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Martedì, 16 Aprile 2024
Un problema anche ambientale

Perché aerei di linea vuoti stanno volando nei cieli di tutta Europa

Il caso dei 'ghost flights': per mantenere gli "slot" aeroportuali le compagnie aeree devono far volare almeno il 50% degli aerei, ma con Omicron sta diventando un problema

I "voli fantasma" con pochi o nessun passeggero a bordo diventano un caso. L'antefatto può essere riassunto in breve: le regole in vigore in Ue (e non solo) impongono alle compagnie aeree di far partire un certo numero di voli per non perdere i così detti "slot" negli aeroporti in cui operano, ovvero i diritti di decollo e di atterraggio in una determinata finestra oraria. Prima della pandemia questa soglia era fissata all'80%, salvo poi essere sospesa e infine rivista al 50% a metà febbraio per venire incontro alle esigenze dei vettori (e del clima).

La ratio che regola l'uso degli slot è semplice: "Use it or lose it" (o lo usi o lo perdi). Se gli "spazi" non vengono utilizzati sopra un certo limite, possono essere riassegnati ad altre compagnie che operano nel trasporto aereo. Il punto è che con la variante Omicron che imperversa le aziende del settore stanno incontrando qualche difficoltà in più del previsto a riempire i voli. E tuttavia, per non perdere i preziosi slot, sono in qualche modo "costrette" (o se vogliamo incentivate) a far decollare una parte degli aeromobili anche quando sono vuoti o semivuoti.

Migliaia di voli fantasma per non perdere gli slot

È il caso ad esempio di Brussels Airlines, compagnia belga del gruppo Lufthansa, che secondo "Le Soir" sarebbe costretta a mantenere almeno 3mila voli non necessari. La compagnia Lufthansa dal canto suo ha dichiarato che per rispettare le direttive Ue quest'inverno sarà costretta a far partire circa 18.000 aerei vuoti o semivuoti.

Non è escluso peraltro che il problema si ripresenti anche in estate dal momento che la soglia potrebbe essere aumentata fino al 64% in previsione della ripresa del traffico aereo. Un danno non solo per le stesse compagnie, ma anche per l'ambiente dal momento che un aereo è in media più inquinante di altri mezzi di trasporto (come il treno) ed il settore dell'aviazione è responsabile per il 12% di emissioni di CO2 che derivano dagli spostamenti. 

Un problema notato anche dall'attivista Greta Thunberg che sui suoi canali social ha evidenziato sarcasticamente come l'Ue abbia poco a cuore l'emergenza climatica.

Greta Thunberg-6

Certo è che il tema esiste. Negli ultimi giorni il ministro dei trasporti belga George Gilkinet ha chiesto delucidazioni a Bruxelles. In una lettera inviata a Adina Valean, commissario Ue ai trasporti, Gilkinet ha auspicato "un'azione rapida" da parte della Commissione europea per ridurre la soglia del 50 per cento e fornire "nuove possibilità di esenzione" per i vettori almeno per l'inverno e la prossima estate, o comunque fino a quando non usciremo davvero dall'emergenza Covid.

L'Ue non torna indietro: "La flessibilità è già garantita"

Ma da parte di Bruxelles per ora non sembrano esserci ripensamenti. Il commissario Valean ha fatto sapere al Financial Times che le regole europee prevedono già "la flessibilità necessaria" per evitare che gli aerei viaggino vuoti, sottolineando anche che il traffico aereo è oggi pari al 77% rispetto ai livelli pre-pandemia e che "l'impatto della quarta ondata e della variante Omicron sui viaggi aerei potrebbe non essere così negativo e duraturo come inizialmente temuto".

Sul caso è intervenuta anche l'Airport Council International Europe (Aci) che rappresenta gli interessi delle società aeroportuali e ha sostanzialmente difeso l'operato della Commissione europea. L'associazione di categoria cita in particolare una disposizione ad hoc che permette alle compagnie aeree di derogare alla regola del 50% in presenza di restrizioni alla mobilità o di misure di quarantena "che influiscono sulla fattibilità" del viaggio.

Secondo Olivier Jankovec, direttore denerale di Aci Europe, "parlare di voli fantasma, e del loro impatto ambientale sembra alludere a uno scenario apocalittico" che però "non trova spazio nella realtà". Jankovec ha fatto poi notare che le regole Ue hanno senz'altro il compito di tutelare le compagnie aeree, ma anche quello di preservare le capacità aeroportuali e la concorrenza.

Ma il cavillo di cui parla l'Airport Council International non sembra essere sufficiente a scongiurare i voli fantasma. In effetti già la scorsa estate l'International Air Transport Association (associazione che rappresenta 290 compagnie aeree) aveva bollato come "irrealistica" la regola del 50% adottata dall'Ue per un settore che "sta ancora affrontando la peggiore crisi della sua storia". Omicron ha fatto il resto. I passeggeri latitano, ma gli aerei continuano a viaggiare. Di sicuro il nostro pianeta non ringrazia. 

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