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Giovedì, 28 Marzo 2024
Il "terrore nucleare" / Ucraina

Le centrali nucleari in Ucraina e i possibili rischi con la guerra

Il bombardamento russo contro l'impianto nucleare di Zaporizhzhia, il più grande d'Europa, è stato duramente condannato dai leader occidentali. Le operazioni militari potrebbero mettere a rischio la sicurezza di queste centrali?

Nella notte tra giovedì e venerdì la Russia ha attaccato la centrale nucleare di Zaporizhzhia, città che si trova nel sud est dell'Ucraina, sul fiume Dnepr, a circa 200 km dalla regione contesa del Donbass e a 550 km da Kiev. È divampato un incendio che non ha però riguardato strutture essenziali né i reattori, ma solo alcuni edifici secondari. Domate le fiamme, la centrale per il momento è stata messa in sicurezza e rimane operativa, ma sotto il controllo dei russi. L'impianto nucleare di Zaporizhzhia, costruito tra il 1984 e il 1995, è il più grande d'Europa e il nono al mondo: ha sei reattori in grado di erogare una potenza totale di 5.700 megawatt, quanto basta per fornire l'elettricità a un quinto dell'Ucraina.

Quello russo a Zaporizhzhia è il primo caso di un bombardamento di un impianto nucleare attivo in uno scenario di conflitto. Anche se non ci sarebbe stata una fuga di materiale radioattivo, l'attacco russo è stato duramente condannato dai leader occidentali. Mario Draghi lo ha definito scellerato, mentre il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha accusato la Russia di ricorrere al "terrore nucleare", colpendo per la prima volta nella storia una centrale atomica. L'attacco ha acceso la paura di una "nuova Chernobyl", la centrale in Ucraina dove nel 1986 avvenne il più grave incidente nucleare della storia. Nel paese sono infatti presenti altri siti potenzialmente a rischio a causa del conflitto.

Le centrali nucleari in Ucraina

In Ucraina sono quattro le centrali nucleari attive. In totale sono quindici i reattori funzionanti, e coprono il 55% del fabbisogno energetico del paese. Oltre all'impianto di Zaporizhzhia, nella zona sud del paese ne è presente un'altra, con tre reattori funzionanti, e anche questa si trova in un'area a rischio di essere coinvolta direttamente dagli scontri tra l'esercito russo e quello ucraino. Le altre due centrali nucleari, nelle località di Rivne e Khmelnitsky, si trovano invece a ovest di Kiev e vicino al confine con la Polonia: lì sono attivi quattro reattori nella prima centrale e ulteriori due nella seconda, per un totale di quindici in tutta l'Ucraina. A queste si aggiunge la centrale nucleare di Chernobyl, nei pressi del confine tra Ucraina e Bielorussia, come noto non più in funzione dopo il disastro del 1986 e finita sotto il controllo delle truppe russe nei giorni scorsi.

Rischiamo una nuova Chernobyl?

Il ministro degli esteri dell'Ucraina, Dmytro Kuleba, ha fatto sapere che un'eventuale esplosione della centrale nucleare di Zaporizhzhia causerebbe un disastro "dieci volte più grave di quello di Chernobyl". Le operazioni militari potrebbero davvero mettere a rischio la sicurezza di queste centrali? Che pericoli ci sono? Mark Wenman, esperto di nucleare e professore associato all'Imperial college di Londra, sostiene che almeno nel caso specifico di Zaporizhzia "non c'è alcun rischio reale". Si tratta infatti di una centrale relativamente moderna e, come tale, i componenti essenziali del reattore sono alloggiati all'interno di un edificio di contenimento in cemento armato e acciaio "in grado di resistere a eventi esterni estremi, sia naturali che causati dall'uomo, come incidenti aerei o esplosioni".

"Il nocciolo del reattore - ha detto Wenman - è a sua volta alloggiato in un recipiente a pressione in acciaio sigillato con pareti spesse 20 centimetri". Si tratta dunque di una centrale che ha standard di sicurezza molto diversi da quelli di Chernobyl (che non aveva neppure un edificio di contenimento). Secondo Tom Scott, docente all'università di Bristol, "i reattori sono tutti ad acqua pressurizzata e quindi non hanno nuclei di grafite che potrebbero incendiarsi come a Chernobyl". Per questo Scott si dice "non eccessivamente preoccupato" che un evento involontario possa scatenare una catastrofe. Tuttavia, ha aggiunto, "sarebbe più preoccupante se i reattori venissero deliberatamente presi di mira per indurre un incidente nucleare".

Putin e i crimini di guerra: può essere condannato?

Non è così ottimista Maurizio Martellini, fisico nucleare, professore all'università dell'Insubria presso il dipartimento di scienza e alta tecnologia (Disat). A suo dire, sparare sulla cupola di un reattore nucleare significherebbe "ripetere Chernobyl. Quando ci fu nell'86 Chernobyl, la cupola esplose e tutto il materiale radioattivo fu sparato a decine di km arrivando fino all'Italia. Se la centrale atomica venisse colpita per sbaglio - spiega -, il rischio di una Chernobyl 2.0 sarebbe reale". L'effetto di un tale incidente? "Non ci sarebbe un 'effetto Hiroshima' ma casi di radioattività e malattie legate alle radiazioni, un numero di tumori crescente e una ripetizione di Chernobyl. E questo lo sanno sia i russi che gli ucraini". Per questo, Martellini non crede a un attacco volontario alla cupola del più grande reattore in Europa, ma teme invece "che Putin, sentendosi accerchiato e sconfitto in quella che temo sarà una guerra lunghissima, possa usare armi nucleari".

"Il vero problema della centrale di Zaporizhzhia - sottolinea il fisico - è che, come tutte le centrali nucleari, utilizza del combustibile che dopo un certo numero di anni deve essere sostituito ma è molto 'caldo', come diciamo noi fisici, molto radioattivo e viene messo dentro delle piscine a raffreddare. La paura dell'Aiea (l'agenzia internazionale per l'energia atomica, ndr), che non lo ha scritto ma che conosciamo, è che queste piscine non sono ricoperte come il reattore nucleare, ma sono libere e a cielo aperto, e la paura è che un missile possa finire su una di queste piscine di raffreddamento del combustibile nucleare spento, cosa che causerebbe una catastrofe molto più grave di Fukushima e Chernobyl".

I tre possibili rischi per le centrali nucleari

Nicola Armaroli, dirigente di ricerca del Cnr, ha detto che "esistono diversi pericoli. È la prima volta che un territorio che ospita centrali nucleari si trova in uno scenario di guerra. Queste centrali non sono state pensate per resistere a un attacco militare, anche convenzionale". Un altro problema è legato "al funzionamento delle centrali nucleari che hanno bisogno in continuazione di elettricità e di essere raffreddate ad acqua", ha aggiunto ancora Armaroli. Il terzo rischio riguarda l'uomo, in centrali come quella di Zaporizhzhia dove è necessario un costante intervento umano: "Come può un personale che già in condizioni normali lavora sotto stress operare in questa situazione? Ricordiamo che anche a Chernobyl l'errore umano fu determinante".

Centrale nucleare Ucraina. ANSA-2-2-2

Una veduta della centrale nucleare di Zaporizhzhia, prima di essere colpita e incendiata da tiri d'artiglieria russa nel sud dell'Ucraina, 4 marzo 2022. ANSA/U.S. Office of Nuclear Energy.

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