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Giovedì, 25 Aprile 2024
Incertezza / Etiopia

Alberto Livoni: chi è il cooperante italiano che aiuta i profughi arrestato in Etiopia

Il cinquantenne lavora per il Vis, Volontariato Internazionale per lo Sviluppo. Nei giorni scorsi le autorità etiopiche hanno anche arrestato diversi dipendenti delle Nazioni Unite

Un cooperante italiano, Alberto Livoni, è stato arrestato il 6 novembre scorso in Etiopia. Stando a quanto riportato oggi da Repubblica, non ci sono ancora conferme ufficiali sulle motivazione del fermo del cittadino italiano che lavora per il Vis, Volontariato Internazionale per lo Sviluppo. Il nostro consolato e la nostra ambasciata si sono messi in contatto con le autorità etiopiche per trovare una soluzione al fermo del volontario.

Il giorno prima del fermo di Livoni le forze di sicurezza etiopiche sono entrate in un centro gestito dai missionari salesiani nella zona di Gottera, ad Addis Abeba, arrestando 17 persone, tra sacerdoti e dipendenti, di nazionalità etiopica ed eritrea. “Tutti presi senza ragione e deportati in un luogo sconosciuto”, ha riferito Fides, l’organo di informazione delle Pontificie Opere Missionarie.

A inizio mese il governo federale ha dichiarato lo stato di emergenza in risposta all’avanzata sulla capitale delle forze del Fronte popolare di liberazione del Tigray (Tplf) e dell’Esercito di liberazione Oromo (Ola). Il Tigray è una regione è isolata da oltre un anno: lo scorso novembre ha subìto l’offensiva dell’esercito, che da allora ostacola i rifornimenti di cibo e medicine. Poi il contrattacco tigrino ha inflitto una dura sconfitta alle truppe governative.

Nei giorni scorsi le autorità etiopiche hanno anche arrestato diversi dipendenti delle Nazioni Unite. Da mesi le ambasciate occidentali hanno cominciato a ridurre al minimo il personale in Etiopia e molte aziende straniere stanno rimpatriando i loro dipendenti. Livoni, cinquantenne di origini emiliane, studi in Svizzera e una lunga esperienza nella cooperazione, sarebbe ancora detenuto. In Etiopia lavora proprio per l’emergenza nel Tigray, si occupa di progetti allestiti nelle scuole dove sono stipati migliaia di bambini, tutti profughi in fuga.

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