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Martedì, 16 Aprile 2024
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Chi sono i russi anti-Putin che combattono per difendere l'Ucraina

Militano in un gruppo di estrema destra, a cui hanno aderito anche attivisti di sinistra decisi a rovesciare il governo di Mosca. Sarebbero pagati dall'esercito di Kiev

Il fronte anti-Putin si allarga, non solo in Occidente ma nella stessa Russia. Uno degli ultimi esempi è quello dei cittadini della Federazione che hanno deciso di combattere all'interno di milizie schierate in Ucraina, imbracciando le armi a difesa di Kiev anziché di Mosca. Come racconta la Reuters in un reportage, queste truppe sarebbero guidate da neonazisti, ma molte reclute si dichiarano "pacifisti" e di avere un unico obiettivo: spodestare lo zar di Mosca che ha rovinato le loro vite.

Volontari anti-Putin

Danil Yugoslavsky è un operatore tecnologico che per diversi anni era sceso in piazza per protestare affinché nel suo Paese si svolgessero elezioni eque. Poi, in preda alla disperazione, nel 2017 aveva deciso di lasciare la sua terra natia per stabilirsi in Spagna. A quel tempo non aveva previsto che il suo desiderio di rovesciare il presidente russo lo avrebbe portato un giorno ad una scelta tanto radicale: unirsi a un gruppo paramilitare di estrema destra per marciare in guerra in difesa dell'Ucraina. "Quando il primo razzo è caduto su Kiev, tutto è cambiato per me", ha detto il 29enne alla Reuters quando era a Varsavia a gennaio prima di unirsi al Russian Volunteer Corps (Rvc). Questa unità militare, composta da russi che combattono contro il loro Paese al fianco delle forze ucraine, è stata fondata da Denis Kapustin, noto anche come Denis Nikitin o con il nome di battaglia White Rex. Nikitin si è spesso descritto come un "nazionalista che combatte per una Russia che appartiene all'etnia russa". Avrebbe però rifiutato il carattere neonazista e suprematista bianco che gli è stato invece attribuito dal progetto di monitoraggio sull'estrema destra condotto da un network antifascista europeo. Fatto sta che l'unità che ha fondato sul suo canale Telegram sfoggia i simboli dell'Esercito di liberazione russo anticomunista, che durante la seconda guerra mondiale combatté sotto il comando nazista.

Valori contrastanti

Yugoslavsky da parte sua ha affermato di non aderire ai valori dell'estrema destra, considerandosi invece un pacifista di sinistra. Ciò nonostante, la priorità di battere Putin ha sconfitto le sue remore, spingendolo ad entrare negli Rvc. Il caso di Yugoslavsky non è isolato. Un suo commilitone, Max Smit di 35 anni, non aveva mai impugnato un'arma prima di entrare a far parte dei Corpi anti-Putin. Dopo aver lavorato come muratore nell'Europa occidentale ha deciso di arruolarsi per combattere in Ucraina, tatuandosi lo stemma del Paese che ha deciso di difendere. Questa scelta ha scatenato le ire dei suoi parenti, che lo hanno chiamato "nazista".

Sosta a Varsavia

I corpi sarebbero stati creati in origine da un gruppo di cittadini russi già presenti in Ucraina allo scoppio della guerra, compresi quelli che avevano combattuto all'interno del battaglione Azov. In un secondo momento gli Rvc sono entrati a far parte della Legione straniera. Anziché partire da zero, gli organizzatori sono riusciti a costruire un piccolo esercito basato su una squadra che già esisteva. A supporto dei Corpi di volontari russi opera il Consiglio civico, un gruppo di attivisti anti-Putin con sede a Varsavia che aiuta Rvc a reclutare combattenti tramite un intermediario ucraino e diffondendo appelli su Youtube. È in  questo modo che Yugoslavsky e Smit hanno saputo dell'iniziativa e sono partiti per la capitale polacca. Solo una volta a Kiev, hanno detto, sono stati addestrati per circa due mesi, dopo che l'esercito ucraino ha fatto loro un test del poligrafo e un esame psicologico. Sul numero di combattenti che hanno aderito a queste unità, l'unica testimonianza è quella di un membro anziano, noto come Vladimir o col nome di battaglia Cardinale , che ha riferito di 200 combattenti. Ma pagati da chi? Secondo Sokolov, gli stipendi proverrebbero in maniera regolare dal ministero della Difesa ucraino, che però sulla questione non ha risposto a una richiesta di commento, né lo hanno fatto l'ambasciata ucraina in Polonia e il governo polacco.

Nazionalista, non fascista

Sul ruolo del Consiglio civico, creato a Varsavia nel novembre dello scorso anno, ha fornito dei chiarimenti il suo coordinatore Denis Sokolov. Originario di Mosca, ha respinto di avere un'ideologia di estrema destra, precisando che i suoi obiettivi si sovrappongono a quelli dei Corpi volontari solo nel voler estromettere Putin per dissolvere l'attuale forma imperiale della Russia. "Un nazionalista russo non è un fascista russo", ha detto l'attivista alla Reuters negli uffici della sua organizzazione. "Abbiamo un nemico comune e dobbiamo unirci", ha concluso. "Gli strumenti utilizzati dalla società civile a partire dagli anni '90 si sono ormai esauriti. Non si può giocare a scacchi se l'avversario fa la boxe. Oggi bisogna andare a combattere, chiarendo da che parte del conflitto si sta. Non ci sono altre opzioni", aveva dichiarato Anastasia Sergeeva, segretario internazionale del Consiglio Civico, alla versione europea di Novaya Gazeta.

Disintegrare l'impero

I Corpi volontari russi sono apparsi sui notiziari russi a marzo, quando hanno rivendicato la responsabilità di un raid transfrontaliero in territorio russo. Putin ha denunciato l'evento come un attacco terroristico, asserendo che i combattenti nemici avevano aperto il fuoco su civili a bordo di un'auto, compresi bambini. Secondo il politologo Mark Galeotti, esperto su questioni inerenti la Russia e direttore della società di consulenza Mayak Intelligence a Londra, i gruppi di russi di estrema destra sarebbero presenti in entrambi i fronti, mostrando le diverse declinazioni dell'ultra-nazionalismo del Paese. Da un lato ci sono i sostenitori di Putin, che mirano a tornare al grande impero russo inglobando Kiev, altri invece si identificano in una Russia più piccola e mono-etnica. "Vogliamo preservare non solo la nostra identità, ma anche quella degli altri. Non diciamo di voler sterminare altri popoli, crediamo che l'imperialismo sia distruttivo per tutti", ha affermato il fondatore delle Rvc Nikitin. "L'attuale Federazione russa è un'Unione sovietica non dissolta che dovrebbe disintegrarsi", ha aggiunto, precisando: "Vorremmo creare uno stato nazionale russo".

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