rotate-mobile
Giovedì, 25 Aprile 2024
Il giorno dell'addio / Regno Unito

È morto Archie: spente le macchine che lo tenevano in vita

Il 12enne britannico, ricoverato in coma irreversibile dallo scorso 7 aprile, è morto al Royal London Hospital. Devastata la famiglia: "Abbiamo fatto tutto il possibile"

Nella giornata di oggi i medici del Royal London Hospital hanno spento i supporti che tenevano in vita Archie Battersbee, il dodicenne britannico ricoverato da aprile in stato di morte cerebrale. La stop dei supporti vitali era previsto per stamattina alle 11, ma l'annuncio del decesso del ragazzino è arrivato soltanto nel primo pomeriggio. La notizia della morte del piccolo è stata data dalla madre.

Archie Battersbee è stato trovato senza coscienza in casa lo scorso 7 aprile. La madre ritiene che possa essere stato vittima di una sfida su internet ("challenge"). I genitori, Hollie Dance e Paul Battersbee, hanno tentato di ottenere ragione tramite le vie legali, ma tutti i gradi della giustizia britannica hanno respinto la loro richiesta sostenendo che è nell'interesse del bambino sospendere i sostegni vitali. Da ultimo, la Corte europea per i diritti dell'uomo ha preferito non interferire con la giustizia britannica.

Ieri, infine, un tribunale ha respinto la richiesta di trasferire Archie in un hospice per malati terminali, affermando, riporta la Bbc, che le condizioni vitali sono troppo instabili per trasferirlo in ambulanza, una scelta che "potrebbe accelerare il deterioramento prematuro". "Tutte le vie stono state esperite - ha affermato un portavoce di Christian Concern - La famiglia è devastata e sta trascorrendo tempo prezioso con Archie". 

I familiari del dodicenne, intervistati dai media britannici, si sono detti "distrutti" all'idea di non avere più vie legali per impedire lo spegnimento dei macchinari che tengono in vita Archie. La madre, Hollie Dance, che insieme a tutta la famiglia ha ingaggiato una dolorosa battaglia legale perché non venisse staccata la spina, ha detto di aver fatto "tutto il possibile": "Ho fatto tutto ciò che avevo promesso al mio bambino che avrei fatto. Sento sempre quel bip". La famiglia ha tentato diversi ricorsi, dai tribunali britannici alla Corte europea dei diritti dell'uomo, ma nessuno di questi è stato accolto. La notizia è arrivata all'indomani del no dell'Alta Corte di Londra alla richiesta dei genitori di trasferire il bambino in un hospice vicino a casa in Essex per un "ricovero dignitoso" nelle sue ultime ore. 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

È morto Archie: spente le macchine che lo tenevano in vita

Today è in caricamento