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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Stragi di Parigi, anche un italiano nel commando: caccia ad "Al-Italy"

Mandato di cattura europeo per Domenico G., italo-francese, 32 anni, che aveva aderito all'Isis nel 2012 ribattezzandosi con il nome di Abderrhamane Al-Italy: era in costante contatto con Abaaoud, lo stratega delle stragi

C'è anche un italiano tra i complici del commando di terroristi che fecero strage a Parigi il 13 novembre 2015. E' quel che  hanno rivelato gli investigatori francesi a due anni dagli attentati che causarono 130 morti, la maggior parte dei quali all'interno del tristemente celebre Bataclan.

Si tratta di Domenico G., italo-francese, 32 anni, che si era convertito all'Islam e aveva aderito all'Isis nel 2012 ribattezzandosi con il nome di Abderrhamane Al-Italy.

Non sapeva nemmeno che cosa fosse il Corano, era un "delinquente comune" secondo gli inquirenti d'oltralpe. Faceva ricerche sul web sulla camorra: era interessato alle modalità di approvvigionamento di armi della criminalità organizzata. Si sarebbe radicalizzato proprio attraverso internet, su siti web che inneggiano alla jihad. 

Dalle indagini, scrive il Mattino, è emerso che l'uomo era in costante contatto con Abdelhamid Abaaoud, lo stratega delle stragi che insaguinarono la capitale francese.

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Su di lui pende un mandato di cattura internazionale emesso dalla giustizia francese, anche se Domenico G. non sarebbe iscritto nella lista dei foreign fighter ricercati in Italia. In passato sarebbe stato anche in Siria, dove venne a conoscenza del piano delle stragi di Parigi.

"Al-Italy" avrebbe aiutato in prima persona il coordinatore delle operazioni a fuggire alla cattura, coinvolgendo sua sorella maggiore Marie, che si era resa involontariamente complice degli attentatori. 

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L'italiano era stato assunto come meccanico in una concessionaria di auto che era diventata punto di riferimento degli islamisti radicali. Qui cominciò a radicalizzarsi e decise di unirsi alla causa per combattere al servizio dello Stato islamico, lasciando la moschea che frequentava precedentemente, quella di Villiers-sur-Marne, definendo i fedeli ad essa legati "troppo moderati". 

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