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Giovedì, 25 Aprile 2024
Il dramma / Regno Unito

“Nessuno mi ama”: in un video l'ultimo grido di dolore del bambino di sei anni morto per maltrattamenti in famiglia

Arthur Labinjo-Hughes è morto nel giugno 2020. Iniziato il processo ai suoi genitori

“Nessuno mi ama”. È racchiuso in alcuni video l’orrore riservato ad Arthur Labinjo-Hughes, un bambino di sei anni morto nel giugno 2020. I suoi ultimi momenti di vita sono registrati in alcuni spezzoni di immagini che la polizia ha diffuso proprio in queste ore nell’ambito di un processo che vede sul banco degli imputati il padre del bimbo e la sua matrigna. Sono loro, infatti, le persone accusate dell’omicidio del bambino. Devono rispondere anche di ‘tortura infantile’. Al piccolo Arthur infatti è stata riservata una lunga serie di maltrattamenti che sono culminati con la morte del bambino. Alcuni istanti della sua vita, gli ultimi, sono racchiusi proprio in questi video. In uno lui urla “Nessuno mi ama”. In un altro, registrato presumibilmente poco prima della sua morte, il bambino dice “nessuno mi darà da mangiare”.

Thomas Hughes di 29 anni ed Emma Tustin, di 32 anni, sono accusati di averlo nella loro casa di Solihull, nelle Midlands occidentali e di averlo sottoposto a maltrattamenti continui. Alcuni testimoniati proprio dai video e dalle urla del bambino. E’ per questo motivo che la polizia del West Midlands ha deciso di diffondere queste che considera prove. La polizia ha anche fornito alla corte filmati realizzati ore prima della morte di Arthur che mostrano il bambino mentre si sveglia dopo aver dormito sul pavimento del soggiorno dove pare fosse relegato da giorni. La clip è stata registrata alle 8:30 del 16 giugno dello scorso anno e si nota che il bimbo era già così fragile da riuscire a malapena a trascinare lenzuola e piumone a terra.

Il suo pigiama, la stessa tutina che indossava per il quinto giorno consecutivo, gli va così largo che sembra penzolare. Quando finalmente Arthur riesce ad alzarsi in piedi inciampa verso la porta e lascia andare la biancheria da letto. Agli atti ci sono anche degli audio. Audio e video sono stati registrati dalla matrigna che si ‘dilettava’ a registrare le difficoltà del piccolo e le inviava al padre del bambino. Neanche da lui Arthur ha ricevuto aiuto, anzi. Alla Corte è stato raccontato come la matrigna abbia registrato più di 22 immagini e video di Arthur in difficoltà. Secondo i giurati la matrigna registrava il pianto del bambino e inviava le note vocali al padre che di tutta risposta scriveva cose come "scavare la tomba di Arthur".

Secondo il procuratore Jonas Hankin la coppia ha regolarmente abusato fisicamente e verbalmente di Arthur per causargli “danni e sofferenze significative”. Il bambino sarebbe diventato il bersaglio della coppia al quale riservavano abusi e crudeltà al solo scopo di causargli sofferenze fisiche e mentali. Ecco perché devono rispondere anche di tortura infantile. In un video il piccolo continua a ripetere: "Papà mi getterà dalla finestra, papà mi getterà dalla finestra, papà mi getterà dalla finestra". Il 16 giugno la matrigna avrebbe picchiato a morte Arthur, poi avrebbe aspettato 13 minuti per chiamare i soccorsi dicendo che il bimbo sarebbe caduto accidentalmente battendo la testa a terra.

Quando i paramedici sono arrivati a casa hanno trovato Arthur "sdraiato sulla schiena, completamente senza vita, piuttosto pallido con le labbra viola". Il bambino è morto in ospedale il giorno successivo per un "trauma cranico inflittogli da un adulto" coerente con l'essere stato "vigorosamente scosso e la sua testa sbattuta ripetutamente contro una superficie dura". Non solo. I medici hanno anche scoperto che era stato avvelenato con così tanto sale da non riuscire a reagire alle sofferenze inflittegli. Di quelle sofferenze ora dovranno rispondere il padre e la matrigna, che avrebbero dovuto invece proteggerlo.

Fonte: The Sun →
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