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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Afghanistan, terminato l'"attacco di primavera", ultimo atto di una guerra infinita

Uccisi 36 talebani, 8 poliziotti e 3 civili. Tra due anni la Nato si ritirerà dal Paese e ci si interroga sulla sicurezza del territorio

E’ terminata l’”offensiva di primavera” lanciata dai Talebani, come a ricordare che quella che si combatte in Afghanistan rischia di essere una guerra infinita. Ben sei attentati hanno avuto luogo questa domenica in tutto il Paese, azioni definite dal presidente Hamid Karzai “un fallimento per l’intelligence, soprattutto per quella della Nato”, secondo quanto riporta la Bbc.


“Da molti punti di vista quelli che abbiamo visto oggi somigliano agli attacchi che hanno avuto luogo a settembre”, ha dichiarato il generale Carsten Jacobson dell’Isaf (International Security Air Force), come riporta Euronews. “Gli insorti si sono impadroniti di alcuni luoghi, come di un hotel nel centro della città ... dai quali sparano indiscriminatamente”.


“Secondo le ultime informazioni che abbiamo ricevuto dalla zona de parlamento afgano, l’attacco è terminato e l’ultimo degli insorti è stato ucciso” ha aggiunto questa mattina Hashmatullah Stanikzai, portavoce della polizia di Kabul, come riporta la Bbc. Nell’attacco, durato 18 ore, sono stati uccisi 36 ribelli, a cui vanno aggiunti 8 membri delle forze di sicurezza e 3 civili. Altre 65 persone sono state ferite.


“Questi attacchi sono solo l’inizio dell’offensiva di primavera che abbiamo pianificato per mesi” ha detto alla Reuters Zabihullah Mujahid, portavoce dei talebani, aggiungendo che l’attacco è stato pensato per dimostrare agli ufficiali della Nato che la resistenza non si è affatto indebolita, contrariamente a quanto avevano dichiarato gli uomini dell’Alleanza Atlantica.


Sempre secondo quanto riporta la Bbc, all’insurrezione avrebbero preso parte anche esponenti della rete Haqqani, un gruppo di talebani nato e cresciuto negli anni 80 con l’appoggio della Cia in funzione anti-sovietica e attivo lungo il confine tra l’Afghanistan e il Pakistan,


Nel 2014 le forze della Nato si ritireranno per lasciare il Paese alle forze afgane, ma l’ultima offensiva pone seri interrogativi sui problemi legati alla sicurezza nel territorio. Negli ultimi mesi i soldati statunitensi sono diventati protagonisti di vicende tristemente note, quali una strage attuata contro civili inermi e il rogo di alcune copie del Corano, senza contare le foto che mostravano dei marines mentre urinavano sui cadaveri di alcuni talebani uccisi.  Alla luce di questi fatti rischia di diventare sempre meno tollerata la presenza statunitense nel Paese, una presenza iniziata con la guerra del 2001. L’operazione Enduring Freedom (Libertà duratura) aveva il compito di scovare e uccidere Osama Bin Laden, mandante dell’attentanto dell’11 settembre. Ma ad un anno dalla morte del capo di Al Qaeda la situazione in Afghanistan continua ad essere critica, e la guerra iniziata dal presidente George W. Bush rischia di passare alla storia come il più grande disastro militare degli Stati Uniti dopo il conflitto del Vietnam.
 

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