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Giovedì, 25 Aprile 2024
l'intervista

Dall'Italia nuove armi all'Ucraina: "Così cambierà la guerra"

Come andrà a finire il conflitto in Ucraina? I nuovi aiuti militari di Italia e Nato possono darci un'idea di cosa succederà. Today ha elaborato dati e report a disposizione, parlandone con il professore Giuseppe Anzera della Sapienza di Roma

Stiamo per entrare in una nuova fase della guerra in Ucraina e l'invio di armi dell'Italia e degli altri alleati Nato potrebbe spostare gli equilibri del conflitto, magari in via definitiva. Capire quali aiuti militari stanno inviando gli Stati può darci un'idea della piega che può prendere lo scontro sul campo tra Russia e Ucraina, rendendo più chiaro il "peso" del ruolo italiano. Sul tema, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha sempre sostenuto la parte ucraina. Nella sua ultima visita a Kiev Meloni ha ribadito il sostegno italiano sottolineando che "l'Italia non tentennerà". Le informazioni dettagliate su quante e quali armi l'Italia invierà in Ucraina sono riservate, al netto di alcune rivelazioni sommarie di alcuni esponenti del governo. Ma in base ai dati disponibili sui nostri arsenali e ai programmi della Difesa possiamo capire cosa è in grado di fare l'Italia o cosa può essere utile all'Ucraina. Today ha elaborato dati e report a disposizione, parlandone con il professore Giuseppe Anzera della Sapienza di Roma.

Guerra lunga, arsenali vuoti

Da lampo che doveva essere - perlomeno nei piani russi -, la guerra in Ucraina si è trasformata in una costosa guerra di logoramento. Durante l'intervento Nato in Afghanistan l'artiglieria alleata non andava oltre la quota di 300 colpi giornalieri: ora le truppe ucraine ne sparano quotidianamente almeno tre volte tanto. Una delle richieste più pressanti da parte Ucraina sono proprio le munizioni. Dopo un anno di guerra, gli Stati Uniti hanno raggiunto un impegno economico che sta quasi eguagliando quello in Afghanistan, durato dieci anni.

Gli aiuti militari degli Stati Uniti all'Ucraina stanno superando quelli della guerra in Afghanistan

Il Pentagono ha stanziato circa 3 miliardi di dollari solo per acquistare munizioni all'estero dagli alleati e per aumentare la produzione interna. L'esercito statunitense sta pianificando un aumento del 500 per cento nella produzione di proiettili di artiglieria, da 15mila a 70mila al mese. La guerra di logoramento è costosa e sta raggiungendo livelli inaspettati.

Anche l'Italia si è mossa: nell'ultimo Documento programmatico pluriennale della Difesa visionato ed elaborato da Today si prevede uno stanziamento decennale di 2,7 miliardi di euro per la "costituzione, gestione e ripianamento delle scorte strategiche di munizionamento", di cui 603 milioni di euro tra il 2022 e il 2024.

C'è da dire che i problemi dei rifornimenti di armi non riguardano solo chi li invia, ma anche gli ucraini che li ricevono. Ad esempio, se arrivano mezzi nuovi bisogna imparare a usarli: "Per sparare con un Javelin ci vogliono 6 ore di addestramento, ma è decisamente più complesso utilizzare al meglio un carro armato ad alte performance come i Leopard o gli Abrams - ha detto a Today Giuseppe Anzera, professore di Sociologia dei fenomeni politici alla Sapienza di Roma -. Il soldato che ci sta dentro vale più del mezzo stesso, ma le tempistiche di addestramento sono lunghe. Gli ucraini stanno ovviando con dei corsi lampo da due mesi. Pare che i primi 600 carristi siano stati già formati, un numero in linea con i nuovi mezzi corazzati arrivati, se in media ne contiamo 4 per ogni carro armato".

