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Venerdì, 19 Aprile 2024
Caro bollette / Turchia

Gli aumenti record dei prezzi dell'energia fanno traballare il potere di Erdogan

Una politica economica sbagliata ha fatto schizzare alle stelle l'inflazione e i provvedimenti per rimediare hanno peggiorato le cose. Proteste in tutto il Paese, i consensi del presidente in crollo

In Turchia è rivolta contro il governo per i prezzi dell'energia che sono schizzati alle stelle. Le proteste in diverse parti del Paese vanno avanti ormai da giorni e ieri il leader del partito di opposizione repubblicano Chp, Kemal Kilicdaroglu, ha annunciato che non pagherà le bollette e ha esortato tutti i cittadini a fare altrettanto fino a quando il presidente Recep Tayyip Erdogan non farà marcia indietro sul recente aumento delle tariffe. Alla protesta si sono associati gli aleviti, una minoranza religiosa della Turchia, che hanno annunciato che non pagheranno l'energia dei luoghi di culto dove si riuniscono, le Cem Evi, case della solidarietà.

Migliaia di persone in tutta la nazione erano scese in strada lo scorso fine settimana per protestare contro l'aumento delle tariffe elettriche, con cortei che si sono svolti nelle province occidentali di Izmir e Mugla e nelle province sudorientali di Diyarbakir, Agri e Mardin, con i manifestanti che hanno bruciato le bollette. Il governo ha aumentato il salario minimo del 50% quest'anno in risposta alla crisi in corso nella nazione ma ha anche aumentato i prezzi di gas, elettricità, benzina e pedaggi stradali per tenere conto della volatilità dei prezzi all'importazione, stabilendo aumenti dell'elettricità del 125% per locali ad uso commerciale e del 50% per i cittadini. "Non pagherò nessuna bolletta fino a quando Erdogan non annullerà il decreto del 31 dicembre con cui ha alzato le tariffe", ha detto in un video messaggio su Twitter Kilicdaroglu, in quella che il partito Akp del presidente ha definito "una provocazione per creare il caos".

I rincari dei costi dell'energia si accompagnano a un diffuso aumento dei prezzi su molti altri prodotti e, secondo i dati ufficiali, l'inflazione su base annua registrata a gennaio è quasi al 50%. L'aumento dei prezzi aveva avuto un'impennata già dall'autunno a causa dell'indebolimento della lira turca, che ha perso nel 2021 quasi la metà del proprio valore rispetto al dollaro in seguito a vari interventi della Banca centrale che ha abbassato il proprio tasso di interesse di riferimento, portandolo al 14%, in linea con la visione economica di Erdogan. Ma secondo diversi analisti sarebbe stata proprio l'imposizione di questa visione ai responsabili economici del Paese alla base del disastro. Il leader dell'Akp ha cambiato una serie di governatori della banca centrale, convinto del fatto che l'aumento dei tassi di interesse causi piuttosto che freni l'inflazione. Diversi governatori sono stati licenziati fino a quando l'istituto non ha tagliato i tassi come da lui richiesto, e questo avrebbe mandato in tilt la Lira che ha perso il 44 % del valore rispetto al dollaro, alimentando l'aumento dei prezzi. I consensi del presidente stanno precipitando, causando quella che forse è la crisi politica più grave nei suoi venti anni al potere.

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