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Giovedì, 18 Aprile 2024
Migranti

Perché la Francia non ha accolto Aquarius?

Il ministro degli esteri ha detto che Valencia dista meno dei porti francesi, ma le mappe lo smentiscono. La verità sta altrove, rivela una fonte a Le Monde: accettare la provocazione di Salvini avrebbe messo in moto meccanismi difficili da controllare

"Guardate le mappe!" ha esclamato ieri il ministro degli Esteri francese, Jean-Yves Le Drian, rispondendo in Parlamento a chi gli chiedeva perché dall’esecutivo non fosse arrivata nessuna disponibilità ad accogliere Aquarius nei porti francesi. Già, perché la Francia non si è offerta di accogliere la nave di Sos Mediterranée le cui sorti angustiano così tanto il presidente Macron?

Secondo Le Drian, escludendo i porti italiani, è quello di Valencia il porto "più vicino e più sicuro" per far attraccare l’Aquarius. Ma contrariamente a quanto afferma il ministro – nota Le Monde – le città di Ajaccio e Marsiglia distano dal punto in cui era ormeggiata l’Aquarius rispettivamente 538 e 670 miglia nautiche, contro le 762 miglia di Valencia.


Aquarius, le parole di Macron

Ieri il presidente Macron ha ricordato che è il Paese più vicino all'imbarcazione in difficoltà che deve assumersi "la responsabilità del soccorso". "Se una nave avesse in Francia il porto più vicino" dunque "potrebbe attraccare perché sarebbe nel rispetto della legge internazionale" ha assicurato il capo dello Stato francese.

L’Eliseo ne fa dunque una questione di regole e di rispetto del diritto del mare, anche se poi lo stesso Macron non ha esitato a definire "cinico" l’atteggiamento dell’Italia sul caso Aquarius. Il portavoce di En Marche!, Gabriel Attal, si è spinto anche più in là bollando come "vomitevole" la linea di Roma. Attal ha anche spiegato che parlare di migranti è "disumanizzante", perché a bordo della nave Aquarius "ci sono delle donne incinte, dei bambini". "Ciò che sta facendo il governo italiano è immondo" ha tuonato.

Il dibattito nel partito di Macron

Ma perché – alla luce di queste dichiarazioni – la Francia non ha lanciato il cuore oltre l’ostacolo come ha fatto ad esempio la Spagna di Sanchez? Se lo chiede ad esempio Sonia Krimi, deputata di En Marche!, che ha definito "vergognoso" il silenzio francese sul caso Aquarius. "Il governo avrebbe dovuto dire: accogliamoli!" e invece ha preferito mettere in scena "la politica dello struzzo". Ma "la legge europea non può venire prima dei diritti umani!" 

Secondo Le Monde sono diversi i deputati di En Marche (il partito di Macron) che non hanno apprezzato la linea portata avanti dall’esecutivo. Il deputato François-Michel Lamber ha detto ad esempio che ignorando l’offerta dei nazionalisti corsi (che si erano detti disponibili ad accogliere la nave) il governo si è comportato in maniera "indegna".

Come lui, una dozzina di rappresentanti eletti della maggioranza si sono rammaricati per l’assenza di risposte si Parigi di fronte a questa tragedia umanitaria.

La nave Aquarius di Sos Mediterranée

Pericoloso accettare la "provocazione" di Salvini

Perché allora la Francia non ha accolto l’Aquarius? Al di là delle dichiarazioni di facciata una risposta l’ha fornita ieri una fonte vicina al capo dello Stato citata sempre da Le Monde. Una risposta positiva di Parigi alla "provocazione" di Salvini avrebbe messo in moto dei meccanismi difficili da controllare: "La soluzione spagnola non è praticabile nel lungo periodo",  ha spiegato la fonte. Che succederà infatti "ogni volta che l’Italia dirà di no a una nave" carica di migranti? "Bisognerà aspettare che un altro Paese europeo alzi la mano?". E’ evidente, ha tagliato corto il primo ministro Edouard Philippe, che la soluzione "non può che essere europea". Ma che nessuno si illuda  ha ammonito Philippe: non tutti i Paesi sono interessati a trovarla. 

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