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Sabato, 20 Aprile 2024
Esteri / Pakistan

Sana, la ragazza bresciana morta in Pakistan: "Aveva rifiutato un matrimonio combinato"

La 25enne si era recata nel suo Paese d'origine per riabbracciare i familiari. Il suo è stato un viaggio di sola andata

Sarebbe stata uccisa dopo aver rifiutato un matrimonio combinato. Secondo la versione ufficiale Sana Cheema, 25enne di Brescia, è morta per un malore, ma stando a quanto riportato dal Giornale di Brescia, si tratterebbe di un 'delitto d'onore': secondo i familiari Sana aveva macchiato l’onore della sua famiglia. E per questo ha pagato col sangue. 

Il terribile (e presunto) omicidio si sarebbe consumato in Pakistan, nel distretto di Gujrat, dove la giovane si era recata due mesi fa. Quello di Sana è stato un viaggio di sola andata: era tornata nella sua terra di origine per far riabbracciare i suoi famigliari: mai avrebbe immaginato di trovare la morte.

La giovane – scrive BresciaToday - si sarebbe ribellata alle decisioni degli uomini della sua famiglia, a un matrimonio combinato da anni, confidando i suoi sentimenti per un ragazzo italiano e per questo sarebbe stata ammazzata. 

Brescia: giovane dona sgozzata dal padre e dal fratello in Pakistan

Il padre e il fratello della 25enne, che aveva frequentato le scuole della nostra città e lavorava per un'autoscuola di via Milano, sarebbero stati arrestati dalla polizia pakistana. Ma si tratta di una notizia non confermata da fonti ufficiali. E così pure non c'è traccia del "ragazzo italiano" che secondo alcune fonti Sana stava frequentando. Di certo, per ora, c'è solo che Sana è morta e che i suoi familiari l'hanno seppellita da settimane. 

Un destino, quella della giovane Sana, simile a quella di Hina Saleem, la 19enne uccisa nell'agosto del 2006 dal padre e dai cognati e poi sepolta nel giardino di casa, a Ponte Zanano. Anche Sana come Hina è morta perchè aveva deciso di vivere all'occidentale e si era innamorata di un ragazzo italiano. 

Il commento di Laura Boldrini

"Sana voleva sposare un ragazzo italiano.  Il padre e il fratello glielo hanno impedito, uccidendola. Un gesto  orrendo e disumano, il femminicidio del padre padrone, espressione di  una cultura oscurantista e retrograda". Lo scrive su twitter Laura  Boldrini sul caso della ragazza pakistana uccisa perché voleva sposare un italiano.

"Stop a culture che legittimano la violenza"

Sul caso è intervenuta anche la deputata di Fratelli D'Italia Ylenja Lucaselli.

"Piangiamo la morte di Sana Cheema, giovane di origine pakistana cresciuta nel nostro Paese uccisa dai  suoi familiari per un amore 'illecito', quello verso un italiano. Il delitto è avvenuto in Pakistan, ma chi l'ha commesso aveva cittadinanza italiana, e dunque questo solleva nuovi, dolorosi interrogativi sulla capacità della nostra società di tutelare il  valore della libertà, di proteggere un'identità fondata sul rispetto verso la persona. Non può esserci apertura nella cittadinanza italiana per quelle culture che non riconoscono la parità tra individui, e  legittimano la sopraffazione violenta. O si ragiona su questo, o il  cordoglio per la morte di Sana sarà solo ipocrisia".

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