Cosa sta accadendo in Siria e perché Trump ha attaccato Assad

Sarebbero almeno 15 le vittime dell'attacco missilistico lanciato dagli Usa contro la base siriana di Al Shayrat da cui erano partiti gli aerei con le armi chimiche.

La tv di Stato siriana ha confermato che i 59 missili Tomahawk lanciati da una portaerei al largo del Mediterraneo hanno colpito una serie di obiettivi militari all'interno del Paese, definendo l'attacco una "aggressione". Tra le vittime, oltre a sei militari della base, ci sono anche nove civili, tra cui quattro bambini. Secondo il ministero della Difesa russo soltanto 23 missili avrebbero però raggiunto l’obiettivo. Sempre secondo la difesa di Mosca l’attacco Usa è stato “di bassa efficacia”.

Gli Stati Uniti hanno dunque risposto con la forza all'attacco chimico su Khan Sheikhoun, dove martedì mattina sono morti oltre ottanta civili. "Trump ha fatto ciò che Obama aveva promesso”, ovvero “punire chi usa le armi chimiche” ha commentato a Repubblica il direttore di Limes Luca Caracciolo.

L'attacco americano contro la base aerea siriana di Al Shayrat è un atto "irresponsabile" e "sciocco", ha dichiarato la presidenza siriana dopo l'intervento americano. "Ciò che l'America sta facendo non è altro che un comportamento irresponsabile e stupido, che dimostra la miopia e la cecità politica e militare di fronte alla realtà". Questa la prima dichiarazione ufficiale attribuita ad Assad dopo il raid americano.

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L’attacco è partito alle 2.40 di notte (ora italiana). "Questa sera ho ordinato un attacco mirato contro la base da cui è partito l'attacco chimico", ha detto Trump poco dopo l’inizio dei raid. "Martedì il dittatore della Siria, Bashar al-Assad, ha lanciato un terribile attacco con armi chimiche contro civili innocenti, uccidendo uomini, donne e bambini. Per molti di loro è stata una morte lenta e dolorosa. Anche bambini piccoli e bellissimi sono stati crudelmente uccisi in questo barbaro attacco. Nessun bambino dovrebbe mai soffrire tale orrore". 
La Siria, ha detto ancora Trump, "ha ignorato gli avvertimenti del Consiglio di sicurezza dell'Onu" perché "non si possono discutere le responsabilità della Siria nell'uso delle armi chimiche". Poi si l’appello a tutte le “nazioni civilizzate”. “Il mondo si unisca agli Usa per mettere fine al flagello del terrorismo".

Ma il raid missilistico lanciato dagli Usa ha subito diviso la comunità internazionale: Il Cremlino, principale alleato del presidente siriano Bashar al Assad ha reagito in maniera molto secca all'attacco Usa. Per Mosca si tratta di un'aggressione contro uno stato sovrano in violazione delle norme internazionali". La Russia ha annunciato lo stop della collaborazione militare con gli Usa e, in particolare, delle comunicazioni per evitare scontri nello spazio aereo siriano. Anche l'Iran, storico nemico dell'America, ha "condannato con forza" l’attacco come "ogni attacco unilaterale". Ha inoltre giudicato che quello dell’attacco chimico di Khan Sheikun è stato soltanto un pretesto.

A favore inoltre la maggior parte dei Paesi europei, tra cui l'Italia con Gentiloni che ha parlato di una "risposta motivata a un crimine di guerra". Pechino ha invece offerto una reazione prudente, influenzata anche dal fatto che il presidente Xi Jinping è in questo momento negli Stati uniti per il primo summit con Trump. Una portavoce del ministero degli Esteri ha chiesto agli Usa di evitare un "ulteriore deterioramento della situazione", ma ha anche condannato "l'uso di armi chimiche da parte di ogni paese, organizzazione o individuo in ogni circostanza e per ogni scopo".