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Giovedì, 18 Aprile 2024
La “rivoluzione americana” / Stati Uniti d'America

La "Biden Tax" che colpisce i più ricchi

La manovra economica presentata al Congresso prevede una riforma fiscale che tassa super ricchi e corporation

Parlare di rivoluzione sarebbe eccessivo ma chi conosce l'economia statunitense ha definito una svolta la proposta del presidente Joe Biden in materia fiscale. Durante il suo discorso al Congresso dopo i primi 100 giorni di amministrazione, il presidente statunitense ha annunciato una manovra che ha come obiettivo principale quello di tassare i redditi più alti e le corporation americane. “Non voglio punire il successo di nessuno. Sono un capitalista. Tutto quello che chiedo è: paga la tua giusta quota” ha detto nel corso del suo intervento segnando una rottura netta con il sistema fiscale imposto dai repubblicani durante l'amministrazione Trump. Questa volta, a finanziare la riduzione del deficit federale, l'assistenza all'infanzia e le cure sanitarie, saranno “l'1% più ricco del Paese”.

La definizione nata durante la nascita del movimento “Occupy Wall Street” e che spesso è stato utilizzato come formula per sottolineare l'ingiustizia sociale nel Paese da parte del suo sfidante per la nomination democratica dal socialista Bernie Sanders. Biden ha assicurato che coloro che guadagnano meno di 400mila dollari all'anno non pagheranno un centesimo di tasse in più ma i cambiamenti previsti sono chiari. L'aliquota massima del 37% sull'imposta sul reddito e del 20% sui redditi da capitale non verranno toccate tranne che per i multimilionari. Per loro Biden ha pensato a un'addizionale che andrebbe a colpire lo 0,02% degli americani. Si tratta dei super ricchi a cui andrà aggiunta un'addizionale del 5% per coloro che hanno un reddito lordo che supera i 10 milioni di dollari.

Un ulteriore 3%, quindi un totale dell'8% colpirà i redditi oltre i 25 milioni di dollari. Il tetto massimo arriverebbe a essere quindi del 45%. La manovra conta così di ricavare da questa operazione 230 miliardi di dollari in 10 anni. Ci sono poi novità rispetto al pagamento di tasse federali sulle plusvalenze e sui dividendi, notoriamente la fonte di reddito più importante dei miliardari. Pagherebbero anche un tasso federale massimo del 28% sulle plusvalenze e sui dividendi a lungo termine, oltre all’attuale imposta sul reddito da investimenti netto del 3,8% sui redditi elevati. Le tasse sulle plusvalenze a lungo termine si applicano alla crescita delle azioni e di altri beni venduti dopo un anno di proprietà. L’aliquota massima è attualmente del 20%.

L’imposta però si applicherà sul “reddito lordo rettificato modificato” e non sul “reddito imponibile”. Secondo i calcoli della Casa Bianca, l′1% più ricco del Paese elude più di 160 miliardi di dollari all’anno di tasse. In totale tutte le misure dovrebbero valere 400 miliardi di dollari in 10 anni. Ci sono due disposizioni nel quadro Build Back Better relative al reddito d’impresa. Uno applicherebbe un’addizionale Medicare del 3,8% a tutti i redditi provenienti da attività di passaggio e un altro limiterebbe un’agevolazione fiscale sulle perdite aziendali per i ricchi. La riforma fiscale è solo una parte del piano economico complessivo con cui gli Stati Uniti hanno deciso di affrontare la crisi economica e sociale dovuta alla pandemia. Biden ha deciso di investire un totale di quattro trilioni di dollari per far ripartire il Paese.

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