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Venerdì, 19 Aprile 2024
Esplosione durante la preghiera / Afghanistan

Afghanistan, attentato kamikaze in una moschea: decine di morti

L'esplosione a Kunduz, nel nord del Paese. L'Isis-k ha rivendicato l'attacco

Attentato kaimikaze in Afghanistan. Sono decine le persone rimaste uccise nella moschea sciita di Sayed Abad a Kunduz, a nord del Paese, in seguito ad un'esplosione avvenuta mentre era in corso la preghiera del venerdì. Secondo le prime informazioni si è trattato di un attacco suicida. La notizia è stata confermata su Twitter dal portavoce dei Talebani Zabihullah Mujahid. "Questo pomeriggio è avvenuta un'esplosione in una moschea dei nostri compatrioti sciiti a seguito della quale alcuni nostri connazionali sono stati martirizzati e feriti". Mujahid ha poi aggiunto che un'unità speciale è stata inviata sulla scena dell'attentato per poter indagare.

Secondo fonti dell'ospedale di Kunduz citate dall'Afp, le vittime dell'esplosione sarebbero 50 e i feriti circa 140. Finora nell'ospedale centrale di Kunduz sarebbero arrivate 35 salme e 50 persone rimaste ferite. 

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L'azione è stata rivendicata dall'Isis-k che sostiene di aver fatto 300 tra morti e feriti. Nelle ultime settimane si sono intensificati gli attacchi compiuti dai miliziani in Afghanistan. Lo scorso 3 ottobre un’autobomba era esplosa vicino alla moschea di Eid Gah a Kabul facendo 12 vittime e 32 feriti. L'attacco era avvenuto durante i funerali della madre del portavoce dei taliban, Zabihullah Mujaid. La contrapposizione tra i due gruppi dell'estremismo islamico è cominciata con gli attentati all'aeroporto di Kabul di fine agosto. In quell'occasione l'Isis provò a destabilizzare il processo di riappropriazione dei territori da parte dei talebani minando la loro credibilità di fronte alla comunità internazionale. Gli attacchi si sono poi susseguiti nelle successive settimane. 

Chi sono i miliziani dell'Isis-K e perché odiano i talebani

Il gruppo terroristico Isis-k è stato fondato sei anni fa nella provincia sud occidentale pachistana del Balochistan, durante un incontro fra due emissari dell'Isis e un gruppo di talebani delusi dai loro comandanti. Allora lo Stato Islamico era nel pieno del suo successo e controllava ampie parti dell'Iraq e la Siria. I membri dell'Isis-k sono nemici giurati dei talebani. L'Isis ritiene che i talebani abbiano abbandonato la fede musulmana, dato che hanno accettato di trattare con gli americani.  Lo Stato Islamico non riconosce l'idea di uno Stato-Nazione moderno e vuole conquistare il mondo. I talebani sono inoltre accusati di seguire una scuola hanafita meno rigida rispetto all'Islam sunnita, e molti di loro praticano riti Sufi. 

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