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Giovedì, 25 Aprile 2024
Mondo Afghanistan

Strage nella calca all'aeroporto di Kabul

Continua l'evacuazione dei collaboratori: arrivati a Fiumicino 211 afghani, da giugno sono circa 2100

Caos e persone morte schiacciate nella calca di migliaia di persone che cercano disperatamente di lasciare l'Afghanistan in mano ai talebani: è la testimonianza di ciò che accade all'aeroporto di Kabul del corrispondente dell'emittente britannica Sky News, Stuart Ramsay. Migliaia di persone che aspettano di entrare per essere evacuate, si accalcano e in prima fila le persone sono "schiacciate a morte". Il corrispondente ha riferito che i soldati britannici ( ma non solo) hanno cercato in tutti i modi di tirar fuori le persone dalla calca, anche prendendoli per le braccia dall'alto, stando in piedi sulla cima delle mura di recinzione. Per aiutare la gente disidratata e stremata hanno anche spruzzato acqua con un tubo. Uomini, donne e tantissimi bambini.

Ma in mezzo alla calca - ha raccontato ancora il corrispondente - persone non ce l'hanno fatta: "I soldati hanno iniziato a gridare chiedendo medici e barelle, mentre persone prive di sensi sono state trasportate nelle retrovie. I medici hanno controllato i loro segni vitali e poi hanno coperto i corpi con lenzuola bianche".

Intanto sono atterrati a Fiumicino 211 persone che erano state evacuate ieri da Kabul la scorsa notte con due C 130J. Nella nottata un altro C130J è decollato da Kabul con a bordo 103 per rientrare in Kuwait. Altri 3 C130J nella giornata di oggi voleranno verso Kabul per evacuare altri cittadini afghani. Dal giugno scorso, quando con l'operazione Aquila 1 furono portati nel nostro Paese 228 afghani, sono circa 2100 i cittadini afghani tratti in salvo e circa 1300 quelli trasferiti in Italia. La Difesa ha messo in campo per l'operazione Aquila Omnia, pianificata e diretta dal Covi (Comando Operativo di Vertice Interforze), comandato dal Generale Luciano Portolano, 8 aerei, 4 KC767 che si alternano tra l'area di operazione e l'Italia e 4 C130J, questi ultimi dislocati in Kuwait, da cui parte il ponte aereo per Kabul.

In questo contesto è un piccolo miracolo quello avvenuto a bordo di uno degli aerei in arrivo in Europa: una donna ha infatti dato alla luce un bambino poco prima di atterrare alla base aerea Nato di Ramstein in Germania.

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