario internazionale

Migliaia di argentini hanno marciato per le strade di Buenos Aires martedì per protestare contro un probabile accordo con il Fondo monetario internazionale per rinnovare un debito di oltre 40 miliardi di dollari che il Paese non può ripagare. I manifestanti hanno sfilato per la capitale con striscioni che dicevano "no al pagamento del Fmi" e "no a un accordo", un segno della crescente tensione nella nazione sudamericana per l'intesa raggiunta alla fine del mese scorso. L'Argentina e il Fondo monetario hanno annunciato una svolta nei colloqui a fine gennaio per rinnovare un prestito fallito del 2018, che vedrebbe i pagamenti del debito rimandati ma comporterebbe impegni per raggiungere determinati obiettivi economici concordati con l'Fmi.

30 jihadisti uccisi in Mali dai militari locali supportati dall'Europa

Almeno 30 militanti islamisti sono stati uccisi e dozzine di veicoli e armi distrutte durante le operazioni congiunte tra la task force Takuba a guida francese e i soldati maliani, operazioni che si sono svolte la scorsa settimana, ma che sono state rese pubbliche solo martedì. Durante l'operazione principale del 3 febbraio, una colonna di combattenti in moto è stata avvistata da un drone, dando il via all'intervento. L'utilizzo di un caccia da pattuglia Mirage 2000 a sostegno delle forze europee e maliane schierate a terra "ha portato alla messa fuori combattimento di una ventina di terroristi", ha spiegato l'esercito francese. Nel Paese però la tensione è alta tra il governo di Choguel Maiga, nominato primo ministro ad interim dopo un colpo di Stato dello scorso anno, e la Francia, accusata di fare solo i propri interessi nella nazione e Parigi sta pensando di ritirare le proprie truppe.

Rapiti cinque funzionari Onu nello Yemen del sud

Cinque dipendenti delle Nazioni Unite sono stati rapiti da uomini armati nel sud dello Yemen mentre tornavano ad Aden dopo una missione sul campo. Il personale è stato rapito venerdì nel governatorato di Abyan, secondo Russell Geekie, portavoce dell'alto funzionario delle Nazioni Unite nella nazione. Nel Paese è in corso una guerra da quando il movimento Houthi, allineato all'Iran, ha rovesciato il governo della capitale, Sanaa, alla fine del 2014. Contro questo colpo di Stato è nata una una coalizione militare guidata dall'Arabia Saudita che è intervenuta militarmente. Tra le fazioni in guerra ci sono anche Al Qaeda e l'Isis. Il secessionista Southern Transitional Council, che controlla gran parte del sud dello Yemen ed è in contrasto con il governo yemenita, ha condannato i rapimenti come una "operazione terroristica".

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