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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Bambina di 10 anni incinta dopo uno stupro: gruppi religiosi e prolife protestano per impedire l'aborto

Il caso in Brasile. Attivisti di estrema destra, antiabortisti e ultraconservatori hanno assediato l'ospedale dove è stata portata la bambina. L'aborto in Brasile è consentito solo in caso di stupro, rischio per la vita della madre e anencefalia

È diventato un caso in Brasile la questione delll'interruzione di gravidanza di una bambina di dieci anni, rimasta incinta dopo essere stata violentata ripetutamente per anni da uno zio. Nonostante la legge brasiliana permetta l'aborto solo in caso di stupro, rischio di morte per la madre e anencefalia (grave malformazione del foto), l'ospedale dello stato d'origine della bambina si è rifiutato di eseguire l'intervento per motivi di coscienza. Così la piccola è stata costretta a un viaggio di più di 1500 chilometri dallo stato di Espirito Santo a quello di Pernambuco, per essere ricoverata all'ospedale di Recife. 

Gruppo religiosi, militanti antiabortisti ed esponenti di estrema destra si sono radunati fuori dall'ospedale aspettando l'arrivo della bambina, chiamando "assassini" i medici e cercando di impendire l'acesso al personale medico. C’erano però anche molte donne venute a sostenere la bambina. “Quando vedi una bambina di dieci anni criminalizzata per aver interrotto una gravidanza a causa di uno stupro e perché la sua vita è in pericolo, hai davvero idea di cosa il fondamentalismo religioso stia avanzando nel nostro Paese”, ha denunciato Elisa Aníbal, una femminista di Recife. 

A rivelare il nome della bambina e l’ospedale che l’avrebbe accolta è stata un’attivista di estrema destra e sostenitrice del governo di Jair Bolsonaro, nota come Sara Winter. Giromini fino a l’anno scorso ha lavorato con la ministra delle ministra delle donne, della famiglia e dei diritti umani, il pastore evangelico conservatore Damares Alvas. Non si sa ancora da chi abbia avuto le informazioni che poi ha divulgato mentre un giudice ha ordinato a Google, Facebook e Twitter di rimuovere dalle loro piattaforme i dati della bambina.

Paula Viana, un’attivista pro-choice ha scortato la bambina in ospedale, è stata avvertita mentre si trovavano in taxi della presenza dei manifestanti e così ha fatto nascondere la piccola nel bagagliaio dell’auto per poi farla entrare di nascosto da un ingresso laterale. “È semplicemente incredibile che questo stia accadendo in Brasile, una parte della popolazione crede davvero che l’aborto sia peggio dello stupro. Ma noi non siamo sorpresi, perché sappiamo di avere un presidente che sostiene queste manifestazioni d’odio”, ha spiegato Viana, come dice il Guardian. 

La bambina, originaria di São Mateus, una piccola città nello stato sud-orientale dell'Espírito Santo, è stata ricoverata in ospedale il 7 agosto perché lamentava dolori addominali. Lì i medici hanno confermato che era incinta e la polizia ha raccolto la testimonianza della piccola, che ha raccontato di essere stata abusata da uno zio 33enne fin da quando aveva sei anni e di aver sempre taciuto per paura. Nonostante avesse avuto l'autorizzazione ad abortire, la bambina è stata costretta a lasciare lo stato per raggiungere Recife e sottoporsi lì all'interruzione di gravidanza. 

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