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Sabato, 20 Aprile 2024
La proposta / Thailandia

La castrazione chimica per uscire prima di prigione: la legge che fa discutere

La Thailandia sta per approvare il disegno di legge che dà la possibilità agli individui colpevoli di reati sessuali di scegliere la castrazione chimica in cambio di uno sconto della pena detentiva

La possibilità di scegliere la castrazione chimica volontaria e ricevere una riduzione della pena detentiva. La Thailandia sta per introdurre una nuova norma che riguarda i colpevoli di reati sessuali: alcuni di loro avranno il diritto di scegliere la procedura medica, ottenendo in cambio uno "sconto" sul tempo da trascorrere in carcere. Il disegno di legge, approvato lo scorso marzo dalla Camera, lunedì scorso ha ricevuto il via libera dei senatori, con 145 voti favorevoli e due astenuti. Prima che la legge entri definitivamente in vigore manca soltanto il voto finale, ma sembra difficile un colpo di scena. 

Secondo i dati delle autorità thailandesi, su 16.413 condannati per reati sessuali rilasciati dalle prigioni thailandesi tra il 2013 e il 2020, 4.848 hanno commesso nuovi crimini simili. Secondo il disegno di legge, gli autori di reati a sfondo sessuali giudicati a rischio di recidiva avranno la possibilità di ricevere le iniezioni che riducono i livelli di testosterone, in cambio di una pena detentiva più breve e condizionata dall'approvazione dei medici. I trasgressori rimessi in libertà non dovranno comunque essere persi di vista, ma verranno monitorati nei 10 anni successivi al rilascio e obbligati ad indossare un braccialetto elettronico per il monitoraggio.

Quando questa legge verrà ufficialmente approvata, la Thailandia si unirà al ristretto gruppo di Paesi che utilizzano la castrazione chimica nelle loro strategie per contrastare i reati sessuali: tra questi ci sono la Russia, la Polonia, l'Estonia, la Corea del Sud e alcuni stati Usa. Il ministro della Giustizia thailandese Somsak Thepsuthin ha accolto con soddisfazione l'approvazione dei senatori e punta ad un'entrata in vigore in tempi stretti: "Voglio che questa legge passi rapidamente. Non voglio vedere più notizie su cose terribili che accadono di nuovo alle donne". 

Ma non tutti sono d'accordo con questo disegno di legge. Secondo Jaded Chouwilai, direttrice della Women and Men Progressive Movement Foundation, un'organizzazione non governativa che si occupa di violenza sessuale, l'utilizzo della castrazione chimica non aiuterebbe ad affrontare realmente la piaga dei crimini sessuali: "I detenuti dovrebbero essere riabilitati cambiando la loro mentalità mentre sono in prigione. Usare punizioni come le esecuzioni o le iniezioni per la castrazione chimica, non fanno altro che rafforzare l'idea che soggetto non possa essere riabilitato".


 

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