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Venerdì, 19 Aprile 2024
BULGARIA / Bulgaria

Bulgaria, la lunga amicizia con Israele

Durante la Seconda guerra mondiale una manifestazione popolare impedì la deportazione di 20mila ebrei. Il Paese è rimasto una delle mete preferite dai turisti israeliani, molti dei quali di origini bulgare

L'amicizia che lega Sofia alla comunità ebraica ha inizio durante la Seconda guerra mondiale. Nella storia dell'Olocausto, quella della Bulgaria viene spesso citata come una felice eccezione, e non è quindi un caso che questo paese sia spesso meta di turisti provenienti da Israele.

“L'eccezione bulgara” - Nonostante il sovrano Boris III si fosse schierato a fianco dei tedeschi durante la Seconda guerra mondiale, nessun ebreo fu vittima della Shoah. Nel maggio del 1943, quando il Reich impose a 20mila persone di presentarsi alla stazione della capitale per essere deportati, un'immensa manifestazione bloccò la città, impedendo che venissero eseguiti gli ordini. I tedeschi arrestarono alcune centinaia di persone, ma quei treni diretti ai campi di concentramento non partirono mai dalla stazione. 

Fatta eccezione per quei circa 11mila ebrei della Tracia e della Macedonia che vennero deportati a Treblinka, e dei quali spesso ci si dimentica, gli altri 50mila che vivevano in Bulgaria non vennero colpiti dalla “soluzione finale”, anche se ovviamente furono vittima della discriminazione razziale.

All'indomani della nascita di Israele, complice anche l'occupazione sovietica, il 90% circa degli ebrei bulgari emigrarono nel nuovo Stato, diventando così una delle comunità più numerose. 

Contatti tra Sofia e il Mossad - Non c'è quindi da stupirsi che la Bulgaria sia ancora oggi una delle mete turistiche preferite dagli israeliani. Anche per questo motivo il governo di Sofia e il Mossad, il servizio segreto israeliano, hanno alle spalle una lunga storia di collaborazione, volta anche a prevenire eventuali attentati terroristici.  

L'attacco che ieri ha causato la morte di 8 persone riporta in primo piano la questione della sicurezza per i turisti provenienti da Tel Aviv.  Secondo quanto riferisce la Bbc, a gennaio Israele avrebbe chiesto alle autorità bulgare di rafforzare la sicurezza per i visitatori che viaggiavano con i bus, a seguito del ritrovamento di un pacchetto sospetto su un autobus di turisti proveniente dalla Turchia e diretto a Sofia. 

L'anno scorso era stato sventato un attentato simile - Il presidente Rosen Plevneliev ha messo le mani avanti, dichiarando di aver incontrato i membri del Mossad proprio un mese fa e di non aver ricevuto nessun tipo di avviso circa un possibile attentato nella zona di Burgas. “L'attacco non significaa che la Bulgaria sia una meta rischiosa per i turisti”, ha poi aggiunto il premier, come riporta il Jerusalem Post. Secondo il quotidiano israeliano proprio l'anno scorso in Bulgaria sarebbe stato sventato un attacco simile contro un bus di turisti.

Le accuse contro l'Iran - Il premier israeliano ha immediatamente puntato il dito contro Teheran, accusata di aver ordito l'attacco con la complicità di Hezbollah, che ha sempre negato ogni tipo di responsabilità. Benjamin Netanyahu ha inoltre sottolienato come ieri ricorresse il 18esimo anniversario della strage terroristica di Buenos Aires, quando una bomba collocata nel centro ebraico argentino esplose provocando la morte di 85 persone e il ferimento di altre 300. Netanyahu ha ribadito le proprie accuse, affermando che dopo 20 anni “il mortale terrorismo iraniano continua a colpire persone innocenti”, promettendo che “Israele reagirà con forza”. 

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