Con i carri armati l'Ucraina mette un piede nella Nato

Da mesi l'Ucraina chiede l'invio di mezzi corazzati all'avanguardia, come i carri armati Leopard tedeschi o gli Abrams statunitensi. Il tempo a dispozione per cambiare il conflitto sembra ridursi: l'ultima chiamata utile per aiutare gli ucraini è vicina. L'alto comando russo stima che sarebbe sostenibile affrontare sul campo fino a 150 carri armati occidentali, ma quota 300 - il numero richiesto dall'Ucraina - viene considerata la soglia critica: un numero simile potrebbe essere in grado di spezzare il fronte.

La situazione della guerra in Ucraina nel 2023: gli aggiornamenti sulle offensive della Russia

Secondo gli analisti, entro la fine del 2023 l'esercito russo potrebbe risolvere la carenza di mezzi e uomini che ne stanno impedendo l'avanzata sul campo. La guerra di logoramento non conviene a nessuno e pare che la primavera-estate del 2023 possa essere l'ultimo momento favorevole da un lato per l'Ucraina di contrattaccare con successo e ottenere guadagni territoriali potenzialmente decisivi, e dall'altro per gli alleati di rifornirla nel modo più sostenibile, prima che la Russia metta sul campo forze fresche di ogni tipo aumentando il livello dello scontro e prorogandolo.

Le armi inviate in Ucraina anticipano il futuro della guerra

Le armi che l'Italia e gli alleati Nato stanno inviando in Ucraina possono, in parte, anticipare l'andamento futuro della guerra. Le nuove richieste ucraine servono infatti per una terza fase del conflitto, di tipo offensivo, e non riguardano solo i carri armati. "I flussi degli armamenti verso l'Ucraina hanno seguito in maniera coerente le esigenze sul campo - fa notare Anzera -. Ad esempio, nelle prime fasi servivano strumenti di blocco dell'invasione come i Javelin - i missili anticarro portatili -, o missili antierei a breve raggio. Poi, in estate, da parte ucraina sono arrivate le richieste di sistemi di artiglieria per cercare di rispondere a quella russa. I veri game changer sono stati gli Himars che sono serviti a colpire i centri di comando e controllo e sopratutto i centri di rifornimento".

La Russia ha usato obsoleti modelli sovietici di logistica sul campo di battaglia che l'hanno esposta agli attacchi dell'Ucraina

La Russia ha infatti adottato modelli obsoleti di logistica risalenti all'epoca sovietica che prevedono la concentrazione di grandi poli di smistamento riforniti tramite treni. Per questo "gli Himars hanno permesso agli ucraini di isolare intere porzioni di fronte". 

Ora, si va verso una nuova fase: le richieste di armi ucraine serviranno ad altro, ad avanzare. "L'avanzata ucraina c'è stata, ha permesso la riconquista di ampie porzioni di territorio, ma si è poi arrestata - ha detto a Today Anzera -. Pur avendo davanti enormi porzioni di territorio, gli ucraini si sono dovuti fermare perché troppo scoperti di fronte all'artiglieria russa. Per questo vogliono mezzi meccanizzati di fanteria, come i Bradley, che farebbero avanzare la fanteria in modo più sicuro insieme a carri armati altamente performanti come i Leopard 2 o gli Abrams". 

Perché i carri armati Leopard 2 tedeschi sono così importanti per l'Ucraina

Mezzi corazzati, carri armati, munizioni, ma anche sostegno logistico e addestramento: gli alleati dell'Ucraina proveranno così a cambiare le sorti della guerra in questa nuova fase per evitare una guerra di logoramento. Ma qual è il ruolo dell'Italia nell'invio di armi in Ucraina?

Quali armi invia l'Italia in Ucraina

Finora l'Italia ha inviato sei pacchetti di aiuti militari all'Ucraina e continuerà a farlo almeno fino al 31 dicembre 2023. Il governo Meloni ha infatti prorogato fino alla fine dell'anno il decreto ereditato dal governo Draghi per le forniture di armi agli ucraini. Non ci sono informazioni precise su quanti e quali armi ha inviato l'Italia in Ucraina, se non estrapolate da dichiarazioni di esponenti del governo italiano o ucraino.

