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Venerdì, 29 Marzo 2024
Corsa contro il tempo / Marocco

Il bambino caduto nel pozzo è vivo e chiama la mamma

Il piccolo Rayan ha risposto ai soccorritori e ha mangiato qualcosa. "Le operazioni di perforazione sono eseguite con cautela per evitare ogni possibile crollo", ha detto un funzionario coinvolto nei soccorsi in Marocco

Il lieto fine è a pochi metri, non si è mai spenta la speranza. Muove gambe e braccia, ha mangiato una banana e risponde alle domande dei soccorritori, chiamando la mamma. Rayan, il bambino caduto martedì scorso in un pozzo a Chefchaouen, nel nord del Marocco, è ancora vivo e i soccorritori sono ad un soffio da lui, dopo aver scavato un tunnel alternativo per raggiungerlo. Ogni passo in avanti, tuttavia, è pericoloso: si rischiano infatti crolli e per questo le operazioni procedono con estrema lentezza. Il bambino è caduto in uno stretto pozzo, profondo 32 metri e irraggiungibile per i soccorritori adulti. Dopo quattro giorni è vivo e sarebbe in discrete condizioni di salute. Nelle operazioni di salvataggio sono impegnati forze dell'ordine, protezione civile e tecnici come ingegneri e speleologi. 

Aggiornamento - Rayan è morto: estratto dal pozzo senza vita

Un funzionario coinvolto nelle operazioni di soccorso del piccolo ha affermato che a separare le squadre di soccorso dalla posizione del bambino restano pochi metri, ma che "le operazioni di perforazione sono eseguite con cautela per evitare ogni possibile crollo". Le operazioni di soccorso hanno generato un'enorme attenzione a livello internazionale, e hanno ricordato casi simili avvenuti in altri paesi del mondo, compreso quello italiano, nel 1981. Alfredino Rampi, sei anni, cadde in un pozzo artesiano a Vermicino, in provincia di Roma. I tentativi di salvarlo, che andarono avanti per giorni e purtroppo inutilmente, furono oggetto di una lunghissima diretta televisiva.

Era martedì 1° febbraio quando Ryan, non si sa come, mentre giocava davanti casa a Tamrout, un villaggio a nord del Marocco, è finito nel pozzo. Un pozzo profondo 32 metri e largo da trenta a venti centimetri, come hanno poi rivelato le misurazioni dei tecnici. Un pozzo senza più acqua, che aspettava di essere messo in sicurezza e, come invece molti altri pozzi esausti in Marocco, era rimasto lì protetto soltanto da un telo di plastica e qualche pezzo di legno.

Sono servite più di cento ore di lavoro con sei escavatori a sbancare la montagna, prima di arrivare a un soffio da Ryan, senza poterlo ancora salvare. Le squadre di soccorso hanno scavato un cratere di trenta metri, parallelo al pozzo. Poi, con i picconi, un corridoio orizzontale. La montagna frana, il rischio è enorme. Mancano pochi metri per raggiungere il bambino, ma secondo gli ingegneri sono quelli più difficili: da ore l'ultimo ostacolo, una roccia, viene picconata con tenacia ma si avanza lentamente. I tubi inseriti tra il tunnel scavato dai soccorritori e il pozzo, per consolidare il passaggio di raccordo, spingono infatti contro questa roccia.

bambino pozzo marocco foto twitter-3

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