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Martedì, 23 Aprile 2024
MEDIO ORIENTE

La morte di Alì scatena la rabbia: sale la tensione in Medio Oriente

Oramai la tensione è alle stelle: dopo la morte del piccolo Alì in Cisgiordania è il caos. Intanto arriva la dura condanna contro la "violenza dei coloni" da parte dell'Unione europea

Ali Dawabsha aveva solo un anno e mezzo ed è morto carbonizzato nell'incendio doloso della sua abitazione, causata dal lancio di bottiglie molotov da parte di un gruppo di quattro coloni israeliani entrati nel villaggio di Kfar Douma, nella provincia di Nablus, in Cisgiordania. I suoi genitori e un fratellino di 4 anni, Ahmad, sono stati ricoverati in ospedale per gravi ustioni. Fuori dalla loro casa quelle scritte: “Vendetta” e “Lunga vita al Messia”. 

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Tutto è successo alle prime luci dell'alba e in poco tempo la notizia della tragica e violenta morte del piccolo ha fatto il giro del mondo. Ma soprattutto si è diffusa in Cisgiordania e nei territori occupati da Israele. Tutto è successo di venerdì, giorno di preghiera per chi è di religione musulmana. Così la polizia israeliana ha imposto restrizioni nell’accesso alla moschea di Al Aqsa, meta di centinaia di fedeli: gli uomini sotto i 50 anni – ha fatto sapere Azzam al-Khatib, direttore degli Affari della Moschea di Al-Aqsa – non saranno autorizzati a entrare. Chiusi i varchi e le principali vie di accesso. 

La preghiera dei coloni in Cisgiordania | Foto da Infophoto

LA CONDANNA INTERNAZIONALE - Tensione altissima scatenata da un fatto di cronaca che ha scioccato le coscienze di tutti tanche che persino l'Unione europea ha fatto partire una nota ufficiale in cui sollecitava le autorità alla "tolleranza zero verso la violenza dei coloni". Toni durissimi anche dal ministro degli Esteri palestinese, Riyad al-Malki che ha chiede che i gruppi di coloni vengano posti fuori legge non solo in Israele, ma anche "nella comunità internazionale e, nello specifico, Usa, Unione Europea, Onu, Canada, Australia, Giappone, Unione Africana e tra i paesi non allineati". Secondo il governo palestinese si tratta di un vero e proprio "atto di terrorismo" di cui Israele adesso deve assumersi "la responsabilità diretta per quanto accaduto a causa dei loro continui silenzi, della loro opposizione a considerare questi gruppi come movimenti terroristici fuori legge e per la protezione che danno loro durante e dopo le aggressioni”.

VIOLENZA PER LE STRADE - Se i toni istituzionali sono duri, la situazione per le strade della Cisgiordania è densa di rabbia e tensioni. Qualche ora dopo l'assalto alla casa del piccolo Alì, un colono ha investito poco fa con la sua macchina un giovane palestinese mentre pregava. L’episodio è avvenuto nel quartiere di Raas al-Amud a Gerusalemme. Secondo quanto ha riferito all’agenzia di stampa Maan (nella sua versione in arabo) Majdi Abbasi del centro di informazioni Wadi Hilwe il colono avrebbe agito deliberatamente. Secondo il portale israeliano Ynet, alcuni uomini armati in macchina avrebbero sparato a un veicolo israeliano vicino all’insediamento di Kokhav HaShahar nella Valle del Giordano (Cisgiordania occupata). Nessun ferito, solo danni alla macchina. 

Un tensione talmente alta che persino il presidente israeliano Reuven Rivlin, esponente storico del Likud (partito nazionalista liberale di centro-destra) ha dovuto ammettere che "la morte di Ali Dawabsha, un bambino che dormiva nel suo letto, e il grave danno fatto ai membri della sua famiglia, sua madre, suo padre e fratello è una ferita al cuore di noi tutti. Ma più che vergogna, io provo dolore. Dolore per l’omicidio di questo piccolo bambino. Dolore per il mio popolo che ha scelto la via del terrore e ha perso la sua umanità. Questa non è la mia strada, non è la strada dello stato d’Israele, né del popolo ebraico".

Anche il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, si è detto "sconvolto" dalla tragedia: "È un chiaro atto di terrorismo e Israele agisce con durezza contro il terrorismo a prescindere da chi siano gli autori". Ma ai palestinesi le parole del premier israeliano non bastano. Nabil Abu Rudeina, portavoce del presidente Abu Mazen, attacca: "Israele è responsabile del crimine odioso di Duma". Accuse chiare: Israele ha sistematicamente esteso la colonizzazione e ha garantito per troppo tempo l'impunità ai coloni.

La radio militare aggiorna che l’esercito israeliano ha elevato lo stato di allerta in Cisgiordania - in seguito a quello che viene definito "l’incidente più grave negli ultimi anni" - e organizza rinforzi nel caso si sviluppassero disordini. Responsabili militari, ha aggiunto l’emittente, sono inoltre in contatto con i servizi di sicurezza palestinesi per impedire che la situazione esca di controllo. 
 

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