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Venerdì, 29 Marzo 2024
Catastrofe umanitaria / Ucraina

L'inferno di Chernihiv: "Città distrutta, 50 morti al giorno. Mancano acqua, luce e gas"

Una zona devastata dai bombardamenti russi, con la popolazione che si è ridotta, tra chi è fuggito e chi è deceduto, da 265mila a 120mila unità. Il vice governatore regionale Nina Lemesch: "Il ponte è distrutto e siamo senza collegamenti. Le sponde del fiume sono minate"

Una città rasa al suolo dai bombardamenti russi, con il numero degli abitanti più che dimezzato, mentre chi è rimasto in vita è costretto a razionare ogni tipo di bene, anche l'energia: acqua e elettricità mancano da una settimana. A raccontare l'inferno che stanno vivendo i cittadini ucraini è Nina Lemesch, vice governatore dell'Amministrazione regionale di Chernihiv, nonché campionessa europea di Biathlon nel 2006: "La nostra città sin dal primo giorno è un avamposto che difende non solo Kiev ma tutta l'Ucraina. Oggi l'Ucraina combatte per la propria sovranità e per la libertà sua e del mondo". I missili di Mosca non hanno lasciato scampo alla zona di Chernihiv, distruggendo anche un ponte fondamentale per collegare la città alla Capitale, essenziale per fare arrivare gli aiuti umanitari e consentire l'evacazione dei civili.

La catastrofe umanitaria a Chernihiv

"Abbiamo un paese confinante inumano - commenta la vice governatrice - La città è completamente distrutta. Adesso senza ponte e senza collegamento con il resto della terra ferma. Alcuni hanno cercato di attraversare il fiume in barca, ma l'altra sponda può essere minata, come le strade minate. Non ci sono zone sicure. Da un mese la città è soggetta agli attacchi diretti dal cielo e dalla terra. Sferrati con razzi e missili vietati. La gente, soprattutto mamme e bambini, sono riusciti a fuggire: Un mese fa a Chernihiv vivevano 265mila persone, ora sono 120mila. Qui mancano le comunicazioni, il gas arriva in pochissima parte della città, mancano da una settimana l'acqua e la corrente. Purtroppo è impossibile ripristinare tutto, perché il livello di distruzione supera le nostre risorse fisiche. Siamo sull'orlo della catastrofe umanitaria.".

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(Il ponte di Chernihiv, distrutto dai bombardamenti russi - Foto Ansa)

Nina Lemesch racconta come si sopravvive a Chernihiv: "Prendiamo l'acqua con le pompe attivate dai generatori dalle falde acquifere. Ma non è filtrata. Quindi va almeno bollita prima dell'uso. La consegniamo ai cittadini con dei contenitori in quanto è impossibile provvedere alla fornitura centralizzata. Questo comporta delle grandi file di persone nei punti di distribuzione".

"Mancano gas, acqua ed elettricità"

File anche per ricaricare i telefonini o chiamare i propri cari: "le persone si riuniscono in gruppi in determinate zone della città in cui ci sono i generatori per caricare il cellulare e riuscire a trovare il campo e chiamare i loro cari. Non c'è più televisione e per la telefonia mobile un solo operatore". La vice governatrice rimarca: "Il nemico non attacca gli obbiettivi militari ma distrugge l'infrastruttura civile. Ha bombardato un ospedale pediatrico, scuole, biblioteche, università, teatri, stadi, la base di addestramento dei nostri sportivi di sci. Almeno 10 condomini civili distrutti totalmente e tantissime case private..."

Quale è il bilancio delle vittime? "In città seppelliamo all'incirca 50 persone al giorno - risponde - A causa delle scarse comunicazioni non c'è coscienza di ciò che sta realmente accadendo a Chernihiv. Ma mi rendo conto che è difficile capire determinate cose quando non si è toccati di persona. C'è stato un giorno in cui un missile ha colpito un palazzo residenziale uccidendo 47 persone. Non c'è un momento di pace. Gli attacchi sono continui, i rumori sono continui. Quello che fa più paura è il rombo degli aerei. Perché non sai dove colpirà. Ma sai che colpirà fortemente". Qual'è il suo appello? "Finché la Russia si sentirà in grado di poter dettare le condizioni al resto del mondo, da nessuna parte al mondo staremo al sicuro. Chiedo a tutti e a ciascuno di manifestare, protestare, chiedere al proprio governo di fermare la Russia. Perché se non la fermiamo la guerra, arriverà a casa vostra", conclude.

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