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Giovedì, 28 Marzo 2024
La scelta / Stati Uniti d'America

Biden si prepara a condividere le informazioni sulle origini del Covid-19

Il presidente degli Stati Uniti ha firmato una legge che declassifica le informazioni sulle origini della pandemia

Il presidente americano Joe Biden ha firmato una legge che declassifica le informazioni sulle origini del Covid-19, "compresi potenziali legami con l'istituto di virologia di Wuhan". Lo rende noto la Casa Bianca. "Nell'attuare questa legislazione, la mia amministrazione declassificherà e condividerà quante più informazioni possibile, in linea con la mia autorità costituzionale di proteggere dalla divulgazione di informazioni che danneggerebbero la sicurezza nazionale" spiega il presidente in una nota.

Capire come è iniziata, "un imperativo morale"

Un passo importante quello dell’amministrazione statunitense, che agevolerebbe la ricerca di tutte le risposte alla più grande domanda rimasta insoluta: come è nato il virus e come si è potuto diffondere in tutto il mondo? Proprio qualche giorno fa era stato  il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, aveva spiegato che "anche se siamo sempre più pieni di speranza riguardo alla fine della pandemia di Covid" non lontana, "la domanda su come sia iniziata rimane senza risposta. Continuiamo a chiedere alla Cina di essere trasparente nella condivisione dei dati, di condurre le indagini necessarie e condividere i risultati. Capire come è iniziata la pandemia di Covid-19 rimane un imperativo sia morale che scientifico".

Le sue parole si riferiscono in particolare a un episodio recente. "Domenica scorsa - spiega il Dg - l'Oms è stata messa a conoscenza di dati pubblicati alla fine di gennaio nel database Gisaid", dove vengono caricate le sequenze virali, "e rimossi nuovamente di recente. I dati, del Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie, si riferiscono a campioni prelevati al mercato di Huanan a Wuhan nel 2020", all'inizio quindi della pandemia. "Mentre erano online, gli scienziati di diversi Paesi hanno scaricato i dati e li hanno analizzati. Non appena abbiamo appreso di questi dati, abbiamo contattato il Cdc cinese e li abbiamo esortati a condividerli con l'Oms e la comunità scientifica internazionale in modo che possano essere analizzati", prosegue il Dg Tedros.

Studio su origini Covid, da nuovi dati mercato Wuhan sospetti su cane procione

"Abbiamo anche convocato lo Scientific advisory group for the origins of novel pathogens (Sago) e abbiamo chiesto ai ricercatori del Cdc cinese e al gruppo internazionale di scienziati di presentare le loro analisi dei dati al Sago" ha continuato il numero uno dell'Oms. Questi dati, è la puntualizzazione, "non forniscono una risposta definitiva alla domanda su come è iniziata la pandemia ma ogni pezzo, ogni dato è importante per avvicinarci a quella risposta. E ogni dato relativo allo studio sulle origini di Covid-19 deve essere condiviso immediatamente con la comunità internazionale. Questi dati avrebbero potuto - e avrebbero dovuto - essere condivisi tre anni fa", ammonisce il capo dell'Oms.

"Sono fiducioso che quest'anno saremo in grado di dire che Covid-19 è finito come emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale", Pheic. A ribadirlo è stato il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, oggi durante un briefing con la stampa. "Non ci siamo ancora - ha puntualizzato - ma siamo sicuramente in una posizione molto migliore ora rispetto a qualsiasi altro momento durante la pandemia".

"Anche se siamo sempre più pieni di speranza riguardo alla fine della pandemia di Covid" non lontana, "la domanda su come sia iniziata rimane senza risposta", sottolinea quindi il direttore Oms, aggiungendo: "Continuiamo a chiedere alla Cina di essere trasparente nella condivisione dei dati, di condurre le indagini necessarie e condividere i risultati. Capire come è iniziata la pandemia di Covid-19 rimane un imperativo sia morale che scientifico".

Le sue parole si riferiscono in particolare a un episodio recente. "Domenica scorsa - spiega il Dg - l'Oms è stata messa a conoscenza di dati pubblicati alla fine di gennaio nel database Gisaid", dove vengono caricate le sequenze virali, "e rimossi nuovamente di recente. I dati, del Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie, si riferiscono a campioni prelevati al mercato di Huanan a Wuhan nel 2020", all'inizio quindi della pandemia. "Mentre erano online, gli scienziati di diversi Paesi hanno scaricato i dati e li hanno analizzati. Non appena abbiamo appreso di questi dati, abbiamo contattato il Cdc cinese e li abbiamo esortati a condividerli con l'Oms e la comunità scientifica internazionale in modo che possano essere analizzati", prosegue il Dg Tedros.

Il dibattito sull'origine del virus

Quei dati non fornirebbero una risposta definitiva ma emerge come un altro animale potrebbe aver trasmesso il virus alle persone o qualche contagiato potrebbe aver trasmesso il virus a un cane procione. Le possibilità sono varie. Ma la prova raccolta da quei dati - poi rimossi dal database - è coerente con un scenario che vedrebbe il virus arrivare a diffondersi nell'uomo da un animale selvatico. 

Il dubbio su come si sia diffuso il coronavirus, è sempre stato al centro del dibattito. La Cina ha sempre respinto la teoria, definita complottista da Pechino, per cui il virus fosse al centro di studi in ambito biologico e batteriologico da parte del governo cinese e che fosse sfuggito al controllo degli scienziati che ci stavano lavorando per usi sconosciuti. La Cina ha sempre ribadito invece che il virus non è mai stato oggetto di analisi in alcun laboratorio, rilanciando la teoria del salto di specie, cioè che il virus, presente in alcune razze animali, avessero fatto il salto, passando a intaccare l’organismo umano.

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