Secondo il tracker di Forums Arm Trade, finora l'Italia ha inviato in Ucraina missili terra-aria Stinger, armi anticarro, mitragliatrici pesanti, mitragliatrici leggere di tipo Mg e sistemi anti-Ied. Ricostruzioni da documenti foto e video che arrivano dal fronte parlano di Obici semoventi da 155mm, cingolati M113, veicoli blindati 4×4 "Lince", missili anticarro "Milan", mitragliatrici e mortai.

Il Kiel Institute ha quantificato gli aiuti militari italiani in 700 milioni di euro. "Il ruolo dell'Italia non è stato di primo piano nell'invio di armi in Ucraina - ha specificato Anzera a Today -. Abbiamo cose utili che potremmo dare, ma altri Paesi ne hanno di migliori. Oppure, non siamo in grado di fornire altre tipologie di rinforzi richiesti, come i caccia, perché servono a noi. Non possiamo intaccare il nostro arsenale". 

Nell'ultima visita a Kiev, Giorgia Meloni ha parlato dei sistemi di difesa contraerea che l'Italia invierà in Ucraina: Samp-T, Spada e Skyguard. Dai dati disponibili sull'arsenale italiano, è evidente che i Samp-T sono pochi: le batterie in servizio sono attualmente 5. Ma cos'è il Samp-T? Si tratta di un sistema missilistico di avanguardia in grado di neutralizzare minacce aeree e missili balistici tattici a corto raggio. Proprio per la ridotta disponibilità l'Italia dovrebbe inviare in Ucraina solo una batteria Samp-T, in primavera, come annunciato dal Ministero della Difesa. 

Il Samp-T che l'Italia manda in Ucraina: cosa è e come funziona

Spada e Skyguard sono invece altri dispositivi di difesa aerea che utilizzano gli stessi missili terra-aria, chiamati Aspide. Il sistema è costituito da una centrale di tiro e due lanciatori, denominati U2. Tra i suoi pregi c'è l'elevata mobilità che permette di schierarlo in pochi minuti e la capacità di ingaggiare bersagli aerei sino a 3.500 metri di quota con velocità massima "altamente supersonica". Secondo gli ultimi dati disponibili sull'arsenale dell'esercito, l'Italia dispone di 32 Skyguard-Aspide.

Cosa sono i missili Skyguard-Aspide che l'Italia manda in Ucraina

Ma come detto, l'Ucraina avrebbe bisogno anche di mezzi corazzati per dare la possibilità alla fanteria di avanzare in campo aperto e riconquistare i territori occupati dai russi. Per questo gli ucraini si erano mostrati interessati anche ai carri armati Ariete in dotazione all'esercito italiano. In totale l'Italia dispone di circa 150 Ariete ma sono considerati "inferiori agli Abrams e anche poco integrabili con gli altri armamenti Nato presenti. Bisogna scongiurare l'incubo logistico di dover gestire mezzi troppo diversi tra loro", ha chiarito Anzera. 

Tra l'altro, l'esercito italiano ha avviato un programma di ammodernamento dei carri Ariete, secondo il Documento programmatico di spesa del ministero della difesa con un fabbisogno previsionale complessivo di 980 milioni di euro, di cui al momento risulta finanziata una quota di 848,8 milioni di euro distribuiti in 12 anni. Magari, sarebbe stato utile poter contare sui centinaia di M-109 abbandonati in Piemonte tra altri migliaia di carri armati italiani dismessi.

Lasciati marcire i carri armati che potevano aiutare l'Ucraina

"Munizioni, sistemi di artiglieria semovente, radar a qualsiasi livello e missilistica", l'indicazione di Anzera a Today: l'Italia invierà questo tipo di armi in Ucraina. Il ruolo italiano nella difesa dell'Ucraina non è di primo piano, ma non per questo si può considerare poco utile. Gli armamenti che arriveranno agli ucraini saranno intergrati nelle difese e nei sistemi di difesa Nato più avanzati per provare a dare una svolta definitiva alla guerra: il momento decisivo sembra arrivato. 

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