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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Bandiera nera dell'Isis a San Pietro: "La crociata è fallita"

I jihadisti del califfato islamico tornano a minacciare Roma. Sulla rivista "Dabiq" appare un fotomontaggio con la bandiera nera dell'Isis che domina San Pietro. Intanto diecimila miliziani assediano Baghdad

ROMA - Una bandiera nera in San Pietro. Il vessillo dell'Isis nel cuore del Vaticano. Come a voler indicare il prossimo obiettivo, come a voler dire che l'avanzata dei jihadisti non si fermerà all'Iraq. I miliziani dell'Isis, l'autoproclamato Stato islamico del Califfo, hanno pubblicato sulla loro rivisita web, "Dabiq", un articolo intitolato la "Crociata fallita". A rendere il tutto più sinistro, un fotomontaggio con la bandiera nera jihadista che domina piazza San Pietro. 

"Conquisteremo Roma, spezzeremo le vostre croci e schiavizzeremo le vostre donne, ad Allah piacendo", si legge nella rivista, che cita il portavoce dell'Isis, Abu Mohamed al-Adnani. Quindi in un articolo intitolato "Il ritorno della schiavitù prima del Giorno del Guidizio", l'Isis afferma: "Si dovrebbe ricordare che ridurre in schiavitù le famiglie dei non credenti e prendere le loro donne come concubine è un aspetto costitutivo della sharia". Nell'articolo si precisa che le donne e i bambini yazidi sono stati considerati "bottino di guerra", dopo la cattura delle loro città e dei loro villaggi nel nord dell'Iraq lo scorso agosto: "Le donne e i bambini yazidi sono stati divisi nel rispetto della sharia tra i combattenti dello Stato islamico che hanno partecipato alle operazioni a Sinjar".

Domenica, Human Rights Watch ha diffuso un rapporto sui crimini commessi dall'Isis contro la minoranza yazida, basato su settantasei interviste. Una ragazzina di quindi anni, ascoltata dopo essere riuscita a fuggire, ha raccontato di essere stata venduta a un combattente palestinese dello Stato islamico per mille dollari.

Intanto l'Iraq è sempre più sull'orlo di una situazione di non ritorno. Secondo il sito di al Arabiya, che cita un non meglio precisato funzionario del governo di Baghdad, almeno "diecimila jihadisti sono alle porte di Baghdad e sono pronti a sferrare l'attacco". Altrettanto complicata la situazione a Kobane, la città siriana vicina al confine turco, dove da giorni i combattenti curdi cercano di respingere gli assalti dei miliziani dell'Isis. 

Testimoni parlano di un fitto fuoco di armi automatiche e colpi di mortaio a meno di un chilometro dalle barriere di filo spinato che segnano la frontiera. Gli scontri in atto presso la frontiera rischiano di impedire agli ultimi civili ancora presenti a Kobane di lasciare la città per rifugiarsi in Turchia. Oltre duecentomila persone hanno già traversato la frontiera.

Lunedì mattina gli aerei della coalizione internazionale guidata dagli Usa hanno condotto almeno altri due raid contro le postazioni dell'Isis. Dal canto suo la Turchia ha dispiegato diversi blindati dietro la linea di frontiera ma al momento si rifiuta di intervenire militarmente per non rafforzare, entrando in azione, il regime di Bashar Assad, nemico tradizionale della Turchia. 

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