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Giovedì, 28 Marzo 2024
BELGIO / Belgio

Belgio, documentario choc sulle molestie verbali contro le donne

Sofie Peeters, studentessa di cinema, ha ripreso con una telecamera nascosta le avance e gli insulti lanciati contro di lei mentre passeggiava nelle strade di Bruxelles

Fischi, sguardi ammiccanti, insulti e proposte oscene. Sono sempre più diffuse le molestie (verbali e non) rivolte contro le ragazze e le donne che non hanno altra colpa se non quella di camminare da sole per la strada.

Questo triste fenomeno, talmente comune da passare troppo spesso inosservato, è stato messo in luce da Sofie Peeters, una studentessa fiamminga dell'Università di Bruxelles, che ha deciso di dedicare un documentario a questo tema, facendo esplodere in Belgio un dibattito sul maschilismo e le molestie sessuali.

“La prima domanda che mi sono fatta è stata: 'E' colpa mia? Sono i miei vestiti?'”. Stanca delle avance che subiva quotidianamente, Sofie ha quindi deciso di iniziare a camminare per le strade di Bruxelles con una telecamera nascosta.

Da questo progetto è nato un documentario, chiamato “Femmes de la rue” (“Ragazze di strada”), uscito la settimana scorsa nelle sale cinematografiche del Paese. 

“Cagna”, “puttana”. Sono questi alcuni degli insulti lanciati contro la ragazza da persone che non sapevano di essere riprese. Il documentario ha quindi dato vita ad un dibattito molto acceso. Non sono pochi coloro che si chiedono come sia possibile che questo atteggiamento nei confronti delle donne sia così diffuso nella capitale dell'Europa.

Secondo quanto dichiarato dal magistrato Philippe Close, dal primo settembre in Belgio sarà in vigore una nuova legge che permetterà di multare coloro che si lasceranno andare a commenti offensivi contro le donne.  

Accuse di razzismo – Non sono mancate le critiche contro questo progetto. Alcuni hanno accusato il film di razzismo, in quanto la maggior parte delle scene sono state girate nel quartiere magrebino della capitale. “E' stata una delle mie più grandi preoccupazioni. Come trattare questo tema senza sfociare nel razzismo?” ha ammesso Sofie, come riporta il quotidiano Le Figaro. “E' la realtà: quanto si cammina a Bruxelles, 9 volte su 10, questi insulti provengono da uno straniero, che però non rappresentano tutta la comunità magrebina”, ha assicurato la ragazza. 

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