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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Esteri / Belgio

La bambina di 2 anni uccisa per errore dalla polizia

Oggi in Belgio parte il processo a carico dell'agente che nel 2018 ha aperto il fuoco su un furgone che trasportava migranti, uccidendo la piccola Mawda

Alla mobilitazione internazionale per chiedere giustizia per Mawda, la bambina curda di due anni uccisa per errore dalla polizia nel tentativo di fermare un furgone sospetto su cui viaggiava la piccola con la sua famiglia, hanno aderito diversi volti noti, tra cui la principessa del Belgio Esmeralda, il regista Ken Loach e il leader dei Pink Floyd Roger Waters. Oggi in Belgio parte il processo a carico dell'agente che nel 2018 ha aperto il fuoco su un furgone che trasportava migranti, uccidendo la bambina.

La storia di Mawda, uccisa dalla polizia in Belgio

Davanti ai tribunali in tutto il Paese, compreso quello di Bruxelles in cui si svolge il processo, verranno affisse delle corde a cui i cittadini che vorranno portare la loro solidarietà potranno appendere degli abiti per bambini. Era il 17 maggio 2018: il furgone, si seppe in seguito, trasportava migranti e richiedenti asilo diretti verso il Regno Unito. Gli autisti, già noti come 'passeur' alle forze dell'ordine, non si sono fermati all'alt della polizia, che si è messa all'inseguimento del furgone. Un inseguimento cui un agente ha deciso di porre fine sparando al mezzo. Secondo la tesi difensiva che gli avvocati del poliziotto porteranno oggi alla prima udienza del processo, l'agente aveva mirato alle gomme. Purtroppo, vera o meno questa circostanza, i proiettili colpirono il portellone. Dietro il quale c'era Mawda con la sua famiglia.

Subito dopo la morte della piccola, nel Paese era scattata una gara di solidarietà a sostegno della famiglia, composta oltre che dai due genitori anche dal fratello maggiore di Mawda, che oggi ha sei anni. La tragedia creò un putiferio politico, con l'opposizione che attaccò le politiche sull'immigrazione dell'allora maggioranza composta dai liberali dell'ex premier Charles Michel (oggi presidente del Consiglio Ue) e dal partito di destra N-Va. Ad animare ancora più gli animi fu il sindaco di Anversa (e figura di spicco del N-Va) Bart de Wever, che accusò i genitori di Mawda di aver messo a rischio la vita dei loro figli e di essere responsabili della morte della piccola. Che è poi la tesi difensiva dell'avvocato del poliziotto: "In questo caso non parliamo mai di contrabbandieri e trafficanti di esseri umani. Tuttavia, se (i due passeur, ndr) si fossero fermati, Mawda sarebbe ancora viva", dice.

Il movimento "Justice4Mawda"

In realtà, i due uomini alla guida del furgone sono stati estradati dai rispettivi Paesi (Regno Unito e Olanda) per essere processati in Belgio per traffico di essere umani aggravato dalla morte. Contro le posizioni anti-migranti, e sotto la spinta della tragedia della bimba curda, si è coagulato il movimento Justice4Mawda, che oltre a chiedere giustizia per la piccola e la sua famiglia, ha denunciato in questi mesi la caccia ai migranti lanciata dall'ex governo Michel. Il movimento ha accusato il ministro dell'Immigrazione, Theo Francken (N-Va), ma a proteggerlo all'epoca c'era l'immunità parlamentare. Anche per questo, la strategia dell'avvocato della famiglia di Mawda si è concentrata sull'agente, accusato per il momento di omicidio colposo.

L'accusa di omicidio preterintenzionale

Al debutto del processo, l'avvocato proverà a chiedere di elevare l'accusa al grado di omicidio preterintenzionale. Una richiesta che con ogni probabilità verrà respinta dal giudice, ma che, spiegano gli attivisti e lo stesso avvocato, vuole essere un atto d'accusa non tanto nei confronti del singolo poliziotto, quanto soprattutto sul contesto normativo e politico in cui un agente si è ritenuto autorizzato a sparare a un veicolo con persone a bordo, ben sapendo che si trattava di migranti, e con un traiettoria che, a detta dell'accusa, dimostrerebbe l'intenzione di colpire il mezzo ad altezza d'uomo.

"Parleremo al processo del contesto che spiega l'atto della polizia, ma queste domande più ampie devono essere fatte anche in Parlamento o altrove", ha detto Selma Benkhelifa, avvocato di parte civile. "Questo poliziotto non deve rispondere da solo del suo atto. Non è responsabile per l'ambiente in cui lavora. Il problema sono le operazioni Medusa (il nome che presero le azioni di polizia anti-immigrazione volute dall'ex ministro Francken, ndr). È quindi lo Stato belga responsabile di quanto commesso dal poliziotto", ha concluso.

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