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Martedì, 28 Marzo 2023
l'intesa inaspettata / Cina

La Cina nuova superpotenza: il vero significato della pace tra Arabia Saudita e Iran

Il disimpegno statunitense apre le porte all'espansione di Pechino che ora sconvolge l'allineamento geopolitico del Medio Oriente

Dopo sette anni di tensione, Iran e Arabia Saudita tornano a parlarsi. Teheran e Riad hanno raggiunto un accordo che apre la strada al ristabilimento delle relazioni diplomatiche tra due rivali regionali, in grado di sconvolgere l'allineamento geopolitico del Medio Oriente. Un successo garantito e ottenuto dalla Cina che ora si presenta come potenza responsabile e "garante di stabilità" in una regione dove gli Stati Uniti hanno a lungo segnato i rapporti di forza tra i diversi paesi.

La vittoria politica di Pechino è arrivata nella giornata di oggi 10 marzo, quando Teheran e Riad con una nota congiunta hanno annunciato l'intesa raggiunta dopo quattro giorni di negoziati, che si sono tenuti in Cina, alleato di entrambi i paesi.

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L'avvicinamento dopo sette anni

L'accordo tra le due potenze mediorientali, l'Iran sciita e l'Arabia Saudita sunnita, prevede la riapertura delle ambasciate e delle missioni entro due mesi, così come il ripristino di vecchie intese commerciali, di investimento e culturali. L'Arabia Saudita e l'Iran hanno ribadito inoltre l'impegno a rispettare "la sovranità nazionale e non interferire nei loro affari interni", si legge nella dichiarazione congiunta. 

Ma cos'è successo tra Teheran e Riad? I legami tra i due paesi sono stati interrotti nel 2016 dopo l'esecuzione del leader sciita Nimr al-Nimr, giustiziato nel regno del Golfo insieme ad altre 46 persone. Come reazione, una folla assaltò con bombe incendiarie l'ambasciata saudita a Teheran e il consolato a Mashad. Un episodio che ha incrinato ulteriormente le relazioni tra Teheran e Riad. Poi la tensione è salita alle stelle quando i due paesi si sono accusati a vicenda per gli attacchi contro diverse petroliere nelle acque del Golfo. Nel 2019 si è temuto il peggio: il colpo effettuato da droni contro due siti petroliferi della Saudi Aramco portò sull'orlo di un conflitto, con i sauditi che puntarono esplicitamente il dito contro la Repubblica islamica.

Solo negli ultimi periodi, i governi dei due paesi hanno messo da parte i dissapori per avvicinarsi e riallacciare un dialogo preceduto da tentativi di colloqui informali tra le parti in Oman, Bahrein e Iraq. Senza però raggiungere il riallineamento sperato. La mediazione decisiva che ha sancito la ripresa delle relazioni è stata della Cina, che ha ospitato anche l'ultimo e decisivo round che ha permesso di risolvere tutte le questioni rimaste in sospeso tra le parti. 

Perché l'interesse della Cina?

"Questa è una vittoria per il dialogo, una vittoria per la pace, ed è una grande notizia positiva per il mondo che è attualmente così turbolento e irrequieto". Con queste parole Wang Yi, lo zar della diplomazia del Partito comunista cinese ha salutato l'accordo raggiunto tra Teheran e Riad, i due principali fornitori di petrolio di Pechino. L'intesa arriva a distanza di tre mesi dal viaggio di Xi Jinping a Riad e a un mese da quello a Teheran nel tentativo di presentarsi come attore diplomatico in una regione segnata dalla lunga presenza statunitense. 

Perché la Cina vuole fare più affari con i paesi arabi

Il ruolo della Cina nei colloqui bilaterali segna uno spartiacque per le ambizioni di Pechino nella regione e un altro duro colpo per gli Stati Uniti in una parte del mondo in cui la Casa Bianca ha inviato migliaia di soldati e speso centinaia di miliardi di dollari per garantire la sicurezza degli alleati. L'influenza degli Stati Uniti in Medio Oriente viene quindi messa in discussione, minacciata prima dall'intervento della Russia nella guerra civile siriana e poi dalla diplomazia della Cina. 

Pechino ha iniziato a offrire maggiore sostegno all'Iran durante la campagna di "massima pressione" statunitense, sia con un partenariato strategico globale (firmato a gennaio 2016 ma attuato solo a marzo 2021) sia con la proposta di far entrare l'Iran nell'Organizzazione per la cooperazione di Shanghai. Allo stesso tempo, la Cina ha rafforzato le relazioni con l'Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti, contribuendo finanziariamente al settore della difesa dei due paesi.

Con l'intesa raggiunta tra Teheran e Riad, la Cina rafforza la sua presenza sulla scena internazionale, senza però interferire nella violazione dei diritti umani e delle sanzioni imposte dall'occidente. La riluttanza della Cina ad addentrarsi troppo negli affari interni dei due paesi mediorientali è legata a una logica basata sui personali interessi economici (commerciali ed energetici) e geopolitici. 

Il ruolo più attivo di Pechino nella governance globale era già emerso in occasione del primo anniversario della guerra in Ucraina con un "piano di pace" in 12 punti, dove però non veniva menzionata la parola "pace". L'ulteriore spinta era arrivata con la pubblicazione del Global Security Initiative cinese, che mira a sostenere il principio della "sicurezza indivisibile", in base al quale nessun paese può rafforzare la propria sicurezza a spese di altri. Il documento promuove quindi una nuova idea securitaria e strategica nel mondo e nel Sud globale per contrastare "l'egemonia degli Stati Uniti".

Il doppio gioco della Cina nella guerra in Ucraina

C'è poi lo scontro tra Washington e Pechino. La presenza della Cina in Medio Oriente deve essere analizzata nel contesto del deterioramento delle relazioni bilaterali tra Cina e Stati Uniti. Pechino sta colmando il vuoto nella regione che era riempito da Washington, prima che quest'ultima concentrasse le sue attenzioni nel contenere l'ascesa geopolitica e tecnologica della Cina in Asia orientale.

Lo scetticismo di Israele e Stati Uniti 

Il ristabilimento delle relazioni diplomatiche tra Teheran e Riad non rende i due paesi alleati. L'accordo non trova infatti una soluzione alle preoccupazioni che i sauditi condividono con gli Stati Uniti e Israele sulle milizie dell'Iran in Libano, Siria, Yemen, o sul suo programma di missili balistici. Ed è proprio il programma nucleare iraniano - su cui non interviene l'intese tra Teheran e Riad - un altro elemento di tensione tra Iran e il resto del mondo.

Regna quindi scetticismo sull'intesa tra i due paesi del Golfo. "L'accordo tra Arabia Saudita e Iran è un totale e pericoloso fallimento della politica estera del governo israeliano", ha detto su Twitter l'ex premier e capo dell'opposizione Yair Lapid. La Casa Bianca ha invece accolto con favore l'intesa tra i paesi, ma dubita che Teheran "adempia ai suoi obblighi".

L'unico attore che può dirsi però soddisfatto è la Cina, che conquista un altro tassello nello scacchiere internazionale.

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