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Mercoledì, 24 Aprile 2024
La dichiarazione

L'Europa condanna la legge anti-lgbt dell'Ungheria: l'Italia firma (ma per ultima)

Paesi come Francia, Germania, Spagna e Irlanda hanno sottoscritto la dichiarazione contro legge introdotta la scorsa settimana dal primo ministro ungherese Orban. Il sottosegretario agli Affari europei Enzo Amendola: "Non firmiamo, attendiamo chiarimenti", poi la firma last minute

Tredici Paesi europei, tra cui Francia, Germania, Spagna e Irlanda, hanno firmato una dichiarazione per esprimere "forte preoccupazione" per la legge introdotta la scorsa settimana in Ungheria che, si denuncia, "discrimina in modo palese le persone Lgbtiq e viola il loro diritto alla libertà di espressione, con il pretesto di proteggere i minori". Un documento ufficiale che in un primo momento non vedeva la firma dell'Italia, arrivata poi un seconda battuta, in assenza dei chiarimenti richiesti dal sottosegretario agli Affari europei Enzo Amendola. 

L'Ue condanna la legge anti-lgtb dell'Ungheria

"Stigmatizzare le persone Lgbtiq costituisce una palese violazione del loro diritto fondamentale alla dignità, così come sancito dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Ue e dal diritto internazionale", si legge nella dichiarazione congiunta promossa dal Belgio e a cui hanno aderito anche Olanda, Svezia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Lituania, Lussemburgo e Lettonia.

"L'inclusione, la dignità umana, e l'uguaglianza sono valori fondamentali della nostra Unione europea, e non possiamo fare compromessi su questi principi", si legge inoltre nella dichiarazione in cui si invita la Commissione, a cui spetta la tutela dei trattati europei, a "usare tutti gli strumenti a sua disposizione per garantire il pieno rispetto delle leggi Ue, anche portando la questione di fronte alla Corte di giustizia europea".

La legge varata in Ungheria proibisce programmi e materiali educativi per bambini che, si ritiene, "promuovano" l'omosessualità, identità sessuali diverse da quella di nascita o ridefinizione di genere. Il ministro degli Esteri ungherese, Peter Szijjarto, ha difeso il provvedimento sottolineando che "va solo contro ai pedofili".

Amendola: ''Non firmiamo, aspettiamo chiarimenti dall'Ungheria''

Perché l'Italia non ha firmato? Una risposta è arrivata dal sottosegretario agli Affari europei Enzo Amendola a margine del Consiglio Affari Generali a Lussemburgo:  "L'Italia non ha aderito alla petizione di alcuni Stati membri" contro la legge ungherese in materia di contenuti Lgbt per i minori, "preferendo attendere la posizione ungherese in Consiglio. Le perplessità tuttavia rimangono. Si impone ora una valutazione approfondita della Commissione".

Alcuni Paesi, tra cui Francia, Spagna, Olanda e Germania, hanno firmato una dichiarazione in cui si esplicita la "grave preoccupazione" destata dall'adozione da parte del Parlamento ungherese di emendamenti che "violano il diritto alla libertà di espressione con il pretesto di proteggere i bambini".

"Ho personalmente ribadito con altri ministri oggi in Consiglio Affari Generali - aggiunge Amendola - l'esigenza di avere chiarimenti sui recenti emendamenti del Parlamento ungherese quanto alle disposizioni in materia di minori, pubblicità, istruzione che lasciano perplessi per i passaggi discriminatori sull'orientamento sessuale. Il nostro Paese, come da recente dichiarazione a Coimbra, non ha mai fatto mancare sostegno ai diritti Lgbtiq affermati a livello europeo".

++Aggiornamento ore 20.50: l'Italia ha firmato la dichiarazione Ue++

Dietrofront dell'Italia, che in un secondo momento ha deciso di firmare la dichiarazione contro le leggi recentemente approvate in Unghieria. La confema è arrivata su Twitter dal sottosegretario agli Affari europei Enzo Amendola: "A fine Consiglio Affari Generali non sono arrivati chiarimenti soddisfacenti dall'Ungheria sulle leggi approvate che producono discriminazioni in base all'orientamento sessuale. Per questo, dopo dibattito, anche l'Italia ha firmato la richiesta degli altri 13 stati membri dell'Ue".

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