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Giovedì, 28 Marzo 2024
ROMANIA / Romania

Tutti contro la Romania per la carne equina: ma non ci sono prove

"La Romania si è ritrovata – a torto, per quel che si sa in questo momento – immersa fino al collo nel fango delle accuse" scrive Revista 22

Lo scandalo della carne equina fatta passare per carne di cavallo ha danneggiato la Romania. Revista 22, nata all'indomani della rivoluzione del 22 dicembre 1989 e miglior settimanale di cultura politica del paese, spiega perchè: "Il retrogusto dello scandalo della carne di cavallo è indubbiamente amaro. È amaro per il Regno Unito e la Francia, che hanno dimostrato perfettamente come non si doveva gestire una crisi di questo tipo, dalle reazioni della stampa a quelle degli (ir)responsabili del governo".

Chi è stata più penalizzata da tutta la vicenda, senza colpe dimostrabili, è la Romania: "All’estremità opposta del continente la Romania si è ritrovata – a torto, per quel che si sa in questo momento – immersa fino al collo nel fango delle accuse. E l’Unione europea ancora una volta ha dimostrato quanta strada le resta da fare prima di arrivare a quella solidarietà che permette di costruire davvero l’edificio europeo a lungo sognato"

"Da quando si è appreso che la carne macinata venduta come bovina nel Regno Unito e utilizzata per vari preparati alimentari poteva contenere carne equina, i britannici hanno rivolto lo sguardo all’estero alla ricerca dei colpevoli. I primi a essere stati presi di mira dalla stampa e da alcuni leader britannici sono stati gli irlandesi, forse perché in Irlanda ci sono molti cavalli, direbbero le malelingue. Poi, naturalmente è toccato ai francesi, perché – aggiungerebbero ancora le malelingue – è risaputo che da lì che hanno origine tutti i mali che attraversano la Manica. Infine è toccato alla Romania".

CARNE DI MAIALE NEI KEBAB SVIZZERI

Le voci che sono circolate nelle ultime settimane, quasi sempre incontrollabilmente, hanno toccato vette comiche. "Dal cappello - scrive Revista22 - è uscita una ridda di ipotesi stravaganti che, per esempio, ha attribuito l’eccedenza della carne equina ai macelli romeni che avrebbero lavorato moltissimo da quando alcuni anni fa è entrato in vigore il divieto di circolazione sulle strade della Romania per i mezzi trainati da cavalli. L’immagine così cara ai media delle orde di romeni impazienti di invadere l’isola nel 2014 si è fatta ancor più drammatica, e ora si immagina che arriveranno a dorso d’asino o di cavalli selvaggi, brandendo mannaie".

La colpa è anche dei media francesi: "Neanche i francesi si tirano indietro quando si tratta di giocare allo scaricabarile. In Francia quanti si sono ritrovati direttamente implicati in questa storia hanno fatto di tutto per puntare il dito contro la Romania, ancor prima di aver cercato di fare chiarezza sulla contorta filiera della carne che dalla Romania parte equina e nel Regno Unito arriva bovina. Si tratta soltanto di frottole, però, perché nessuno ha riscontrato irregolarità sul versante romeno della filiera".

"In realtà il vero svantaggio della Romania è la sua stessa immagine. Bucarest si è trovata coinvolta in questo scandalo con l’immagine del “sospetto di turno”, volendo riprendere l’espressione usata dal primo ministro Victor Ponta. La Romania si è trovata sin dall’inizio costretta, per così dire, a dimostrare la propria innocenza, ancora prima che gli accusatori esibissero le prove della sua colpevolezza. Del resto, un paese noto per la corruzione che colpisce i media, la polizia, la giustizia, il parlamento e un ex primo ministro (Adrian Nastase, attualmente in prigione); un paese nel quale alcuni rubano una tesi e poi giurano di non averlo fatto (Ponta è stato accusato di plagio per la sua tesi di dottorato), difficilmente può dichiarare con la mano sul cuore di essere esente da macchie e colpe"

Due anni fa, ricorda il giornale di Bucarest, numerosi agricoltori spagnoli si sono ritrovati sul lastrico a causa dello scandalo dei cetrioli infettati dall’E.coli, dopo che la Germania si era precipitata a dare la colpa al di là dei Pirenei. L’accusa si è dimostrata priva di fondamento, ma gli spagnoli si sono trovati con montagne di cetrioli invenduti. Ora, dimenticati i cetrioli, ecco l'emergenza con la carne bovina. E al posto degli agricoltori spagnoli si potrebbero trovare i macellai e gli esportatori di carne romeni, già colpiti dalla diffidenza degli acquirenti. Per il governo Ponta c’è ora l’occasione di verificare in modo approfondito la propria competenza in un settore così delicato che teoricamente potrebbe avere conseguenze durature per la zootecnica romena. Riuscirà a superare il test oppure cercherà a sua volta un colpevole immaginario da qualche altra parte? (Fonte Presseurop)

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