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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Zaheer Hassan Mahmoud: l'autore dell'attentato con la mannaia a Parigi era arrivato dall'Italia

Si era dichiarato minorenne per essere accolto in Francia come minore non accompagnato e ricevere i sussidi: preso in carico dai servizi sociali che gli hanno fornito anche l'alloggio, ha avuto sostegno materiale fino ai suoi '18' anni compiuti in agosto

Il principale sospetto dell'attacco compiuto a Parigi nei pressi dell'ex sede di Charlie Hebdo ha rivelato agli inquirenti di aver lasciato il Pakistan nel marzo 2018 e di essere arrivato in Francia a luglio dello stesso anno dopo essere passato da Iran, Turchia e Italia. Lo ha reso noto il procuratore nazionale antiterrorismo francese, Jean-Francois Ricard, nel corso di una conferenza stampa. Il sospetto, inoltre, ha dichiarato di chiamarsi Zaheer Hassan Mahmoud e non Hassan Ali e di essere nato in Pakistan nel 1995 e non nel 2002 come si pensava in un primo momento.

Si era dichiarato minorenne per essere accolto in Francia come minore non accompagnato e ricevere i sussidi. Fu preso in carico dai servizi sociali che gli hanno fornito alloggio e sostegno materiale fino ai suoi '18' anni compiuti in agosto. Secondo il procuratore, "era completamente sconosciuto a tutti i servizi di intelligence". 

Per l'attacco, non organizzato e malamente perpetrato, il sospetto secondo Ricard non ha avuto l'appoggio di nessuno: ha agito in totale solitudine.

Mahmoud, stando a quanto emerso durante la conferenza stampa, aveva mostrato interesse nei confronti di Tehreek-e-Labbaik Pakistan (Tlp), partito la cui lotta alla blasfemia è la principale arma politica e che ha convocato le manifestazioni nel Paese asiatico dopo la decisione di Charlie Hebdo di ripubblicare le contestate vignette. Per preparare l'attacco ha fatto tre sopralluoghi in rue Nicolas Appert il 18, 22 e 24 settembre. "Arrivando in strada e vedendo le vittime, ha pensato che lavorassero per il giornale e ha scelto di attaccarle", ha spiegato il procuratore.

In realtà la sede del settimanale era stata trasferita in una località segreta dopo la strage del 7 gennaio 2015. Le vittime dell'attacco sono due giornalisti che lavorano per un'agenzia di produzione televisiva: oltre alle ferite provocate dalla mannaia da macelleria, le due vittime hanno riportato anche alcune fratture ma potranno raccontare la vicenda. 

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