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Giovedì, 25 Aprile 2024
BOSNIA-ERZEGOVINA / Bosnia-Erzegovina

Bosnia, in migliaia riuniti per ricordare gli 8mila morti di Srebrenica

A 17 anni da quella tragedia la ferita resta ancora aperta. Obama: "Quel crimine è stato un genocidio"

Anche oggi, come succede ormai da 17 anni, la Bosnia ricorda il massacro di Srebrenica. Migliaia di persone hanno sfidato il caldo torrido  per commemorare la scomparsa di quegli 8mila musulmani uccisi dalle truppe serbo-bosniache durante la guerra che sconvolse i Balcani tra il 1992 e il 1995.

Questo episodio è stato più volte definito come il più sanguinoso genocidio avvenuto in Europa dopo la fine della Seconda guerra mondiale. Al momento sono 5137 i corpi riesumati a cui, grazie al test del Dna, si è riusciti a restituire un'identità. Proprio oggi altre 520 salme sono state sepolte nel memoriale di Potocari. 

“E' un dolore senza fine. E quando arriva l'11 luglio, ogni anno, questo dolore diventa insopportabile”. Con queste parole, riportate sul quotidiano Le Monde, Sevdija Halilovic descrive la sua sofferenza per la perdita del padre, una delle ultime vittime di Srebrenica ad essere stata identificata, e di cui oggi ci sono stati i funerali. 

“Il più antico diritto umano è quello a una degna sepoltura e ad avere una memoria del defunto e dei nostri parenti morti” ha detto ad Euronews il diplomatico austriaco Valentin Inzko. “Per questo siamo venuti qui a Srebrenica, per esprimere solidarietà a chi è sopravvissuto e alla stessa Srebrenica”.

Le celebrazioni di quest'anno rivestono un'importanza particolare. L'ex generale Ratko Mladic e l'ex presidente Radovan Karadzic, entrambi ritenuti responsabili del massacro, sono stati infatti portati davanti al Tribunale Internazionale per l'ex Jusoslavia dell'Aja, dove dovranno rispondere dell'accusa di crimini di guerra.

Inoltre solo un mese fa il neo presidente serbo, il nazionalista Tomislav Nikolic, aveva rifiutato di usare il termine di genocidio a proposito del massacro di Srebrenica. L'Unione europea, gli Stati Uniti e numerosi governi dei Balcani avevano condannato questa dichiarazione. 

Proprio oggi Barack Obama ha voluto ribadito la posizione di Washington in un comunicato ufficiale. "Gli Stati Uniti si oppongono ai tentativi di distorcere la portata di questo crimine, di giustificarlo, di incolpare le vittime e di negare il fatto indiscutibile che quel crimine è stato un genocidio". 

L'11 giugno luglio del 1995 le truppe serbe entrarono a Srebrenica, una enclave musulmana che le Nazioni Unite avevano dichiarato nel 1993 'zona protetta'. Dopo averli separati dalle donne, tutti gli uomini tra i 14 e i 65 anni vennero giustiziati e sotterrati in fosse comuni. La località si trovava sotto il controllo delle Nazioni Unite e numerose critiche sono state lanciate ai Caschi blu, che non riuscirono a evitare la tragedia. 

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