Un milione di cinesi non festeggerà l’anno del Coniglio
Per la prima volta, dal 1961, cala la popolazione cinese
È festa, Il 22 gennaio, anche nelle nostre città, per il capodanno cinese. Ma 850mila cittadini cinesi quest’anno non lo celebreranno. Sono quelli che, in maniera provocatoria si intende, rappresentano il calo demografico del paese nell’ultimo anno. Si perché per la prima volta, dal 1961, cala la popolazione nazionale, che alla fine del 2022 era di 1,41 miliardi di persone.
Il perché di questa regressione demografica è diretta conseguenza della politica del figlio unico, introdotta nel 1979 e abolita nel 2016. In questi anni tale strategia ha fatto nascere circa 400mila persone in meno. Per controbilanciare il rapido invecchiamento della popolazione e delle temute conseguenze economiche di questo trend, il governo cinese nel 2021 era corso ai ripari permettendo alle famiglie di avere tre figli anziché due. Provvedimenti che sono serviti a poco.
A rimanere in crescita in Cina sono la disoccupazione giovanile, il costo della vita, della casa e dell’istruzione. Nonostante gli incentivi economici messi in campo dal governo per aiutare le famiglie ad avere più bebé, i giovani preferiscono non fare figli. Nel medio termine, questo influirà sulla crescita economica e sulla produttività della Cina, poiché la popolazione in età lavorativa si ridurrà. Ma avrà conseguenze anche per l’economia del mondo intero. La Cina non è un più paese per giovani.
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