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Giovedì, 28 Marzo 2024
Mondo Siria

Morire di freddo a 18 mesi nel campo profughi: "Il padre ha fatto tutto il possibile"

Morta di freddo a un anno e mezzo in un campo profughi nel nord-ovest della Siria. Quella della piccola Iman Mahmoud Laila è solo una delle tante tragiche storie della catastrofe umanitaria che affligge il Paese da ormai 9 anni

Una bambina di 18 mesi, una delle centinaia di migliaia di bambini sfollati per la infinita guerra civile in Siria, è morta a causa delle avverse condizioni meteorologiche nel Paese funestato dalla guerra. A causa del bombardamento delle forze del regime guidate da Bashar al-Assad a Idlib, la famiglia di Iman Ahmed Laila viveva nel campo rifugiati di Afrin, nel nordovest del Paese. Laila è deceduta per le condizioni meteo estremamente rigide di questi giorni. Ci sono oltre 6 milioni di sfollati - compresi due milioni e mezzo di bambini - in Siria: secondo le Nazioni Unite si tratta della maggior popolazione di sfollati interni del mondo. Ankara ha inviato le truppe a Idlib, una roccaforte delle forze di opposizione nel Paese funestato dalla guerra, nell'ambito degli accordi con Mosca finalizzati alla de-escalation.

Siria, morta di freddo a un anno e mezzo in un campo profughi

Morta di freddo a un anno e mezzo in un campo profughi nel nord-ovest della Siria. Quella della piccola Iman Mahmoud Laila è solo una delle tante tragiche storie della catastrofe umanitaria che affligge il Paese da ormai 9 anni. A riportare la vicenda della piccola Iman è la Rete siriana per i diritti umani che racconta come la bambina e i suoi genitori, scappati dalla Ghouta orientale, alla periferia di Damasco, avevano trovato rifugio in un improvvisato centro per sfollati nella provincia di Aleppo.

Le rigide temperature e le nevicate degli ultimi giorni hanno fatto ammalare la bambina e ieri, quando la piccola ha cominciato ad avere problemi respiratori, il padre ha deciso di portarla all’ospedale Al-Shifa di Afrin, distante pochi chilometri. L'uomo ha avvolto la figlia in una coperta e, stringendola al petto, ha camminato per circa due ore prima di raggiungere la clinica. Ormai era troppo tardi, la piccola quando è arrivata al centro era ormai priva di vita.

"Ha camminato tra le macerie del suo Paese"

Il dottor Housam Adnan ha confermato su Facebook che Iman era morta per assideramento un’ora prima, tra le braccia del padre. "Questa mattina presto, una bambina è arrivata nel nostro ospedale di Afrin – si legge nel post – l’ha portata suo padre dalla tenda in cui vivono a pochi chilometri da qui perché accusava problemi respiratori. Gli ha messo addosso tutto ciò che possedeva per tenerla al caldo. Ha fatto tutto il possibile per scaldare il suo cuoricino. L’ha abbracciata forte e piangendo ha camminato dalle cinque del mattino nella neve e nel vento. Ha camminato tra le macerie del suo Paese. I suoi arti erano congelati, ma il suo cuore continuava ad abbracciarla. Ha camminato per due ore prima di arrivare al nostro ospedale. Quando siamo riusciti a separarlo dalla figlia, abbiamo visto il viso angelico della bambina, sorridente. Ma immobile. Abbiamo provato a sentire i battiti del suo cuore ma era morta! Un’ora fa! Quest’uomo ha portato fino a qui il corpo della figlia senza sapere che fosse già morta".

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