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Giovedì, 28 Marzo 2024
BELGIO / Belgio

Belgio, multe fino a 250 euro per punire insulti sessisti e molestie verbali

Il provvedimento è stato preso dal comune di Bruxelles dopo l'uscita del documentario "Femme de rue". Le critiche: "Non basta la repressione, serve la prevenzione"

Sono sempre più frequenti le proposte oscene, gli insulti e le battute sessiste contro donne che non hanno altro colpa se non quella di camminare da sole per strada. Le violenze non sono soltanto fisiche ma anche verbali, e proprio per questo motivo il comune di Bruxelles ha deciso di punirle. Da settembre tutte le avances sessuali e gli insulti proferiti nei luoghi pubblici saranno sanzionati con una multa compresa tra i 75 e 250 euro, a seconda della gravità dell'offesa.  

Questo provvedimento è stato preso dopo l'uscita del documentario “Femme de rue” (Ragazza di strada), realizzato dalla studentessa fiamminga Sofie Peeters, che ha deciso di girare per le vie della capitale belga con una telecamera nascosta, in modo da registrare le offese sessiste che gli venivano lanciate mentre camminava.  

Le vittime delle molestie verbali potranno recarsi dalle forze dell'ordine, che in questo caso apriranno un'inchiesta, “aiutandosi con tutti i mezzi possibili, testimonianze dirette ma anche videocamere di sorveglianza”, come scrive il giornale Le Soir

Secondo le autorità, questo provvedimento dovrebbe riuscire a scalfire quel muro di impunità dietro al quale si nascondono coloro che, di fronte ad una ragazza che cammina da sola per strada, si lasciano andare a fischi, sguardi ammiccanti e proposte oscene. 

Per alcuni però non è ancora abbastanza. “Qui stiamo parlando soltanto di repressione, mentre la lotta contro gli stereotipi sessisti passa anche per l'educazione e la prevenzione” spiega Claudine Lienard, dell'Université de femmes.  “E' necessario che le persone siano consapevoli del contesto in cui si manifesta questo atteggiamento, che è un contesto patriarcale di dominazione maschile. È ovvio che la lotta contro il sessismo deve avvenire a tutti i livelli, ma io comunque ritengo che la prevenzione sia più efficace della repressione”.

Educare polizia e forze dell'ordine - Secondo Lienard, è necessario educare anche la polizia e le forze dell'ordine, cioè coloro a cui si rivolgono le donne vittime di violenza. “Quando una donna violentata va al commissariato, rischia ancora di sentirsi dire che la sua gonna è troppo corta”. 

Nonostante questo, il provvedimento ha anche dei lati positivi. “Potrebbe incoraggiare le ragazze a sporgere denuncia, rivelando così un aspetto della realtà. E' necessario che le donne parlino” conclude Lienard.

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