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Sabato, 20 Aprile 2024
La polemica / Ucraina

Tornano gli atleti russi alle Olimpiadi Parigi 2024?

Presto per saperlo, ma ieri il comitato olimpico ha aperto, per la prima volta dall'inizio dell'invasione dell'Ucraina, al ritorno degli atleti russi e bielorussi nelle competizioni internazionali. Coro di no: "Uno schiaffo"

Il comitato olimpico apre, per la prima volta dall'inizio dell'invasione dell'Ucraina, al ritorno degli atleti russi e bielorussi alle competizioni internazionali, ma solo sotto bandiera neutrale e a patto che non sostengano attivamente la guerra di Putin (e non siano sotto contratto con le forze armate).

Il presidente del Cio ha difeso il progetto di riportare gli atleti russi e bielorussi nelle competizioni, in qualità di neutrali. Secondo Thomas Bach, la loro partecipazione "funziona" malgrado la guerra in Ucraina. Il Cio ha sanzionato Russia e Bielorussia dopo l'intervento armato del 2022, ma ora vuole che gli atleti di queste nazioni abbiano la possibilità di qualificarsi per le olimpiadi di Parigi. Ha stabilito un percorso per questi atleti per ottenere "slot" olimpici attraverso le qualificazioni asiatiche e ha lasciato alle federazioni internazionali la decisione sull'organizzazione. Da quel momento, però, l'Ucraina ha minacciato di boicottare i giochi di Parigi 2024 se gli atleti avessero il via libera per gareggiare, anche da neutrali.

"La partecipazione di atleti con passaporto russo e bielorusso alle competizioni internazionali funziona", ha detto Bach, "lo vediamo quasi ogni giorno in una serie di sport, soprattutto nel tennis ma anche nel ciclismo, in alcune competizioni di tennis tavolo. Lo vediamo nell'hockey su ghiaccio, nella pallamano, lo vediamo nel calcio e in altri campionati negli Stati Uniti ma anche in Europa e lo vediamo anche in altri continenti". In nessuno di questi casi, ha sottolineato il presidente del Cio, si sono verificati incidenti per quel che riguarda la sicurezza.

Per la Russia criteri sono comunque "inaccettabili"

Il presidente del comitato olimpico russo ha, in ogni caso, definito "inaccettabili" i criteri emessi dal Cio per consentire il reinserimento di atleti russi e bielorussi nelle competizioni internazionali, sotto bandiera neutrale e "a titolo individuale". "Questa è una discriminazione basata sulla nazionalità", si è scagliato Stanislav Pozdnyakov in una conferenza stampa. Il Cio ha raccomandato il reinserimento di questi atleti a condizione che non "sostengano attivamente la guerra in Ucraina". L'organizzazione olimpica raccomanda soprattutto il loro reintegro "solo a condizione che possa essere revocato a discrezione della federazione internazionale interessata". Troppi paletti, secondo Mosca.

Coro di no

La raccomandazione del Cio è "uno schiaffo in faccia agli atleti ucraini", secondo il ministro dello Sport tedesco Nancy Faeser. "Lo sport internazionale deve condannare in termini chiari la brutale guerra di aggressione della Russia. Questo può essere fatto solo escludendo completamente gli atleti russi e bielorussi", ha detto. "Non c'è motivo per la Russia di tornare allo sport mondiale. Putin sta continuando la sua guerra criminale con spaventosa brutalità contro la popolazione civile ucraina", ha detto ancora. "Le olimpiadi non si svolgono nel vuoto. Coloro che permettono al guerrafondaio russo di utilizzare le competizioni internazionali per la sua propaganda danneggiano l'idea olimpica di pace e comprensione tra i popoli", ha concluso Faeser.

È "il giorno della vergogna" per il Cio secondo il vice ministro degli Esteri polacco. "Cosa è successo di positivo da parte della Russia affinché i suoi atleti partecipassero alle competizioni! Dopo Bucha, Irpin, Gostomel! Dopo i bombardamenti quotidiani contro i civili! È un giorno di vergogna per il Cio!", ha scritto Piotr Wawrzyk su Twitter.

Unica certezza: se ne parlerà ancora a lungo nei mesi a venire.

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