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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Turchia, a Istanbul il "cimitero dei traditori" per seppellire i golpisti

Continuano le epurazioni di insegnanti, rettori, membri dell'esercito e giornalisti: già oltre 55mila persone sono finite sotto la scure di Erdogan. E spunta il cimitero per chi ha partecipato al fallito colpo di Stato: "Tutti i passanti potranno maledire chi vi è sepolto"

"Nessuna città vuole dare sepoltura ai ribelli". Ecco perché oltre a un tribunale speciale per i processi ai golpisti e la costruzione di un carcere di massima sicurezza destinato ad ospitare i condannati - decisioni adottate ieri dal Consiglio per la Sicurezza nazionale turco - Istanbul si doterà di un apposito "cimitero dei traditori". Lo ha detto il sindaco della città, Kadir Topbas.

Questo perché nessun'altra città, secondo la ricostruzione del primo cittadino, ha accettato di dare sepoltura a coloro che hanno partecipato al fallito colpo di Stato dello scorso fine settimana: "Sarà chiamato il cimitero dei traditori e tutti i passanti potranno maledire chi vi è sepolto", ha concluso Topbas.

Secondo le cifre fornite dal governo turco i ribelli uccisi nel tentativo di colpo di Stato sono almeno 104. Oggi il presidente turco Erdogan ha annunciato l'instaurazione dello stato d'emergenza per tre mesi, dopo il fallimento del golpe di venerdì scorso, mentre continuano senza sosta le epurazioni tra insegnanti, rettori, polizia, esercito, giustizia e media: già oltre 55mila persone sono finite sotto la scure della vendetta del leader turco. Che ieri sera, in una intervista ad Al Jazeera dopo la riunione del Consiglio di sicurezza nazionale, ha annunciato: "Altri nomi arriveranno nei prossimi giorni. Non abbiamo ancora finito", pur assicurando che la Turchia "non si allontanerà mai dal sistema della democrazia parlamentare".

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Intanto altri 6.500 dipendenti del ministero dell'Istruzione sono stati sospesi e le università hanno "accettato" la richiesta di dimissioni di oltre 1.500 presidi di facoltà, perché ritenuti vicini agli ambienti in cui è maturato il piano di golpe, fallito lo scorso venerdì. La notizia conferma la portata, enorme, dell'epurazione in corso tra accademici, insegnanti e in generale impiegati del settore, nel mirino delle purghe lanciate all'indomani del tentativo di "putsch" con il dichiarato obiettivo - lo ha detto il presidente Recep Tayyip Erdogan - di "estirpare il virus della rivolta", ovvero la presenza dei "gulenisti", gli affiliati o comunque simpatizzanti dell'influente imam Fethullah Gulen.

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Il settore dell'istruzione è finito pesantemente sotto la scure da ieri, quando il Consiglio superiore dell'insegnamento, l'organo che controlla l'organizzazione universitaria, ha chiesto le dimissioni di oltre 1.500 rettori - prontamente arrivate - e di decani universitari. Il governo da parte sua aveva chiesto, vedi ordinato, la sospensione di 15.200 dipendenti.

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