La Russia ha un problema (grosso) con i carri armati
Mosca ha perso la metà dei suoi carri armati migliori in un anno di conflitto e sta iniziando ad attingere alle scorte dell'era sovietica. La produzione di quelli più moderni è stata sospesa da tempo per le sanzioni occidentali. Ma in ogni caso non si vedono spiragli per la fine del conflitto
La Nato incrementerà la produzione di munizioni per sostenere l'impegno bellico dell'Ucraina. Ad assicurarlo è stato il segretario generale Stoltenberg, che oggi sarà in visita in Turchia. Von der Leyen annuncia un nuovo pacchetto di sanzioni Ue contro Mosca per 11 miliardi. I paesi Nato stanno aumentando la produzione di munizioni di artiglieria ma l'Ucraina sta "bruciando" i proiettili molto più velocemente di quanto l'Occidente possa fabbricarli. L'alleanza atlantica ieri ha confermato l'impegno, assunto da tempo, a consegnare almeno 48 carri armati Leopard 2 a Kiev. Secondo il Financial Times, "i russi stanno ammassando caccia ed elicotteri al confine per sostenere la nuova offensiva di terra" contro l'Ucraina. L'Occidente sta raggiungendo "il punto di non ritorno", minaccia intanto il ministro degli Esteri russo Lavrov.
L'offensiva a est
La Russia sostiene di aver sfondato due delle linee di difesa fortificate dell'Ucraina nell'est del Paese. Le truppe russe stanno portando avanti attacchi costanti contro le posizioni dell'Ucraina a est e stanno riversando truppe nella regione, anche se le forze fedeli a Kiev stanno resistendo, secondo i funzionari ucraini. Il ministero della Difesa russo in precedenza aveva affermato che gli ucraini si erano ritirati di fronte agli attacchi russi nella regione di Luhansk, ma la notizia non è stata confermata. Vicino a Bakhmut, dove si combatte ormai da mesi, le forze russe hanno sparato su più di 15 città e villaggi, inclusa la città stessa.
Mosca ha perso la metà dei suoi carri armati migliori
La Russia in un anno di guerra (il conflitto è arrivato oggi al giorno numero 358) ha perso circa la metà dei suoi migliori carri armati da quando ha invaso l'Ucraina e sta faticando per sostituirli, secondo quanto riportato mercoledì da un importante centro di ricerca, proprio mentre Kiev si prepara a prendere in consegna i moderni carri armati occidentali.
L'esercito di Putin sta iniziando ad attingere, per i propri carri armati da impiegare sul terreno, alle notevoli scorte dell'era sovietica. Secondo l'analisi dell'International Institute of Strategic Studies, Mosca avrebbe perso, nei primi nove mesi di combattimento, il 38% dei tank a disposizione (da 2.927 a 1.800 circa), percentuale che sale a oltre il 50% per i modelli più usati in battaglia, come i T-72B3, i vecchi T-72B "ricondizionati". La produzione di carri armati più moderni e tecnologici, come i T90 e T14 Armata, è stata sospesa da tempo ormai per le sanzioni occidentali.
La guerra è stata "un fallimento politico e militare per la Russia", ha detto John Chipman, presidente del think tank. "Le azioni della Russia lo scorso anno hanno sollevato domande non solo sulla competenza dei suoi militari e la leadership militare, ma anche sulla coesione dei comandi", ha aggiunto. La modernizzazione militare è stata interrotta dall'inizio della guerra in Ucraina lo scorso febbraio.
La Russia nel 2022 ha perso dal 6% all'8% dei suoi aerei da combattimento tattici attivi, ma le dimensioni complessive della flotta mascherano in qualche modo la perdita di alcuni tipi specifici di jet militari: le perdite raggiungono il 10% - 15% per alcuni velivoli come il Su-30SM Flanker H, il Su-24M/M2 Fencer D, il Su-25 SM/SM3 Frogfoot e il Su-34 Fullback. Ma anche l'Ucraina ha subito perdite pesanti: Kiev aveva meno aerei da combattimento prima del 24 febbraio 2022 e le perdite sono state proporzionalmente più alte: quasi la metà degli aerei da combattimento tattici attivi prima della guerra.
Lasciati marcire i carri armati che potevano aiutare l'Ucraina
La guerra non finirà a breve
Non ci sono segnali di alcun tipo che possano far pensare a un abbassamento della tensione bellica. Finora l'esercito russo non ha dato dimostrazione di tenere in alcuna considerazione la vita dei propri uomini nell’est. E per quanti uomini muoiano al fronte il Cremlino può indire una nuova mobilitazione, mentre per il governo di Zelensky è molto più complesso.
Kiev nelle prossime settimane, secondo vari analisti, potrebbe cercare di colpire ovunque ritenga che le linee russe siano più fragili, nella zona di Luhansk, dove le truppe nemiche sono più demoralizzate. Su un elemento altri analisti però concordano appieno: il Cremlino può permettersi di gettare in battaglia un numero enorme di reclute, carne da cannone, e subire enormi perdite (di uomini e di mezzi) senza reali conseguenze sociali su larga scala. La repressione interna di qualsiasi forma di opposizione organizzata ha silenziato e depotenziato quasi ogni forma di dissenso.
"Putin nel 2023 dovrà scegliere tra negoziato o sconfitta"
"Il 2023 sarà l'anno in cui Putin verrà costretto a scegliere tra la sconfitta totale, o il negoziato". Lo ha detto l'ex direttore della Cia, Leon Panetta, in un'intervista a Repubblica. Per arrivare a questo successo, però, secondo l'ex capo del Pentagono e della Cia "gli alleati devono dare a Kiev tutto ciò di cui ha bisogno per difendersi, inclusi i caccia".
"Putin, come mi dice costantemente l'intelligence, continuerà sempre a raddoppiare gli sforzi per cercare di rovesciare la situazione, ma la realtà è che sta perdendo. Non solo l'invasione iniziale è fallita, ma poi è stato cacciato dai territori presi all`inizio. Le sue forze sono spese. Tenterà di mostrare al mondo che la Russia può ancora prevalere in Ucraina, ma la spinta dell'inerzia ora è con Kiev, gli Usa e ma Nato. Il 2023 sarà l'anno critico, in cui Putin potrebbe essere totalmente sconfitto, o comunque costretto al tavolo del negoziato", ha spiegato Panetta, ritenendo che "il 2023 è l'anno critico che deciderà futuro".