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Sabato, 20 Aprile 2024
bugia o errore / Ucraina

L'ambasciata russa mostra un blindato italiano distrutto in Ucraina, ma sbaglia (o mente)

"I contribuenti italiani sono felici per come vengono spesi i loro soldi?", chiede l'ambasciata russa in Italia, confondendo però marche e modelli

"Made in Italy. L'auto blindata Lince Mlv consegnata all'esercito ucraino vicino ad Artiomovsk (Bakhmut). Tutti i contribuenti italiani sono felici di tale destinazione dei loro soldi?''. L'ambasciata russa in Italia commenta così una foto postata sui propri canali social ufficiali. Nella foto si vede un veicolo blindato, a detta dell'ambasciata russa un Lince Mlv italiano, capovolto su un fianco e circondato da macerie e detriti a Bachmut, una città dell'oblast di Donetsk nell'Ucraina orientale, nel Donbass. In realtà, le cose non stanno esattamente così e la tempistica del commento dell'ambasciata, oltre all'errore palese, potrebbe nascondere altre strategie.

Blindato italiano in Ucraina, l'ambasciata russa sbaglia modello e marca-2

La storia del blindato italiano in Ucraina

L’immagine postata dall'ambasciata russa è stata ripresa dall'alto tramite un drone su un campo di battaglia, ed effettivamente mostra un veicolo blindato di produzione italiana. Ma non si tratta di un Lince, realizzato dall’italiana Iveco per l'esercito e donato a Kiev dal governo Draghi. Quello nella foto è un blindato costruito da Tekne, una piccola azienda di Ortona, in provincia di Chieti, ed è stato acquistato con fondi della fondazione gestita dall’ex presidente ucraino Petro Poroshenko, il predecessore di Zelensky.

Poroshenko ha comprato i veicoli bindati Mls Shield dalla Tekne, azienda italiana: sono stati usati in Ucraina-2

Per dimostrare il suo contributo alla resistenza, nella scorsa primavera Poroshenko aveva ordinato alla Tekne undici Mls Shield. A luglio ha poi voluto essere presente nel nostro Paese per la consegna, documentata da un video. Il costo: circa due milioni di euro, sborsati integralmente dalla fondazione del politico ucraino. Nel post sul suo canale YouTube, Poroshenko ringrazia "il governo italiano, il primo ministro Mario Draghi, che ha preso una decisione molto importante per concedere all'Ucraina lo status di candidato all'adesione all'Ue e fornirci armi".

Di conseguenza, i veicoli non sono costati nulla ai contribuenti italiani, contrariamente a quanto detto dall'Ambasciata. Oltre l'errore evidente, e singolare per un soggetto istituzionale che dipende direttamente dal Cremlino, stupisce il tempismo del post dell'ambasciata: proprio in questi giorni in Parlamento si discute su nuovi aiuti militari da destinare all’Ucraina. Persino i canali Telegram filorussi hanno identificato correttamente il veicolo distrutto. Per questo o si tratta di un errore madornale, o di una bugia deliberata.

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