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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Brexit, Londra piomba nell'incubo di una nuova crisi di governo

Johnson sconfitto, la Brexit può slittare: la defezione del deputato conservatore Lee lascia il premier inglese senza una maggioranza alla Camera dei Comuni. Espulsi dal gruppo Tory 21 parlamentari che hanno votato con l'opposizione

Aggiornamento: Il neo premier inglese Boris Johnson incassa una sonora sconfitta a Westminster.

La Camera dei Comuni riprende il controllo dei lavori parlamentari per lavorare a una legge che eviti una Brexit senza accordo. 21 deputati Conservatori che hanno votato contro il proprio governo sono stati espulsi . 

Il premier ha annunciato una mozione per elezioni anticipate ma finché vi sarà sul tavolo la possibilità del 'No Deal' difficilmente potrà trovare una maggioranza per mandare il Paese al voto.

"Non andrò" a Bruxelles a chiedere un altro rinvio, ha ribadito Johnson dopo il voto della Camera dei Comuni, sfidando il leader dell'opposizione laburista Jeremy Corbyn a farlo, se gli elettori gli daranno il mandato.

La Brexit può slittare

Il deputato conservatore Philip Lee aveva annunciato il suo addio al gruppo parlamentare Tory, per unirsi a quello del Liberal democratici. È successo mentre il premier Boris Johnson parlava in aula alla Camera dei Comuni: Lee si è alzato dal suo posto nei banchi della maggioranza ed è andato a sedersi sul fronte opposto.

Ora Boris Johnson nei fatti non ha più la maggioranza dei Comuni, dato che può contare sulla metà esatta dei deputati, compresi gli unionisti nordirlandesi alleati del governo.

Brexit, crisi di governo a Londra

La messa in minoranza del governo potrebbe rendersi ancora più evidente stasera, quando l'aula sarà chiamata a pronunciarsi sulla proposta di legge, presentata per le opposizioni dal laburista Hilary Benn, che punta ad impedire la 'no deal Brexit'. Alla mozione dovrebbero aderire diversi deputati conservatori ribelli, contrari all'uscita dalla Ue senza un accordo.

Lo speaker della Camera dei Comuni, John Bercow, ha autorizzato il dibattito urgente per discutere la proposta di legge per impedire il 'no deal', la Brexit senza accordo. Il dibattito procederà fino alle 23 (ora italiana). I tempi sono serratissimi, sia per l'avvicinarsi della data della Brexit (31 ottobre), che per la chiusura del Parlamento al termine di questa settimana, imposta dal premier Boris Johnson.

Il 'Benn Bill' verrà discusso domani. La proposta di legge Benn prevede che in caso di mancato accordo con la Ue, il governo sia obbligato a chiedere una proroga della Brexit al prossimo 31 gennaio 2020.

Sembra scontato che i ribelli, dei quali fanno parte, tra gli altri, l'ex cancelliere dello Scacchiere Philip Hammond e l'ex ministro della Giustizia David Gauke, voteranno il provvedimento.

Corbyn: "Ultima chance per impedire il no deal"

Il leader laburista Jeremy Corbyn ha lanciato un appello ai deputati conservatori ribelli, che si oppongono alla prospettiva di una Brexit senza accordo, sostenuta invece dal premier Boris Johnson.

Prendendo la parola nel dibattito urgente in corso ai Comuni, Corbyn ha sostenuto che la proposta di legge che dovrebbe essere discussa domani per impedire il no deal, non è un tentativo di rovesciare il risultato del referendum sulla Brexit. Si tratta, ha detto di fornire uno "spazio vitale" al Parlamento per trovare una soluzione al caos creato dal governo.

"Sia che la gente abbia votato per uscire o rimanere (nella Ue), non ha votato per chiudere la democrazia", ha affermato il leader laburista.

La defezione del deputato conservatore Lee

Lee ha spiegato la sua defezione con il fatto che "il governo persegue una Brexit priva di principi" mettendo a rischio le vite e il benessere delle persone. Parlando in aula Johnson ha ha detto ai deputati di volere un divorzio negoziato dalla Ue e che c'è un "vero slancio" negoziale. Ma ha aggiunto che il progetto del ribelli tory di votare a favore di un disegno di legge che blocca di fatto una Brexit no-deal "distruggerebbe ogni chance di negoziare un nuovo accordo". Se i ribelli avessero successo lo costringerebbero ad andare a Bruxelles a "elemosinare un altri rinvio insensato", cosa che non farebbe "mai".

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